Concrete dissonance : the critical state of the soviet architectural heritage of Tbilisi

This thesis explores the complex and multifaceted legacy of late 20th-century Soviet architecture in Tbilisi, Georgia, with a particular focus on the challenges posed by the poor condition of Soviet-era structures and their subsequent mistreatment in the post-Soviet period. Through an in-depth examination , this work delves into the factors contributing to the deterioration of these buildings, addressing socio-political factors that have led to the neglect of these architectural monuments. Furthermore, the study investigates the working environment of Soviet architects during the post-Stalin era, from the Khrushchev Thaw to the collapse of the USSR. It explores the restrictions and creative limitations imposed upon architects, including the availability of literature, technical resources, and professional opportunities during this period. A significant component of this research examines the relationship between the Soviet Union and the West, shedding light on how external influences, such as Western architectural trends, literature, and technology, shaped the thinking and work of Soviet architects. By exploring the cultural exchange between the East and the West, the thesis provides valuable insight into how Soviet architects navigated these influences, often seeking inspiration and solutions from outside the confines of the socialist bloc. Through this exploration, the thesis reveals the intricacies of architectural practice under a regime that emphasized state control while also allowing some degree of innovation within a tightly regulated system. This dual perspective—understanding Soviet architecture through both internal constraints and external influences—offers a nuanced understanding of the architectural culture during this period and its lasting impact on the built environment in Tbilisi. Ultimately, this thesis aims to contribute to the discourse on Soviet architecture by highlighting its significance, challenges, and the enduring legacy of late 20th-century structures in Georgia. It advocates for a critical reevaluation of the architectural heritage from this period, considering both its historical context and the potential for preservation in the face of modern development pressures.

Questa tesi esplora l’eredità complessa e sfaccettata dell'architettura sovietica della fine del XX secolo a Tbilisi, in Georgia, con un’attenzione particolare alle sfide poste dal cattivo stato di conservazione degli edifici dell’epoca sovietica e dal loro successivo maltrattamento nel periodo post-sovietico. Attraverso un’analisi approfondita, questo lavoro indaga i fattori che hanno contribuito al deterioramento di queste strutture, affrontando le dinamiche socio-politiche che hanno portato al loro abbandono e alla mancanza di riconoscimento del loro valore architettonico. Inoltre, lo studio esamina l’ambiente di lavoro degli architetti sovietici nel periodo post-staliniano, dalla “distensione” di Chruščëv fino al crollo dell’URSS. Vengono esplorate le restrizioni e le limitazioni creative imposte agli architetti, tra cui la disponibilità di letteratura, risorse tecniche e opportunità professionali in quel periodo. Una parte significativa della ricerca analizza il rapporto tra l’Unione Sovietica e l’Occidente, mettendo in luce il modo in cui influenze esterne, come le tendenze architettoniche occidentali, la letteratura e le innovazioni tecnologiche, abbiano plasmato il pensiero e il lavoro degli architetti sovietici. Esaminando lo scambio culturale tra Oriente e Occidente, la tesi fornisce un’analisi approfondita su come gli architetti sovietici abbiano navigato tra queste influenze, spesso cercando ispirazione e soluzioni al di fuori dei confini del blocco socialista. Attraverso questa esplorazione, la tesi mette in evidenza le complessità della pratica architettonica sotto un regime che enfatizzava il controllo statale, pur concedendo margini limitati di innovazione all’interno di un sistema rigidamente regolamentato. Questa doppia prospettiva—che analizza l’architettura sovietica sia attraverso le restrizioni interne sia tramite le influenze esterne—offre una comprensione più sfumata della cultura architettonica dell’epoca e del suo impatto duraturo sul paesaggio urbano di Tbilisi. Infine, questa tesi si propone di contribuire al dibattito sull’architettura sovietica evidenziandone il significato, le sfide e l’eredità persistente delle strutture della fine del XX secolo in Georgia. Sostiene la necessità di una rivalutazione critica di questo patrimonio architettonico, considerando sia il suo contesto storico sia il suo potenziale di conservazione di fronte alle pressioni dello sviluppo urbano moderno.