Living Landscape Monticchio : revitalizing an abandoned quarry through water, memory, and adaptive ecologies

Abandoned quarries, often dismissed as ecological voids or industrial scars, hold latent spatial, ecological, and cultural potential—especially in rural areas where histories of extraction and neglect remain unresolved. The Monticchio limestone quarry in Lazio’s Pontine Plain, once shaped by infrastructural development and material exploitation, is reimagined in this thesis as a regenerative landscape anchored in memory, ecology, and collective use. Rather than healing a wound, the project positions Monticchio as a spatial commons to be reactivated—through adaptive reuse, ecological rewilding, and low-tech, reversible interventions. Drawing on theories of succession and landscape urbanism, the design embraces slowness, seasonality, and temporality as key spatial agents. A decentralized open museum system replaces formal institutions, proposing instead an evolving network of overlapping experiences that unfold through time. Water becomes the site’s symbolic and infrastructural spine. Through the expansion and articulation of its canal system—hydrologically reconnected and ecologically enhanced—Monticchio expresses a renewed narrative of continuity across climate, topography, and cultural memory. Wetlands, springs, and water retention zones support biodiversity and shape immersive, experiential landscapes of ecological awareness and sensory engagement. Architecture is approached not as object but as affordance: platforms, mobile pavilions, reused quarry relics—all foster interaction, memory, and experimentation. Activities include educational trails, workshops, seasonal markets, and informal gatherings, enabling flexible use without rigid programming or fixed form. Crucially, the project is rooted in collective authorship. Inspired by participatory museology, Monticchio becomes a living archive—co-curated and collectively managed. Local knowledge is positioned alongside architectural expertise in shaping its evolving identity. Ultimately, Living Landscape Monticchio proposes a replicable model for post-industrial regeneration through openness, adaptability, and shared stewardship.

Le cave abbandonate, spesso percepite come vuoti ecologici o cicatrici industriali, racchiudono un potenziale spaziale, ecologico e culturale latente—soprattutto nei contesti rurali dove le storie di estrazione e abbandono restano irrisolte. La cava di calcare di Monticchio, nella Pianura Pontina del Lazio, un tempo modellata dallo sviluppo infrastrutturale, è ripensata in questa tesi come un paesaggio rigenerativo fondato sulla memoria, sull’ecologia e sull’uso collettivo. Piuttosto che curare una ferita, il progetto propone Monticchio come bene comune da riattivare—attraverso riuso adattivo, rinselvatichimento e interventi low-tech e reversibili. Ispirandosi alle teorie della successione e del paesaggio, il progetto valorizza lentezza, stagionalità e temporalità come agenti progettuali. Un sistema museale aperto e diffuso sostituisce le istituzioni formali, proponendo una rete evolutiva di esperienze nel tempo. L’acqua diventa la spina dorsale simbolica e operativa del sito. L’articolazione del sistema di canali—riconnesso e potenziato—esprime una narrazione rinnovata di continuità tra topografia, clima e memoria culturale. Zone umide e bacini di ritenzione rafforzano la biodiversità e generano paesaggi esperienziali e sensoriali. L’architettura si configura come affordance: piattaforme, padiglioni mobili e tracce industriali favoriscono interazione, memoria e uso flessibile. Percorsi didattici, workshop, mercati e incontri stagionali emergono senza una programmazione rigida. Fondamentale è l’autorialità collettiva. Ispirato alla museologia partecipativa, Monticchio diventa un archivio vivente, co-curato e gestito localmente. Il sapere situato si intreccia con le competenze progettuali per dare forma a un’identità in continua evoluzione. Living Landscape Monticchio propone infine un modello replicabile di rigenerazione post-industriale, fondato su apertura, adattabilità e governance condivisa.