Reimagining modern heritage: adaptive reuse of the Colonia Olivetti in Marina di Massa

This thesis investigates the concept of adaptive reuse as a strategy for the regeneration of modern architectural heritage, particularly in relation to unused or underused buildings. It examines as a case study the Colonia Olivetti in Marina di Massa, Tuscany, built in 1948 by Annibale Fiocchi with Ottavio Cascio, which – now in a state of neglect – stands as an emblem of an advanced industrial and social vision. The first phase of the design research focuses on the analysis of the typological, morphological, and ideological transformation of marine colonies in Italy: institutions deeply rooted in the country’s architectural history, widespread during fascism to promote regime propaganda, but significantly altered after the war until they eventually lost their identity and their functionality at large. Particular attention is given to the role of Annibale Fiocchi, whose design approach was shaped by the Olivettian experience and emphasized architecture as a vehicle for community education and well-being. The study also considers other summer camp projects commissioned by Olivetti, in Marinella di Sarzana, Saint Jaques, Brusson, and Donoratico, which serve as significant references for understanding the project of the Marina di Massa summer camp. These comparisons help to clarify both the original intentions of the project and the ordering principles of the project, laying the groundwork for the design proposal. The second phase delves into a model for a collective artistic residence, which preserves the original social and communal functions of the building while promoting the regeneration of the surrounding area. The structure, immersed in a pinewood, is reconsidered in light of its strategic position, which is acknowledged in local heritage policies, although these remain so far now unimplemented. The design project supports a proposal for a cultural initiative aimed young creatives and artists. Central to the proposal is a dialogue between past and future, built form and landscape. The hospitality structure is interpreted as an instrument of territorial activation, employing a “box-in-box” strategy to introduce a new spatial stratification without compromising the building’s identity. Ultimate goal of the proposal is to restore value, memory and function to this overlooked example of modern architecture.

Il presente elaborato indaga il concetto di adaptive reuse come strategia di rigenerazione del patrimonio moderno, in particolare al patrimonio in stato di non-utilizzo. Viene esaminato il caso della Colonia Olivetti a Marina di Massa, Toscana, realizzata nel 1948 da Annibale Fiocchi con Ottavio Cascio per commissione dell’azienda Olivetti, che – oggi in stato di abbandono - è emblema di una visione industriale e sociale avanzata. La prima fase di ricerca ha portato ad un’analisi della trasformazione tipologica, morfologica e ideologica delle colonie marine in Italia: architetture con radici molto lontane nella storia della nazione, che hanno visto il loro picco durante gli anni del fascismo per diffondere la propaganda di regime, ma che sono mutate significativamente durante il post-guerra fino a perdere la loro identità e funzione. Particolare attenzione è rivolta al ruolo di Annibale Fiocchi, il cui approccio progettuale è stato fortemente plasmato dall’esperienza Olivettiana e che promuove l’architettura come veicolo per veicolo di comunità educazione e benessere. Il seguente studio presenta, inoltre, le altre colonie commissionate dalla Olivetti nei luoghi di Marinella di Sarzana, Saint Jaques, Brusson e Donoratico in quanto tassello significativo per comprendere il progetto della Colonia di Marina di Massa. Il confronto che nasce da questa analisi serve a comprendere meglio sia le intenzioni progettuali originali che i suoi principi ordinatori, ponendo le basi per la nuova proposta di progetto. La seconda fase indaga la proposta di un modello di residenza collettiva artistica, che ricordando la funzione sociale e di aggregazione originaria promuove una rigenerazione del contesto. La struttura, immersa in una pineta, viene riconsiderata alla luce della sua posizione strategica, che viene riconosciuta dalle politiche di rigenerazione del patrimonio locale pur restando lontane dalla implementazione. La proposta progettuale suggerisce un’iniziativa culturale indirizzata verso i giovani e gli artisti. Al centro delle scelte progettuali c’è il dialogo tra futuro e passato, spazio costruito e paesaggio. La struttura dell’accoglienza è interpretata come strumento di attivazione territoriale in cui il principio della scatola nella scatola introduce una nuova stratificazione spaziale senza compromettere la sua identità. Lo scopo ultimo è quello di restituire valore, memoria e funzione nel contesto contemporaneo a questo trascurato esempio di architettura moderna.