The Museo Diocesano di Sant’Eustorgio in Milan sits within a rich historical and urban context where the relationship between architecture and memory plays a crucial role. The extension project explored in this thesis arises from the need to address contemporary cultural and civic demands while remaining sensitive to the layered history of the site. In a city where the past and present often coexist in tension, this intervention proposes a new form of integration: one that neither imitates nor overrides, but rather complements and completes. The project emerged from an in-depth investigation into the role of museums as civic spaces, accessible, open, and engaged with the public realm. Through direct site study, spatial analysis, and conceptual design, the research led to the development of two new architectural volumes that frame a central piazza, shaping a threshold between city and museum, between movement and contemplation. The architectural strategy is based on spatial rhythm, material continuity, and a dialogic use of light and transparency, fostering a seamless interaction between old and new. At the same time, the proposal responds to practical management needs: the decision to close the cloister arises from the necessity to better control and administer the space, given that the museum is a privately operated institution. This measure ensures the sustainability of its operations and the protection of its heritage, while still offering the public a meaningful cultural experience through redefined spatial thresholds and curated accessibility. This thesis reflects on how a design approach grounded in restraint, modularity, and contextual dialogue can generate an architecture that serves both cultural memory and contemporary life. While the project is rooted in Milan, its implications resonate more broadly: offering a model for how architecture can responsibly engage with heritage, landscape, and community in urban settings across Europe.

Il Museo Diocesano di Sant’Eustorgio a Milano si inserisce in un contesto storico e urbano ricco, in cui il rapporto tra architettura e memoria riveste un ruolo cruciale. Il progetto di ampliamento esplorato in questa tesi nasce dall’esigenza di rispondere alle attuali domande culturali e civiche, mantenendo al contempo una sensibilità verso la stratificazione storica del sito. In una città dove passato e presente spesso coesistono in tensione, questo intervento propone una nuova forma di integrazione: non un’imitazione né una sopraffazione, ma un completamento e un arricchimento reciproco. Il progetto è il risultato di un’indagine approfondita sul ruolo dei musei come spazi civici: accessibili, aperti e coinvolti nel tessuto pubblico. Attraverso lo studio diretto del sito, l’analisi spaziale e la progettazione concettuale, la ricerca ha portato allo sviluppo di due nuovi volumi architettonici che incorniciano una piazza centrale, definendo una soglia tra città e museo, tra movimento e contemplazione. La strategia architettonica si fonda sul ritmo spaziale, sulla continuità materica e su un uso dialogico della luce e della trasparenza, favorendo un’interazione armoniosa tra antico e nuovo. Allo stesso tempo, la proposta risponde a necessità pratiche di gestione: la decisione di chiudere il chiostro nasce dall’esigenza di controllare e amministrare meglio lo spazio, considerando che il museo è un’istituzione gestita privatamente. Questa misura garantisce la sostenibilità operativa e la tutela del patrimonio, pur offrendo al pubblico un’esperienza culturale significativa grazie a nuove soglie spaziali e a un’accessibilità ripensata e curata. Questa tesi riflette su come un approccio progettuale basato sulla misura, sulla modularità e sul dialogo con il contesto possa generare un’architettura capace di servire sia la memoria culturale sia la vita contemporanea. Pur essendo radicato nel contesto milanese, il progetto assume un valore più ampio: proponendo un modello di come l’architettura possa confrontarsi responsabilmente con il patrimonio, il paesaggio e la comunità nelle realtà urbane europee

5.37 : a rhythmic dialogue with Sant'Eustorgio

Allegri, Arianna;BROLLO, RICCARDO MICHELANGELO;Dal Barco, Umberto
2024/2025

Abstract

The Museo Diocesano di Sant’Eustorgio in Milan sits within a rich historical and urban context where the relationship between architecture and memory plays a crucial role. The extension project explored in this thesis arises from the need to address contemporary cultural and civic demands while remaining sensitive to the layered history of the site. In a city where the past and present often coexist in tension, this intervention proposes a new form of integration: one that neither imitates nor overrides, but rather complements and completes. The project emerged from an in-depth investigation into the role of museums as civic spaces, accessible, open, and engaged with the public realm. Through direct site study, spatial analysis, and conceptual design, the research led to the development of two new architectural volumes that frame a central piazza, shaping a threshold between city and museum, between movement and contemplation. The architectural strategy is based on spatial rhythm, material continuity, and a dialogic use of light and transparency, fostering a seamless interaction between old and new. At the same time, the proposal responds to practical management needs: the decision to close the cloister arises from the necessity to better control and administer the space, given that the museum is a privately operated institution. This measure ensures the sustainability of its operations and the protection of its heritage, while still offering the public a meaningful cultural experience through redefined spatial thresholds and curated accessibility. This thesis reflects on how a design approach grounded in restraint, modularity, and contextual dialogue can generate an architecture that serves both cultural memory and contemporary life. While the project is rooted in Milan, its implications resonate more broadly: offering a model for how architecture can responsibly engage with heritage, landscape, and community in urban settings across Europe.
ADDAMIANO, MASSIMO
CELANI, ALBERTO
DE PONTI, JACOPO MARIA
PISTIDDA, SONIA
PITERA', LUCA ALBERTO
TONIOLO, LUCIA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
22-lug-2025
2024/2025
Il Museo Diocesano di Sant’Eustorgio a Milano si inserisce in un contesto storico e urbano ricco, in cui il rapporto tra architettura e memoria riveste un ruolo cruciale. Il progetto di ampliamento esplorato in questa tesi nasce dall’esigenza di rispondere alle attuali domande culturali e civiche, mantenendo al contempo una sensibilità verso la stratificazione storica del sito. In una città dove passato e presente spesso coesistono in tensione, questo intervento propone una nuova forma di integrazione: non un’imitazione né una sopraffazione, ma un completamento e un arricchimento reciproco. Il progetto è il risultato di un’indagine approfondita sul ruolo dei musei come spazi civici: accessibili, aperti e coinvolti nel tessuto pubblico. Attraverso lo studio diretto del sito, l’analisi spaziale e la progettazione concettuale, la ricerca ha portato allo sviluppo di due nuovi volumi architettonici che incorniciano una piazza centrale, definendo una soglia tra città e museo, tra movimento e contemplazione. La strategia architettonica si fonda sul ritmo spaziale, sulla continuità materica e su un uso dialogico della luce e della trasparenza, favorendo un’interazione armoniosa tra antico e nuovo. Allo stesso tempo, la proposta risponde a necessità pratiche di gestione: la decisione di chiudere il chiostro nasce dall’esigenza di controllare e amministrare meglio lo spazio, considerando che il museo è un’istituzione gestita privatamente. Questa misura garantisce la sostenibilità operativa e la tutela del patrimonio, pur offrendo al pubblico un’esperienza culturale significativa grazie a nuove soglie spaziali e a un’accessibilità ripensata e curata. Questa tesi riflette su come un approccio progettuale basato sulla misura, sulla modularità e sul dialogo con il contesto possa generare un’architettura capace di servire sia la memoria culturale sia la vita contemporanea. Pur essendo radicato nel contesto milanese, il progetto assume un valore più ampio: proponendo un modello di come l’architettura possa confrontarsi responsabilmente con il patrimonio, il paesaggio e la comunità nelle realtà urbane europee
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/240386