Otherwise. Moving beyond dominant design paradigms : storylab as an agonistic practice in prison

This thesis investigates how design can challenge dominant paradigms and operate as a political practice in marginal contexts, focusing on Storylab, a participatory storytelling workshop held weekly in San Vittore prison, Milan. Through ethnographic fieldwork and theoretical inquiry, the research explores how Storylab embodies the principles of agonism
as theorized by Chantal Mouffe in her model of agonistic pluralism.
The work begins by situating prisons historically and politically, showing how incarceration functions not only as punishment but as a structural response to social vulnerability and political neglect. A focus on the Italian penal system, its legal evolution, the current crisis of overcrowding, and the rise of penal populism, reveals the systemic nature of exclusion and the political dimensions of imprisonment.
From this foundation, the thesis looks at the evolving role of design in social change and highlights the criticalities of the dominant design culture focused on consensus, neutrality, solusionism, scalability and a market-oriented approach. The theoretical core is built around agonistic pluralism and its application to design. Mouffe’s critique of consensus and emphasis on conflict as constitutive of democracy frames the analysis of Storylab. Through three dimensions of agonism – agonism of outputs, in the process, and of the design practice – the thesis analyzes specific activities within Storylab to understand how it makes room for dissensus, pluralism and agonistic conflict, and democratic practices.
The thesis explores Storylab as an agonistic practice, as a starting point to then understand how to promote designing otherwise, by embracing pluralism, dissensus, democracy, listening, experimentation, non-expert-centric approaches, situatedness, the political nature of design and becoming socially-embedded.

Questa tesi indaga come il design possa sfidare i paradigmi dominanti e operare come pratica politica in contesti marginali, concentrandosi su Storylab, un laboratorio partecipativo di narrazione che si svolge settimanalmente nel carcere di San Vittore, a Milano. Attraverso un lavoro etnografico e un'indagine teorica, la ricerca esplora come Storylab incarni i principi dell’agonismo, come teorizzati da Chantal Mouffe nel suo modello di pluralismo agonistico. La tesi inizia con una contestualizzazione storica e politica delle carceri, mostrando come l'incarcerazione funzioni non solo come punizione, ma come risposta strutturale alla vulnerabilità sociale e alla negligenza della politica. Un focus sul sistema penale italiano, la sua evoluzione legislativa, l’attuale crisi di sovraffollamento e l’ascesa del populismo penale, rivela la natura sistemica dell’esclusione e le dimensioni politiche dell’imprigionamento. Da questa base, la tesi analizza il ruolo in evoluzione del design nel cambiamento sociale e mette in luce le criticità della cultura del design dominante, incentrata su consenso, neutralità, soluzionismo, scalabilità e un approccio orientato al mercato. Il nucleo teorico è costruito attorno al pluralismo agonistico e alla sua applicazione al design. La critica di Mouffe al consenso e la sua enfasi sul conflitto come elemento costitutivo della democrazia inquadrano l’analisi di Storylab. Attraverso tre dimensioni dell’agonismo, agonismo degli output, nel processo e della pratica progettuale, la tesi analizza attività specifiche all’interno di Storylab per comprendere come questo spazio renda possibile il dissenso, il pluralismo, il conflitto agonistico e le pratiche democratiche. La tesi esplora Storylab come pratica agonistica, per poi riflettere su come promuovere un "modo diverso di progettare" (otherwise), abbracciando pluralismo, dissenso, democrazia, ascolto, sperimentazione, approcci "non centrati sull’esperto", situatezza, la natura politica del design e un inserimento sociale vero da parte dei designer nel contesto in cui lavorano.