This thesis explores the potential of architectural and spatial strategies to reactivate peripheral rural regions through the reuse of abandoned military infrastructure. Focusing on the Collio area along the Italian–Slovenian border, the study examines seven disused Guardia di Finanza barracks and proposes their transformation into research and tourism hubs. Situated in a landscape shaped by wine culture, shifting borders, and demographic challenges, these barracks are reinterpreted as platforms for knowledge production, cultural participation, and sustainable development. Through an interdisciplinary lens, the thesis analyses the socio-economic decline of the region, highlighting structural problems such as ageing, monocultural agriculture, environmental stress, and underdeveloped tourism. It then outlines three complementary strategies: (1) the ecomuseum as a framework for participatory cultural identity; (2) slow mobility as a spatial and experiential method to promote sustainable tourism; and (3) site-specific research as a long-term engine of innovation and regeneration. These strategies are spatially implemented through a modular design system and integrated into a coherent regional network. By linking historical infrastructure, landscape narratives, and new forms of knowledge and tourism, the project offers a replicable model for design-driven regional development. It contributes to current discourses on adaptive reuse, slow tourism, and borderland revitalization, and underlines the role of architecture in shaping inclusive and future-oriented rural spaces.

La presente tesi esplora il potenziale delle strategie architettoniche e spaziali per la riattivazione delle regioni rurali periferiche attraverso il riuso di infrastrutture militari abbandonate. Concentrandosi sull’area del Collio lungo il confine italo-sloveno, lo studio analizza sette ex caserme della Guardia di Finanza proponendone la trasformazione in hub di ricerca e turismo. Inserite in un paesaggio segnato dalla cultura del vino, da confini mutevoli e da sfide demografiche, le caserme vengono reinterpretate come piattaforme per la produzione di conoscenza, la partecipazione culturale e lo sviluppo sostenibile. Attraverso un approccio interdisciplinare, la tesi analizza il declino socio-economico della regione, evidenziando problemi strutturali come l’invecchiamento della popolazione, l’agricoltura monoculturale, lo stress ambientale e il turismo poco sviluppato. Vengono quindi delineate tre strategie complementari: (1) l’ecomuseo come strumento per l’identità culturale partecipata; (2) la mobilità lenta come metodo spaziale ed esperienziale per promuovere un turismo sostenibile; e (3) la ricerca site-specific come motore a lungo termine per l’innovazione e la rigenerazione. Queste strategie sono attuate spazialmente attraverso un sistema modulare di design e integrate in una rete regionale coerente. Collegando infrastrutture storiche, narrazioni del paesaggio e nuove forme di conoscenza e turismo, il progetto propone un modello replicabile di sviluppo regionale guidato dal design. Esso contribuisce ai discorsi contemporanei sul riuso adattivo, sul turismo lento e sulla rivitalizzazione delle zone di confine, sottolineando il ruolo dell’architettura nella creazione di spazi rurali inclusivi e orientati al futuro.

Slow mobility Collio : planning a community revitalisation

Richter, Vincent Benjamin
2024/2025

Abstract

This thesis explores the potential of architectural and spatial strategies to reactivate peripheral rural regions through the reuse of abandoned military infrastructure. Focusing on the Collio area along the Italian–Slovenian border, the study examines seven disused Guardia di Finanza barracks and proposes their transformation into research and tourism hubs. Situated in a landscape shaped by wine culture, shifting borders, and demographic challenges, these barracks are reinterpreted as platforms for knowledge production, cultural participation, and sustainable development. Through an interdisciplinary lens, the thesis analyses the socio-economic decline of the region, highlighting structural problems such as ageing, monocultural agriculture, environmental stress, and underdeveloped tourism. It then outlines three complementary strategies: (1) the ecomuseum as a framework for participatory cultural identity; (2) slow mobility as a spatial and experiential method to promote sustainable tourism; and (3) site-specific research as a long-term engine of innovation and regeneration. These strategies are spatially implemented through a modular design system and integrated into a coherent regional network. By linking historical infrastructure, landscape narratives, and new forms of knowledge and tourism, the project offers a replicable model for design-driven regional development. It contributes to current discourses on adaptive reuse, slow tourism, and borderland revitalization, and underlines the role of architecture in shaping inclusive and future-oriented rural spaces.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
22-lug-2025
2024/2025
La presente tesi esplora il potenziale delle strategie architettoniche e spaziali per la riattivazione delle regioni rurali periferiche attraverso il riuso di infrastrutture militari abbandonate. Concentrandosi sull’area del Collio lungo il confine italo-sloveno, lo studio analizza sette ex caserme della Guardia di Finanza proponendone la trasformazione in hub di ricerca e turismo. Inserite in un paesaggio segnato dalla cultura del vino, da confini mutevoli e da sfide demografiche, le caserme vengono reinterpretate come piattaforme per la produzione di conoscenza, la partecipazione culturale e lo sviluppo sostenibile. Attraverso un approccio interdisciplinare, la tesi analizza il declino socio-economico della regione, evidenziando problemi strutturali come l’invecchiamento della popolazione, l’agricoltura monoculturale, lo stress ambientale e il turismo poco sviluppato. Vengono quindi delineate tre strategie complementari: (1) l’ecomuseo come strumento per l’identità culturale partecipata; (2) la mobilità lenta come metodo spaziale ed esperienziale per promuovere un turismo sostenibile; e (3) la ricerca site-specific come motore a lungo termine per l’innovazione e la rigenerazione. Queste strategie sono attuate spazialmente attraverso un sistema modulare di design e integrate in una rete regionale coerente. Collegando infrastrutture storiche, narrazioni del paesaggio e nuove forme di conoscenza e turismo, il progetto propone un modello replicabile di sviluppo regionale guidato dal design. Esso contribuisce ai discorsi contemporanei sul riuso adattivo, sul turismo lento e sulla rivitalizzazione delle zone di confine, sottolineando il ruolo dell’architettura nella creazione di spazi rurali inclusivi e orientati al futuro.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/240480