Fostering community cohesion through placemaking and nature based strategies : a case of refugee women in Marzahn, Berlin

The increasing interconnectedness of the world has led to increased migration, transforming homogeneous societies into multicultural ones. This shift has sparked debates on national identity, often resulting in social polarization and prejudices. Refugee women, in particular, face unique challenges in adapting to their new environments. Traditional gender roles persist, where men seek employment, children attend school, and women remain occupied with household responsibilities and the immediate neighborhood. This isolation limits their access to social networks, economic opportunities, and spaces for self-development, reinforcing their dependency and restricting their integration into society. This study focuses on the Marzahn district of Berlin, specifically the Gemeinschaftsunterkunft (GU) Paul-Schwenk-Straße, with the aim of developing a community space centered on the needs of refugee women. By enhancing the landscape and introducing structured activities, the project seeks to create a home-like environment where women can build social connections, develop skills, and actively participate in community life. Activities such as gardening, cultural workshops, language classes, and social gatherings will be designed to empower women, providing them with the tools and confidence to engage beyond their immediate surroundings. Through participatory design methods and collaboration with the BENN initiative and various NGOs, the research explores how spatial interventions can foster integration and empowerment. The study employs workshops, interviews, on-site observations, and mapping analysis to gather insights from both refugee women and key stakeholders. These findings inform the design of inclusive public spaces that encourage interaction, cultural exchange, and economic participation. By transforming underutilized areas into vibrant and welcoming environments, this project aspires to bridge the gap between refugee women and the broader community, fostering mutual understanding, self-sufficiency, and long-term social cohesion.

L’aumento dell’interconnessione globale ha portato a una crescita dei flussi migratori, trasformando società omogenee in realtà multiculturali. Questo cambiamento ha alimentato dibattiti sull’identità nazionale, spesso sfociando in polarizzazione sociale e pregiudizi. Le donne rifugiate, in particolare, affrontano sfide uniche nell’adattarsi ai nuovi ambienti. Persistono ruoli di genere tradizionali, in cui gli uomini cercano lavoro, i bambini frequentano la scuola e le donne rimangono impegnate nelle responsabilità domestiche e nella vita del vicinato. Questo isolamento limita il loro accesso alle reti sociali, alle opportunità economiche e agli spazi di auto-sviluppo, rafforzando la loro dipendenza e ostacolando l’integrazione nella società. Questo studio si concentra sul distretto di Marzahn a Berlino, in particolare sulla Gemeinschaftsunterkunft (GU) Paul-Schwenk-Straße, con l’obiettivo di sviluppare uno spazio comunitario incentrato sulle esigenze delle donne rifugiate. Attraverso il miglioramento del paesaggio e l’introduzione di attività strutturate, il progetto mira a creare un ambiente accogliente e familiare, dove le donne possano costruire connessioni sociali, sviluppare competenze e partecipare attivamente alla vita comunitaria. Attività come il giardinaggio, i laboratori culturali, le lezioni di lingua e gli incontri sociali saranno progettate per responsabilizzare le donne, fornendo loro strumenti e fiducia per interagire al di fuori del loro contesto immediato. Attraverso metodi di progettazione partecipativa e la collaborazione con l’iniziativa BENN e varie ONG, la ricerca esplora come le trasformazioni spaziali possano favorire l’integrazione e l’empowerment. Lo studio impiega workshop, interviste, osservazioni sul campo e analisi cartografiche per raccogliere informazioni dalle donne rifugiate e dai principali attori coinvolti. Questi dati guideranno la progettazione di spazi pubblici inclusivi, che incoraggino l’interazione, lo scambio culturale e la partecipazione economica. Trasformando aree sottoutilizzate in ambienti vivaci e accoglienti, il progetto aspira a colmare il divario tra le donne rifugiate e la comunità locale, promuovendo comprensione reciproca, autosufficienza e coesione sociale a lungo termine.