Dal segno alla forma : Italia 1930 - 2000 : la comunicazione visiva tra artefatti figurativi e dialettiche generazionali nelle trasformazioni sociali e politiche

The 20th century in Italy was a time of profound political, social, cultural, and economic change, marked by intense activism that played a crucial role in reshaping the country. These activist movements materialized as forms of “communication,” where social messages, alternative perspectives, and unconventional ways of observing and interpreting the world found expression through dissemination and propaganda. Political and countercultural movements, artistic avant-gardes, and various collectives throughout history have sought to promote specific ideals through manifestos, magazines, and publications. Expansions, innovations, and new contributions from authors and disciplines have enriched this complex journey through the realm of visual communication, transforming it into both a documentary record and a synthesis that embraces not only aesthetic and cultural aspects but also productive and social dimensions. Both the exhibition and the accompanying volume aim to highlight the explicitly design-oriented nature of this “discipline,” analyzing—through three distinct periods defined by internal and external historical criteria—the many facets of the emergence and evolution of different graphic forms. The research focuses on Italy, with occasional references and influences from the international landscape. It presents an anthology of images and exhibition designs spanning from the 1930s to the turn of the millennium, capturing a long and intricate historical period that does not simply end in 2000 but undergoes a radical transformation with the advent of digital technology and new production systems. In this collection, which takes shape as an exhibition at the Triennale, chronological order and rigid categorization are not always strictly observed, leaving room for implicit suggestions, cross-disciplinary interpretations, and unexpected design trajectories. The decision to concentrate the analysis on Italy is fully justified: in this field, the “Italian phenomenon” has developed such a coherent historical and disciplinary identity that comparisons with other international contexts—or the search for precedents—would not only be unnecessary but at times even misleading.

Il Novecento in Italia è sinonimo di intensi cambiamenti politici, sociali, culturali ed economici, secolo contrassegnato da un fervente attivismo che concorre alla mutazione profonda del paese. Queste esperienze di attivismo si traducono a tutti gli effetti in “comunicazione”: i messaggi sociali, prospettive alternative e modi inconsueti di osservare ed interpretare il mondo, si sono fatti strada attraverso la divulgazione e la propaganda. Ne sono esempio i movimenti politici, controculturali, le avanguardie artistiche, tutti quei collettivi che nella storia si sono proposti, attraverso un manifesto, una rivista, una pubblicazione, di divulgare e promuovere determinati ideali. Espansioni, innovazioni e nuovi contributi di autori e categorie arricchiscono questo articolato percorso nell’universo dell’immagine, trasformandolo in un documento e una sintesi che abbraccia non solo aspetti estetici e culturali, ma anche dimensioni produttive e sociali. Sia la mostra che il volume hanno deciso di mettere in risalto il carattere specificamente progettuale di questa "disciplina", analizzando — attraverso i tre periodi individuati, la cui suddivisione risponde a criteri storici interni ed esterni alla materia — le molteplici sfaccettature legate alla nascita e all’evoluzione delle varie tipologie grafiche. La ricerca si delimita ai confini italiani, con possibili accenni e stimoli dal panorama estero. Una raccolta antologica delle immagini e allestimenti realizzati a partire dagli anni ‘30 fino al nuovo millennio, fotografia di un periodo storico lungo e articolato, che non si esaurisce al 2000, ma si altera completamente con l'avvento della tecnologia e i nuovi sistemi di produzione. In questa raccolta, trasformata ed ambientata in una mostra in Triennale, non sempre vengono rispettate questioni cronologiche o ambiti settoriali ma si lascia anche spazio a una latente suggestione nei confronti di possibili letture trasversali e percorsi progettuali. La scelta di concentrare l’analisi sull’Italia risulta pienamente motivata: in questo settore, il "fenomeno italiano" ha acquisito una tale coerenza storica e disciplinare da rendere non solo inutile, ma talvolta persino fuorviante, il confronto con altre realtà internazionali o la ricerca di precedenze.