Ascensus : a new project for Museo Diocesano

The Ascensus project addresses the long-standing issue of establishing a permanent closure for the Cloister of Sant’Eustorgio and creating a formal entrance to the Museo Diocesano. The adjacent piazza, currently a mere parking lot, is transformed into an airy urban corridor that leads to the park, revealing a previously almost hidden access. The intervention creates a pronounced open gateway to both the park and the museum complex. The missing arm of the cloister, destroyed by WWII bombings, serves as the project's departing point. The design closes the ring with a structure that is visibly contemporary, establishing a deliberate contrast with the historic cloister. However, it maintains a strong relationship with the existing building in terms of height and layout to achieve continuity. Consciously set apart from the main museum itinerary is the lateral building to the north. This structure is not part of the main museum body as it is dedicated to the community, hosting a workshop and a gallery for student works. For both new buildings, the materiality pays homage to Milanese architectural heritage: the ceramic tile, and, more specifically, the clinker. Their green color, in turn, directly references the lush vegetation of the adjacent park. As the piazza descends, a suspended passageway is revealed. Above, the bridge serves as a panoramic viewpoint, on one side overlooking the urban stairway and, on the other, the gradual ascent towards the park. Piercing through the lateral building, it connects one side of the historical cloister to the park. Under the bridge, the entries to both volumes become the focal points of the project. This underpass functions as a pivotal point, marking the transition between the built nucleus and the park, after which one ascends once again: either forward to the park or inside one of the two buildings. This play of descent and ascent is made possible by interpreting the urban square as the dominant force, allowing it to enter the footprint of the buildings rather than being interrupted by them. As the urban steps continue inside, becoming the floor of the main building, and a ramp is welcomed as the ground of the lateral building, the boundaries between interior and exterior are dissolved.

Il progetto Ascensus affronta il tema, da tempo irrisolto, della chiusura definitiva del chiostro di Sant’Eustorgio e della definizione di un ingresso formale per il Museo Diocesano. L’attuale piazza adiacente, oggi utilizzata come parcheggio, viene trasformata in un ampio corridoio urbano che conduce al parco, svelando un accesso finora poco visibile. L’intervento apre una nuova soglia marcata sia verso il parco sia verso il complesso museale. L’ala mancante del chiostro, distrutta durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, costituisce il punto di partenza del progetto. La proposta ricuce il perimetro con un volume chiaramente contemporaneo, in contrasto intenzionale con l’architettura storica, ma coerente per altezza e impianto, così da garantire continuità e dialogo con l’esistente. L’edificio laterale a nord, volutamente separato dal percorso museale principale, è destinato alla comunità: ospita un laboratorio e una galleria dedicata ai lavori degli studenti. In entrambi i nuovi volumi, la scelta dei materiali richiama la tradizione architettonica milanese: la ceramica, e in particolare il clinker. Il colore verde, invece, rimanda direttamente alla vegetazione del parco adiacente. L’abbassamento della piazza svela un passaggio sospeso: il ponte, al livello superiore, funge da punto panoramico, affacciandosi da un lato sulla scalinata urbana e dall’altro verso la salita che conduce al parco. Attraversando l’edificio laterale, esso connette un lato del chiostro storico direttamente con il verde. Sotto al ponte, gli ingressi dei due edifici diventano fulcro compositivo del progetto. Questo passaggio coperto segna la soglia tra il nucleo costruito e lo spazio naturale, da cui si può poi risalire: verso il parco o all’interno degli edifici. Il gioco tra discesa e risalita è reso possibile grazie all’interpretazione della piazza come elemento generatore dello spazio, che penetra nel costruito invece di esserne interrotta. I gradini urbani proseguono all’interno, diventando pavimento dell’edificio principale, mentre una rampa accompagna il livello del volume laterale: i confini tra interno ed esterno si dissolvono.