Located in southern Tunisia, the island of Djerba today appears as a fragmented landscape—caught between enduring traditions and abrupt disruptions, shaped by the forces of globalization and local resistance. This thesis offers a multi-scalar exploration that blends territorial analysis, urban studies, and a critical perspective on tourism as both a spatial and cultural construct. By integrating cartographic, historical, geographic, and socio-economic data, the research constructs a layered and dynamic portrait of the island—not as a passive setting, but as an active, historically situated subject deeply intertwined with global capitalist flows. A central focus is placed on the trajectory of all-inclusive tourism, whose rapid expansion since the 1980s has significantly transformed the island’s spatial and social fabric. The spread of self-contained resorts, often disconnected from the local context, has generated a twofold impact: on the one hand, disrupting traditional land use and settlement patterns; on the other, reducing the island’s identity to an exotic, consumable image for global markets. Rather than merely describing these shifts, the thesis seeks to unpack the mechanisms behind them, exposing the tensions between lived realities and constructed representations, between appropriation and dispossession. In this framework, Djerba becomes a lens through which to examine the contradictions of contemporary tourism-driven development and, more broadly, the production of space in the Mediterranean region. The island’s environmental, cultural, and social fragilities are not treated as constraints, but as critical tools for rethinking spatial narratives and envisioning more grounded, responsible approaches to planning. Studying Djerba thus opens up the possibility of an alternative territorial discourse—one that questions not only the consequences of tourism, but its very premises and modes of reproduction.

L’isola di Djerba, nel sud della Tunisia, si presenta oggi come un paesaggio sospeso tra permanenze e discontinuità, attraversato da tensioni globali e resistenze locali. Il lavoro qui proposto si configura come un’indagine a più livelli, che coniuga strumenti dell’analisi territoriale, lettura urbana e riflessione critica sul turismo come dispositivo spaziale e culturale. Attraverso un approccio che integra dati cartografici, geografici, storici e socioeconomici, la tesi restituisce un ritratto complesso dell’isola, considerata non come sfondo neutro ma come soggetto vivo, storicizzato, profondamente segnato dalle traiettorie del capitalismo globale. Particolare attenzione è rivolta alla parabola del turismo all-inclusive, la cui diffusione massiccia dagli anni Ottanta in poi ha profondamente modificato le dinamiche spaziali e sociali del territorio. L’introduzione di resort chiusi, spesso disconnessi dalle trame locali, ha prodotto un duplice effetto: da un lato, ha alterato la morfologia e l’uso del suolo, frammentando le logiche insediative tradizionali; dall’altro, ha riconfigurato l’immagine stessa dell’isola, riducendola a oggetto di consumo turistico esotizzante. L’analisi non si limita a descrivere queste trasformazioni, ma intende smascherarne le logiche sottese, mettendo in luce la tensione tra spazio vissuto e spazio rappresentato, tra appropriazione e spossessamento. In questo senso, Djerba diventa una lente attraverso cui interrogare le contraddizioni dello sviluppo turistico contemporaneo e, più in generale, i processi di costruzione dello spazio nel contesto mediterraneo. La fragilità dell’isola — ambientale, culturale, sociale — non è qui intesa come limite, bensì come cifra critica, capace di generare letture profonde e progettualità responsabili. Analizzare Djerba significa allora confrontarsi con la possibilità di un’altra narrazione territoriale, che non si limiti a osservare gli effetti del turismo, ma interroghi le condizioni stesse della sua esistenza e della sua riproduzione.

Djerba : raccontare attraverso le fragilità

Di Lauro, Claudia Francesca
2024/2025

Abstract

Located in southern Tunisia, the island of Djerba today appears as a fragmented landscape—caught between enduring traditions and abrupt disruptions, shaped by the forces of globalization and local resistance. This thesis offers a multi-scalar exploration that blends territorial analysis, urban studies, and a critical perspective on tourism as both a spatial and cultural construct. By integrating cartographic, historical, geographic, and socio-economic data, the research constructs a layered and dynamic portrait of the island—not as a passive setting, but as an active, historically situated subject deeply intertwined with global capitalist flows. A central focus is placed on the trajectory of all-inclusive tourism, whose rapid expansion since the 1980s has significantly transformed the island’s spatial and social fabric. The spread of self-contained resorts, often disconnected from the local context, has generated a twofold impact: on the one hand, disrupting traditional land use and settlement patterns; on the other, reducing the island’s identity to an exotic, consumable image for global markets. Rather than merely describing these shifts, the thesis seeks to unpack the mechanisms behind them, exposing the tensions between lived realities and constructed representations, between appropriation and dispossession. In this framework, Djerba becomes a lens through which to examine the contradictions of contemporary tourism-driven development and, more broadly, the production of space in the Mediterranean region. The island’s environmental, cultural, and social fragilities are not treated as constraints, but as critical tools for rethinking spatial narratives and envisioning more grounded, responsible approaches to planning. Studying Djerba thus opens up the possibility of an alternative territorial discourse—one that questions not only the consequences of tourism, but its very premises and modes of reproduction.
FERRARI, MASSIMO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
22-lug-2025
2024/2025
L’isola di Djerba, nel sud della Tunisia, si presenta oggi come un paesaggio sospeso tra permanenze e discontinuità, attraversato da tensioni globali e resistenze locali. Il lavoro qui proposto si configura come un’indagine a più livelli, che coniuga strumenti dell’analisi territoriale, lettura urbana e riflessione critica sul turismo come dispositivo spaziale e culturale. Attraverso un approccio che integra dati cartografici, geografici, storici e socioeconomici, la tesi restituisce un ritratto complesso dell’isola, considerata non come sfondo neutro ma come soggetto vivo, storicizzato, profondamente segnato dalle traiettorie del capitalismo globale. Particolare attenzione è rivolta alla parabola del turismo all-inclusive, la cui diffusione massiccia dagli anni Ottanta in poi ha profondamente modificato le dinamiche spaziali e sociali del territorio. L’introduzione di resort chiusi, spesso disconnessi dalle trame locali, ha prodotto un duplice effetto: da un lato, ha alterato la morfologia e l’uso del suolo, frammentando le logiche insediative tradizionali; dall’altro, ha riconfigurato l’immagine stessa dell’isola, riducendola a oggetto di consumo turistico esotizzante. L’analisi non si limita a descrivere queste trasformazioni, ma intende smascherarne le logiche sottese, mettendo in luce la tensione tra spazio vissuto e spazio rappresentato, tra appropriazione e spossessamento. In questo senso, Djerba diventa una lente attraverso cui interrogare le contraddizioni dello sviluppo turistico contemporaneo e, più in generale, i processi di costruzione dello spazio nel contesto mediterraneo. La fragilità dell’isola — ambientale, culturale, sociale — non è qui intesa come limite, bensì come cifra critica, capace di generare letture profonde e progettualità responsabili. Analizzare Djerba significa allora confrontarsi con la possibilità di un’altra narrazione territoriale, che non si limiti a osservare gli effetti del turismo, ma interroghi le condizioni stesse della sua esistenza e della sua riproduzione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/239973