Narrative landscape : spatial design practices for an explorative approach to ecomuseums and cultural heritage

In the context of small and remote places, various design strategies can be employed to improve community well-being, working on the recovery of local identity through future development tools and participatory practices. Among the different tools, the ecomuseum stands out for its unique connection to the cultural and natural heritage of the place. It becomes not only an object preserved from the passage of time – as in traditional museums – but also the subject upon which the storytelling of the place and the local community is built. This thesis explores the potential of the landscape - an essential component of the ecomuseum - as a storytelling tool, offering a new perspective on the ecomuseum institution. It aims to reposition it within a framework more aligned with spatial and environmental design rather than strictly museological approaches, encouraging a shift in the way cultural heritage is conceived. This project emerges within the larger Human Cities/SMOTIES Creative Works with Small and Remote Places project, a European project co-finances by the Creative Europe program and coordinated by the Design Department of the Politecnico di Milano, within which I took the Ephemeral/Temporary Spaces in 2022, held by professors Anna Meroni and Davide Fassi. Since 2020, SMOTIES operated in ten pilot contexts spread across as many European countries, involving ten creative research centers, that worked through co-design initiatives aimed at designing solutions for the future development of the small and remote palces. My research focused on the Italian pilot, Albugnano, in Piedmont. My intentervention takes the form of a spatial pathway composed of targeted interventions distributed across the landscape. It addresses a community need: establishing a route that links the town center of Albugnano to the historic Abbey of Vezzolano and, more broadly, to the entire Romanesque Path. Narrative Landscape is thus conceived as a spatial intervention with a narrative structure and a language derived from local heritage. It aims to construct an original experience of the landscape, based on the exploration of new perspectives and the continuous discovery of hidden details of the territory, without removing them from their natural context and the local community, preserving their potential for future development. The landscape and its storytelling can serve as an asset for the territory when it is placed at the core of the dialogue on the sustainable future development of small and remote places.

Nel contesto dei luoghi remoti, possono essere impiegate diverse strategie di design per migliorare il benessere della comunità, lavorando sul recupero dell’identità locale attraverso strumenti di sviluppo futuro e pratiche partecipative. Tra i diversi strumenti, emerge l’ecomuseo, per il suo particolare legame con l’eredità culturale e naturale del luogo, che diventa non solo l’oggetto preservato dallo scorrere del tempo – come nei musei tradizionali – ma il soggetto su cui costruire la narrazione del territorio e della comunità. Questa tesi esplora il potenziale del paesaggio – componente essenziale dell’ecomuseo – come strumento di narrazione, offrendo un nuovo punto di vista sull’istituzione ecomuseale, per ricollocarla in un panorama più affine alla progettazione spaziale e ambientale piuttosto che all’ambito strettamente museale, spingendo verso un cambiamento nell’approccio all’eredità culturale. Questo progetto nasce all’interno del più ampio programma Human Cities/SMOTIES Creative Works with Small and Remote Places, un progetto europeo cofinanziato dal programma Creative Europe e coordinato dal Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, all’interno del quale ho seguito il corso Ephemeral/Temporary Spaces nel 2022, tenuto dai professori Anna Meroni e Davide Fassi. Dal 2020, SMOTIES ha operato in dieci contesti pilota distribuiti in altrettanti paesi europei, coinvolgendo dieci centri di ricerca creativa, che hanno lavorato attraverso iniziative di co-progettazione volte a progettare soluzioni per lo sviluppo futuro dei luoghi piccoli e remoti. La mia ricerca si è concentrata sul pilota italiano, Albugnano, in Piemonte. Il mio intervento prende la forma di un percorso spaziale costituito da interventi puntuali distribuiti nel paesaggio. Esso risponde a un’esigenza della comunità: creare un collegamento tra il centro urbano di Albugnano, l’Abbazia di Vezzolano e, in modo più esteso, l’intero Romanesque Path. Narrative Landscape si configura dunque come un intervento spaziale dotato di una struttura narrativa e di un linguaggio derivato dall’eredità locale. Il suo obiettivo è la costruzione di un’esperienza originale del paesaggio, basata sulla sperimentazione di nuovi punti di vista e sulla continua scoperta di dettagli nascosti del territorio, senza che questi vengano sottratti al loro contesto naturale e alla comunità, evitando così di privarli delle loro potenzialità di sviluppo. Il paesaggio e la sua narrazione possono costituire una risorsa per il territorio quando vengono posti al centro del dialogo sullo sviluppo sostenibile del futuro dei piccoli centri e delle aree remote.