Planning the Iridescent Dark: Landscape Strategies for Nighttime Environments — The Case of Riyadh, Saudi Arabia In the age of global urbanization, artificial light at night (ALAN) has fundamentally transformed the nocturnal environment, triggering ecological disruptions and erasing the natural rhythms of light and darkness. This thesis investigates light pollution through a landscape architecture lens, addressing its spatial, ecological, and perceptual consequences across scales. By integrating scientific principles of light, ecological sensitivity, and cultural symbolism, the project reframes darkness as a designable resource rather than a void to be filled. Using the Riyadh metropolitan region as a case study, situated in the ecologically fragile Arabian Peninsula, the study employs a multi-layered mapping methodology combining VIIRS light pollution data, ecological zones, migratory bird flyways, and seasonal rhythms of human activity. Key species affected by ALAN—such as the Steppe Eagle, Houbara Bustard, and nocturnal pollinators—are mapped against urban brightness and hydrological corridors, revealing critical spatiotemporal conflicts. A rhythm-based diagram (Riyadh Rhythm Rethinking) visualizes the interplay between moonlight, temperature, rainfall, and biodiversity flows across 366 nights 2024. The project’s spatial framework translates these insights into landscape strategies across urban-ecological transects: dark sky buffer zones, light-shielded corridors, temporal lighting policies, and community co-monitoring initiatives. A special focus is placed on the Wadi Hanifah corridor, where dark-sky preservation intersects with biodiversity restoration, community nighttime use, and desert morphology. Historically informed by the evolution of artificial light technologies—from fire to LED—the thesis positions the loss of darkness as a planetary-scale design challenge. Drawing from cross-disciplinary references such as The Darkness Manifesto, Scape Magazine, Topos: Darkness, The End of Night, satellite-based atlases, and ecological field data, ultimately calling for a new paradigm in landscape design: one that restores temporal depth, rewilds the night, and redefines “illumination” through coexistence.

Pianificare l’Oscurità Iridescente: Strategie paesaggistiche per gli ambienti notturni — Il caso di Riyadh, Arabia Saudita Nell’era dell’urbanizzazione globale, la luce artificiale notturna (ALAN – Artificial Light at Night) ha trasformato radicalmente l’ambiente notturno, causando gravi alterazioni ecologiche e cancellando i ritmi naturali di luce e oscurità. Questa tesi analizza il fenomeno dell’inquinamento luminoso attraverso la lente dell’architettura del paesaggio, affrontandone le conseguenze spaziali, ecologiche e percettive su più scale. Integrando i principi scientifici della luce, la sensibilità ecologica e il simbolismo culturale, il progetto ridefinisce l’oscurità non come un vuoto da colmare, ma come una risorsa progettuale. Prendendo come caso studio l’area metropolitana di Riyadh, situata nella fragile penisola arabica dal punto di vista ecologico, lo studio adotta una metodologia di mappatura multilivello, che combina i dati satellitari VIIRS sull’inquinamento luminoso, le zone ecologiche, le rotte migratorie degli uccelli e i ritmi stagionali delle attività umane. Le specie chiave colpite dall’ALAN – come l’aquila delle steppe, l’otarda di MacQueen e gli impollinatori notturni – vengono mappate in relazione alla luminosità urbana e ai corridoi idrologici, rivelando conflitti spazio-temporali critici. Un diagramma ritmico (Riyadh Rhythm Rethinking) visualizza l’interazione tra la luce lunare, la temperatura, le precipitazioni e i flussi di biodiversità durante tutte le 366 notti del 2024. Il quadro spaziale progettuale traduce queste analisi in strategie paesaggistiche applicabili lungo i gradienti urbano-ecologici: zone cuscinetto a cielo buio, corridoi schermati dalla luce, politiche di illuminazione temporizzata e iniziative di monitoraggio partecipato. Un focus particolare è dedicato al corridoio del Wadi Hanifah, dove la conservazione del cielo notturno si intreccia con la rigenerazione della biodiversità, l’uso comunitario notturno e la morfologia desertica. Informata storicamente dall’evoluzione delle tecnologie di illuminazione artificiale – dal fuoco ai LED – la tesi propone la perdita dell’oscurità come una sfida progettuale su scala planetaria. Attraverso riferimenti interdisciplinari come The Darkness Manifesto, Scape Magazine, Topos: Darkness, The End of Night, atlanti satellitari e dati ecologici di campo, lo studio invoca un nuovo paradigma nel progetto del paesaggio: un paradigma che ristabilisca la profondità temporale, rinaturalizzi la notte e ridefinisca il concetto stesso di “illuminazione” attraverso la coesistenza.

Planning the iridescent dark: landscape strategies for nighttime environments - the case of Riyadh, Saudi Arabia

Wang, Mengnan
2024/2025

Abstract

Planning the Iridescent Dark: Landscape Strategies for Nighttime Environments — The Case of Riyadh, Saudi Arabia In the age of global urbanization, artificial light at night (ALAN) has fundamentally transformed the nocturnal environment, triggering ecological disruptions and erasing the natural rhythms of light and darkness. This thesis investigates light pollution through a landscape architecture lens, addressing its spatial, ecological, and perceptual consequences across scales. By integrating scientific principles of light, ecological sensitivity, and cultural symbolism, the project reframes darkness as a designable resource rather than a void to be filled. Using the Riyadh metropolitan region as a case study, situated in the ecologically fragile Arabian Peninsula, the study employs a multi-layered mapping methodology combining VIIRS light pollution data, ecological zones, migratory bird flyways, and seasonal rhythms of human activity. Key species affected by ALAN—such as the Steppe Eagle, Houbara Bustard, and nocturnal pollinators—are mapped against urban brightness and hydrological corridors, revealing critical spatiotemporal conflicts. A rhythm-based diagram (Riyadh Rhythm Rethinking) visualizes the interplay between moonlight, temperature, rainfall, and biodiversity flows across 366 nights 2024. The project’s spatial framework translates these insights into landscape strategies across urban-ecological transects: dark sky buffer zones, light-shielded corridors, temporal lighting policies, and community co-monitoring initiatives. A special focus is placed on the Wadi Hanifah corridor, where dark-sky preservation intersects with biodiversity restoration, community nighttime use, and desert morphology. Historically informed by the evolution of artificial light technologies—from fire to LED—the thesis positions the loss of darkness as a planetary-scale design challenge. Drawing from cross-disciplinary references such as The Darkness Manifesto, Scape Magazine, Topos: Darkness, The End of Night, satellite-based atlases, and ecological field data, ultimately calling for a new paradigm in landscape design: one that restores temporal depth, rewilds the night, and redefines “illumination” through coexistence.
MENGNAN, WANG
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
22-lug-2025
2024/2025
Pianificare l’Oscurità Iridescente: Strategie paesaggistiche per gli ambienti notturni — Il caso di Riyadh, Arabia Saudita Nell’era dell’urbanizzazione globale, la luce artificiale notturna (ALAN – Artificial Light at Night) ha trasformato radicalmente l’ambiente notturno, causando gravi alterazioni ecologiche e cancellando i ritmi naturali di luce e oscurità. Questa tesi analizza il fenomeno dell’inquinamento luminoso attraverso la lente dell’architettura del paesaggio, affrontandone le conseguenze spaziali, ecologiche e percettive su più scale. Integrando i principi scientifici della luce, la sensibilità ecologica e il simbolismo culturale, il progetto ridefinisce l’oscurità non come un vuoto da colmare, ma come una risorsa progettuale. Prendendo come caso studio l’area metropolitana di Riyadh, situata nella fragile penisola arabica dal punto di vista ecologico, lo studio adotta una metodologia di mappatura multilivello, che combina i dati satellitari VIIRS sull’inquinamento luminoso, le zone ecologiche, le rotte migratorie degli uccelli e i ritmi stagionali delle attività umane. Le specie chiave colpite dall’ALAN – come l’aquila delle steppe, l’otarda di MacQueen e gli impollinatori notturni – vengono mappate in relazione alla luminosità urbana e ai corridoi idrologici, rivelando conflitti spazio-temporali critici. Un diagramma ritmico (Riyadh Rhythm Rethinking) visualizza l’interazione tra la luce lunare, la temperatura, le precipitazioni e i flussi di biodiversità durante tutte le 366 notti del 2024. Il quadro spaziale progettuale traduce queste analisi in strategie paesaggistiche applicabili lungo i gradienti urbano-ecologici: zone cuscinetto a cielo buio, corridoi schermati dalla luce, politiche di illuminazione temporizzata e iniziative di monitoraggio partecipato. Un focus particolare è dedicato al corridoio del Wadi Hanifah, dove la conservazione del cielo notturno si intreccia con la rigenerazione della biodiversità, l’uso comunitario notturno e la morfologia desertica. Informata storicamente dall’evoluzione delle tecnologie di illuminazione artificiale – dal fuoco ai LED – la tesi propone la perdita dell’oscurità come una sfida progettuale su scala planetaria. Attraverso riferimenti interdisciplinari come The Darkness Manifesto, Scape Magazine, Topos: Darkness, The End of Night, atlanti satellitari e dati ecologici di campo, lo studio invoca un nuovo paradigma nel progetto del paesaggio: un paradigma che ristabilisca la profondità temporale, rinaturalizzi la notte e ridefinisca il concetto stesso di “illuminazione” attraverso la coesistenza.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/240077