Milan is a city built by superimpositions, in which historical traces coexist with the voids left by the urban transformations and traumatic events of the twentieth century. In this multifaceted fabric, religious monuments and architecture stand out, including the Sant’Eustorgio complex. Home to the Diocesan Museum, the complex preserves two cloisters inside, one of which, the second, on the north side, lost one of its wings during the bombings of the Second World War. This architectural and urban void, which is now occupied by a temporary structure, represents both a wound and a design opportunity. The project therefore begins with a series of inspections aimed at detecting the geometric conditions, the state of conservation and the phenomena of degradation, with the aim of providing a clear image of the identity of the pre-existence and its fragilities. Using these analyses as a starting point, an intervention was developed that is not limited to the reconstruction of the missing wing, but introduces a new suspended architectural body, capable of restoring a form to the void and reactivating the relationship between the cloister, the city and the Parco delle Basiliche. The project addresses all the components of the architectural process in an integrated manner: from spatial definition to structural design, from attention to construction details to plant design, all without neglecting the sustainability of the design choices, materials and the durability of the intervention over time. The new architecture aims to reactivate and integrate new exhibition spaces in the Diocesan Museum, trying to preserve its historical memory through a contemporary language, defining new thresholds and spatial connections. The aim is to offer an architecture capable of dialoguing with the past, but oriented towards the future, capable of restoring meaning, function and quality to an emblematic place in the city of Milan.

Milano è una città costruita per sovrapposizioni, in cui le tracce storiche convivono con i vuoti lasciati dalle trasformazioni urbane e dagli eventi traumatici del Novecento. In questo tessuto multiforme spiccano monumenti e architetture religiose, tra cui il complesso di Sant’Eustorgio. Sede del Museo Diocesano, il complesso conserva al suo interno due chiostri, uno dei quali, il secondo, sul lato nord, ha perso una delle sue ali durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Questo vuoto architettonico e urbano, che ad oggi è occupato da una struttura temporanea, rappresenta tanto una ferita quanto un’opportunità progettuale. Il progetto prende quindi avvio da una serie di sopralluoghi mirati a rilevare le condizioni geometriche, lo stato di conservazione e dei fenomeni di degrado, allo scopo di restituire un’immagine chiara dell’identità della preesistenza e delle sue fragilità. Utilizzando tali analisi come base di partenza è stato sviluppato un intervento che non si limita alla ricostruzione dell’ala mancante, ma introduce un nuovo corpo architettonico sospeso, capace di restituire una forma al vuoto e di riattivare il rapporto tra il chiostro, la città e il Parco delle Basiliche. Il progetto affronta in modo integrato tutte le componenti del processo architettonico: dalla definizione spaziale alla progettazione strutturale, dalla cura dei dettagli costruttivi alla progettazione impiantistica, il tutto senza tralasciare la sostenibilità delle scelte progettuali, dei materiali e alla durabilità dell’intervento nel tempo. La nuova architettura mira a riattivare e integrare nuovi spazi espositivi al muso Diocesano, cercando di preservarne la memoria storica attraverso un linguaggio contemporaneo, definendo nuove soglie e connessioni spaziali. L’obiettivo è quello di offrire un’architettura capace di dialogare con il passato, ma orientata al futuro, in grado di restituire senso, funzione e qualità a un luogo emblematico della città di Milano.

Quadro : framing void

BRUNELLI, SOFIA;VILLOTTA, ELIA
2024/2025

Abstract

Milan is a city built by superimpositions, in which historical traces coexist with the voids left by the urban transformations and traumatic events of the twentieth century. In this multifaceted fabric, religious monuments and architecture stand out, including the Sant’Eustorgio complex. Home to the Diocesan Museum, the complex preserves two cloisters inside, one of which, the second, on the north side, lost one of its wings during the bombings of the Second World War. This architectural and urban void, which is now occupied by a temporary structure, represents both a wound and a design opportunity. The project therefore begins with a series of inspections aimed at detecting the geometric conditions, the state of conservation and the phenomena of degradation, with the aim of providing a clear image of the identity of the pre-existence and its fragilities. Using these analyses as a starting point, an intervention was developed that is not limited to the reconstruction of the missing wing, but introduces a new suspended architectural body, capable of restoring a form to the void and reactivating the relationship between the cloister, the city and the Parco delle Basiliche. The project addresses all the components of the architectural process in an integrated manner: from spatial definition to structural design, from attention to construction details to plant design, all without neglecting the sustainability of the design choices, materials and the durability of the intervention over time. The new architecture aims to reactivate and integrate new exhibition spaces in the Diocesan Museum, trying to preserve its historical memory through a contemporary language, defining new thresholds and spatial connections. The aim is to offer an architecture capable of dialoguing with the past, but oriented towards the future, capable of restoring meaning, function and quality to an emblematic place in the city of Milan.
ADDAMIANO , MASSIMO
CELANI, ALBERTO
DE PONTI, JACOPO MARIA
PISTIDDA, SONIA
PITERA', LUCA ALBERTO
TONIOLO, LUCIA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
22-lug-2025
2024/2025
Milano è una città costruita per sovrapposizioni, in cui le tracce storiche convivono con i vuoti lasciati dalle trasformazioni urbane e dagli eventi traumatici del Novecento. In questo tessuto multiforme spiccano monumenti e architetture religiose, tra cui il complesso di Sant’Eustorgio. Sede del Museo Diocesano, il complesso conserva al suo interno due chiostri, uno dei quali, il secondo, sul lato nord, ha perso una delle sue ali durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Questo vuoto architettonico e urbano, che ad oggi è occupato da una struttura temporanea, rappresenta tanto una ferita quanto un’opportunità progettuale. Il progetto prende quindi avvio da una serie di sopralluoghi mirati a rilevare le condizioni geometriche, lo stato di conservazione e dei fenomeni di degrado, allo scopo di restituire un’immagine chiara dell’identità della preesistenza e delle sue fragilità. Utilizzando tali analisi come base di partenza è stato sviluppato un intervento che non si limita alla ricostruzione dell’ala mancante, ma introduce un nuovo corpo architettonico sospeso, capace di restituire una forma al vuoto e di riattivare il rapporto tra il chiostro, la città e il Parco delle Basiliche. Il progetto affronta in modo integrato tutte le componenti del processo architettonico: dalla definizione spaziale alla progettazione strutturale, dalla cura dei dettagli costruttivi alla progettazione impiantistica, il tutto senza tralasciare la sostenibilità delle scelte progettuali, dei materiali e alla durabilità dell’intervento nel tempo. La nuova architettura mira a riattivare e integrare nuovi spazi espositivi al muso Diocesano, cercando di preservarne la memoria storica attraverso un linguaggio contemporaneo, definendo nuove soglie e connessioni spaziali. L’obiettivo è quello di offrire un’architettura capace di dialogare con il passato, ma orientata al futuro, in grado di restituire senso, funzione e qualità a un luogo emblematico della città di Milano.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/240325