Landscape urbanism_ecological restoration and urban regeneration in Conlentina river, Romania

As urbanization continues to accelerate, urban ecosystems are facing increasingly severe challenges. In particular, waterfront areas are increasingly affected by frequent flooding, water pollution, habitat loss, and spatial fragmentation, all of which have become key barriers to sustainable urban development. Against this backdrop, traditional urban design approaches—primarily based on architecture and road grids—are showing clear limitations in addressing ecological complexity and social resilience. In recent years, Landscape Urbanism has emerged as a promising design paradigm and methodological framework for tackling these urban ecological issues (Waldheim, 2006).[1] It advocates for using the landscape as the fundamental medium for organizing urban space and structure, emphasizing the interplay between topography, hydrology, ecological processes, and social systems. Rather than adopting a form-driven logic, it promotes a process-based approach to design, aiming to create dynamic, open, and adaptive urban ecological systems. As Charles Waldheim (2006) noted, “Landscape has more capacity than architecture to organize the contemporary city” (Waldheim, 2006); similarly, James Corner (1999) emphasized the generative power of natural processes, suggesting that urban space should be understood as an evolving ecological platform (Corner, 1999)[2]. This theoretical framework breaks away from the traditional view of landscape as decoration or urban embellishment, and instead positions it as a hybrid medium—a form of infrastructure, ecological regulator, and social interface. This study takes the Colentina River system in Bucharest, Romania, as a case study, focusing on typical issues such as flood risk, ecological degradation of the water body, and decline of riverfront spaces. Using the principles of Landscape Urbanism, it proposes a regeneration strategy that centers on ecological processes and employs landscape as a medium. Through the design of detention ponds, bypass channels, and a network of blue-green infrast.

Con l’accelerazione continua dell’urbanizzazione, gli ecosistemi urbani affrontano sfide sempre più gravi. In particolare, le aree costiere e fluviali sono sempre più colpite da inondazioni frequenti, inquinamento idrico, perdita di habitat e frammentazione spaziale, fattori che sono diventati ostacoli chiave per lo sviluppo urbano sostenibile. In questo contesto, gli approcci tradizionali di progettazione urbana—basati principalmente sull’architettura e sulla griglia viaria—mostrano limiti evidenti nel gestire la complessità ecologica e la resilienza sociale. Negli ultimi anni, l’Urbanistica del Paesaggio (Landscape Urbanism) è emersa come paradigma progettuale promettente e quadro metodologico per affrontare queste problematiche ecologiche urbane (Waldheim, 2006)[1]. Essa propone di utilizzare il paesaggio come medium fondamentale per organizzare lo spazio e la struttura urbana, enfatizzando l’interazione tra topografia, idrologia, processi ecologici e sistemi sociali. Piuttosto che adottare una logica guidata dalla forma, promuove un approccio progettuale basato sui processi, mirando a creare sistemi ecologici urbani dinamici, aperti e adattativi. Come sottolineato da Charles Waldheim (2006): «Il paesaggio ha una capacità maggiore dell’architettura di organizzare la città contemporanea» (Waldheim, 2006); analogamente, James Corner (1999) ha enfatizzato il potere generativo dei processi naturali, suggerendo che lo spazio urbano debba essere inteso come una piattaforma ecologica in evoluzione (Corner, 1999)[2]. Questo quadro teorico si distacca dalla visione tradizionale del paesaggio come decorazione o abbellimento urbano, posizionandolo invece come medium ibrido—una forma di infrastruttura, regolatore ecologico e interfaccia sociale. Questo studio prende come caso di studio il sistema del fiume Colentina a Bucarest, in Romania, concentrandosi su problematiche tipiche come il rischio idraulico, il degrado ecologico del corpo idrico e il declino degli spazi fluviali. Utilizzando i principi dell’Urbanistica del Paesaggio, propone una strategia di rigenerazione incentrata sui processi ecologici e sul paesaggio come medium, attraverso la progettazione di bacini di ritenzione, canali di bypass e una rete di infrastrutture blu-verdi.