This thesis proposes a holistic, multi‐scalar landscape architecture strategy for the Vega del Tajuña—a historically productive but currently fragmented floodplain valley southeast of metropolitan Madrid—and a pilot implementation in the town of Perales del Tajuña. By framing local olive oil, wine, and organic horticulture enterprises as “seeds of resilience,” it reveals how niche, high‐quality agricultural producers are beginning to germinate in a territory long overlooked despite its fertile alluvial soils and rich aquifer systems. At the valley scale (L), the project deploys a distributed water management network that mimics and reinforces natural hydrological processes. Existing quarries on the Alcarria plateau become artificial recharge basins, restoring aquifer levels that declining precipitation and rising temperatures have undermined. Down‐slope, spring zones and incipient rivulets are buffered by riparian vegetation strips that minimize evapotranspiration. Before entering each municipality, a series of “retention ponds” capture, treat, and store spring water, ensuring dry‐season reserves. Within towns, nature‐based solutions—including rain gardens, detention basins, and constructed wetlands—collect and purify both urban runoff and roof‐harvested rainwater for productive reuse by local agro‐enterprises, before final phytofiltration cascades return clean water to the Tajuña River. Strategic flood‐mitigation ponds along the riverbank further attenuate peak flows. At the micro scale (M), Perales del Tajuña serves as a “green‑grey infrastructure node” and pilot site. Here, the source‐to‐gate continuum is made tangible: riparian buffers safeguard the spring that feeds the town; detention basins double as parking and flood control; upstream retention ponds guarantee municipal water security; and a linear 1 km “agro‑museum” corridor guides visitors through illustrative groves, vineyards, and bio‑orchards, culminating in a transparent “two‐phase” olive mill and a downstream wetland filtration system. This integrated framework not only celebrates the Vega’s cultural terroir and circular economy but also delivers climate‑resilient water infrastructures that reconnect nature, agriculture, and community.

Questa tesi propone una strategia olistica e multi-scalare di architettura del paesaggio per la Vega del Tajuña—una valle alluvionale storicamente produttiva ma attualmente frammentata, situata a sud-est della Madrid metropolitana—con una prima implementazione pilota nel comune di Perales del Tajuña. Considerando le imprese locali legate alla produzione di olio d’oliva, vino e orticoltura biologica come “semi di resilienza”, il progetto mette in luce come produttori agricoli di nicchia e alta qualità stiano iniziando a germogliare in un territorio a lungo trascurato, nonostante i suoi fertili suoli alluvionali e i ricchi sistemi acquiferi. Alla scala della valle (L), il progetto attiva una rete di gestione idrica distribuita che simula e rafforza i processi idrologici naturali. Le cave esistenti sull'altopiano dell’Alcarria diventano bacini artificiali di ricarica, ripristinando i livelli acquiferi compromessi dalla diminuzione delle precipitazioni e dall’aumento delle temperature. Più a valle, le zone sorgive e i ruscelli emergenti sono protetti da fasce di vegetazione ripariale che riducono l’evapotraspirazione. Prima di entrare nei centri abitati, una serie di “bacini di ritenzione” intercetta, tratta e immagazzina le acque sorgive, assicurando riserve per la stagione secca. All’interno dei paesi, soluzioni basate sulla natura—come giardini della pioggia, bacini di detenzione e zone umide artificiali—raccolgono e depurano sia il deflusso urbano sia l’acqua piovana raccolta dai tetti, rendendola riutilizzabile per le imprese agro-produttive locali, prima che cascate di fitofiltrazione restituiscano acqua pulita al fiume Tajuña. Bacini strategici per la mitigazione delle piene lungo la riva del fiume attenuano ulteriormente i picchi di portata. Alla micro-scala (M), Perales del Tajuña funge da “nodo infrastrutturale verde-grigio” e sito pilota. Qui, il continuum dalla sorgente al consumo viene reso tangibile: le fasce ripariali proteggono la sorgente che alimenta il paese; i bacini di detenzione funzionano anche come parcheggi e dispositivi di controllo delle piene; i bacini di ritenzione a monte garantiscono la sicurezza idrica municipale; e un corridoio agro-museale lineare di 1 km guida i visitatori attraverso oliveti illustrativi, vigneti e frutteti biologici, culminando in un frantoio trasparente a “due fasi” e un sistema filtrante a zona umida situato più a valle. Questo quadro integrato non solo celebra il terroir culturale della Vega e la sua economia circolare, ma fornisce anche infrastrutture idriche resilienti al clima, capaci di riconnettere natura, agricoltura e comunità.

Seeds of resilience in the Tajuña: a multi-scalar green-grey infrastructure strategy for water-sensitive agro-ecological revival

Bossi, Federico
2024/2025

Abstract

This thesis proposes a holistic, multi‐scalar landscape architecture strategy for the Vega del Tajuña—a historically productive but currently fragmented floodplain valley southeast of metropolitan Madrid—and a pilot implementation in the town of Perales del Tajuña. By framing local olive oil, wine, and organic horticulture enterprises as “seeds of resilience,” it reveals how niche, high‐quality agricultural producers are beginning to germinate in a territory long overlooked despite its fertile alluvial soils and rich aquifer systems. At the valley scale (L), the project deploys a distributed water management network that mimics and reinforces natural hydrological processes. Existing quarries on the Alcarria plateau become artificial recharge basins, restoring aquifer levels that declining precipitation and rising temperatures have undermined. Down‐slope, spring zones and incipient rivulets are buffered by riparian vegetation strips that minimize evapotranspiration. Before entering each municipality, a series of “retention ponds” capture, treat, and store spring water, ensuring dry‐season reserves. Within towns, nature‐based solutions—including rain gardens, detention basins, and constructed wetlands—collect and purify both urban runoff and roof‐harvested rainwater for productive reuse by local agro‐enterprises, before final phytofiltration cascades return clean water to the Tajuña River. Strategic flood‐mitigation ponds along the riverbank further attenuate peak flows. At the micro scale (M), Perales del Tajuña serves as a “green‑grey infrastructure node” and pilot site. Here, the source‐to‐gate continuum is made tangible: riparian buffers safeguard the spring that feeds the town; detention basins double as parking and flood control; upstream retention ponds guarantee municipal water security; and a linear 1 km “agro‑museum” corridor guides visitors through illustrative groves, vineyards, and bio‑orchards, culminating in a transparent “two‐phase” olive mill and a downstream wetland filtration system. This integrated framework not only celebrates the Vega’s cultural terroir and circular economy but also delivers climate‑resilient water infrastructures that reconnect nature, agriculture, and community.
TROVATO, MARIA GABRIELLA
VILLALOBOS HERNANDEZ, MARIA A.
YANG, DICHENG
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
22-lug-2025
2024/2025
Questa tesi propone una strategia olistica e multi-scalare di architettura del paesaggio per la Vega del Tajuña—una valle alluvionale storicamente produttiva ma attualmente frammentata, situata a sud-est della Madrid metropolitana—con una prima implementazione pilota nel comune di Perales del Tajuña. Considerando le imprese locali legate alla produzione di olio d’oliva, vino e orticoltura biologica come “semi di resilienza”, il progetto mette in luce come produttori agricoli di nicchia e alta qualità stiano iniziando a germogliare in un territorio a lungo trascurato, nonostante i suoi fertili suoli alluvionali e i ricchi sistemi acquiferi. Alla scala della valle (L), il progetto attiva una rete di gestione idrica distribuita che simula e rafforza i processi idrologici naturali. Le cave esistenti sull'altopiano dell’Alcarria diventano bacini artificiali di ricarica, ripristinando i livelli acquiferi compromessi dalla diminuzione delle precipitazioni e dall’aumento delle temperature. Più a valle, le zone sorgive e i ruscelli emergenti sono protetti da fasce di vegetazione ripariale che riducono l’evapotraspirazione. Prima di entrare nei centri abitati, una serie di “bacini di ritenzione” intercetta, tratta e immagazzina le acque sorgive, assicurando riserve per la stagione secca. All’interno dei paesi, soluzioni basate sulla natura—come giardini della pioggia, bacini di detenzione e zone umide artificiali—raccolgono e depurano sia il deflusso urbano sia l’acqua piovana raccolta dai tetti, rendendola riutilizzabile per le imprese agro-produttive locali, prima che cascate di fitofiltrazione restituiscano acqua pulita al fiume Tajuña. Bacini strategici per la mitigazione delle piene lungo la riva del fiume attenuano ulteriormente i picchi di portata. Alla micro-scala (M), Perales del Tajuña funge da “nodo infrastrutturale verde-grigio” e sito pilota. Qui, il continuum dalla sorgente al consumo viene reso tangibile: le fasce ripariali proteggono la sorgente che alimenta il paese; i bacini di detenzione funzionano anche come parcheggi e dispositivi di controllo delle piene; i bacini di ritenzione a monte garantiscono la sicurezza idrica municipale; e un corridoio agro-museale lineare di 1 km guida i visitatori attraverso oliveti illustrativi, vigneti e frutteti biologici, culminando in un frantoio trasparente a “due fasi” e un sistema filtrante a zona umida situato più a valle. Questo quadro integrato non solo celebra il terroir culturale della Vega e la sua economia circolare, ma fornisce anche infrastrutture idriche resilienti al clima, capaci di riconnettere natura, agricoltura e comunità.
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