Graphical User Interfaces (GUIs) represent the point of contact between human beings and digital machines: a set of elements that enables interaction and determines its quality, clarity, and effectiveness. In today’s increasingly technology-driven environment, GUIs are no longer merely tools for accessing functions, but complex communicative environments where the meaning of the digital experience is constructed. From icons to buttons, animations to microcopy, every element contributes to shaping a relationship between user and machine that goes beyond the execution of commands. This thesis aims to investigate GUIs not only in their functional dimension but as systems capable of structuring communication, guiding actions, and influencing user perception. Following a historical overview of the evolution of interfaces, the research examines the major conceptual transformations that have redefined the role of the interface: from operational surface to multimedia language, from functional support to relational partner. At the core of the study lies an analysis of the elements that constitute the most common interfaces, based on globally recognized and shared design patterns. Each component is examined in relation to its communicative function, the type of interaction it enables, and the feedback it provides. The goal is not only descriptive but analytical: to understand how design choices influence perception and shape the relationship between people and machines. Special attention is given to micro-interactions: minimal, often overlooked feedback and behaviors that define the tone, rhythm, and personality of the interface. It is in these elements that the most subtle and relational aspects of communication emerge—where the interface not only reacts but engages in dialogue, interprets, anticipates, and supports. This perspective is further explored through case studies and concrete examples, in which the interface is interpreted as an implicit narrative capable of guiding behavior and building trust. In an era where the GUI tends to become invisible—seamlessly integrating with the experience and adapting to context—it becomes essential to recognize its discursive function and its role in meaning-making. Understanding GUIs from this perspective means not only improving interaction but reimagining the digital realm as a space for relationship-building.

Le interfacce grafiche utente (GUI) rappresentano il punto d’incontro tra l’essere umano e la macchina digitale: l’insieme degli elementi che rende possibile l’interazione e ne determina la qualità, la comprensibilità e l’efficacia. All’interno del panorama corrente, in un contesto sempre più pervaso dalla tecnologia, le GUI non sono tuttavia esclusivamente strumenti per accedere a funzioni, ma veri e propri ambienti comunicativi complessi in cui si costruisce il significato dell’esperienza digitale. Dalle icone ai pulsanti, dalle animazioni ai microtesti, ogni elemento concorre a generare una relazione tra utente e macchina che va oltre l’esecuzione di comandi. La presente tesi si propone di indagare le GUI non solo nella loro dimensione funzionale, ma come sistemi, in grado di strutturare la comunicazione, guidare le azioni e influenzare la percezione dell’utente. Dopo una ricostruzione storica dell’evoluzione delle interfacce il lavoro analizza le principali trasformazioni concettuali che hanno ridefinito il ruolo dell’interfaccia: da superficie operativa a linguaggio multimediale, da supporto funzionale a partner relazionale. Al centro dell’elaborato si colloca un’analisi degli elementi che compongono le più comuni interfacce, basata sui pattern riconosciuti e condivisi a livello globale. Ogni componente viene esaminato in relazione alla sua funzione comunicativa, al tipo di interazione che abilita e al feedback che restituisce. L’obiettivo non è solo descrittivo, ma analitico: comprendere come scelte progettuali influenzino la percezione e il rapporto che si instaura tra le persone e le macchine. Particolare attenzione viene dedicata alle micro-interazioni: feedback e comportamenti minimi, spesso trascurati, che definiscono il tono, il ritmo e la personalità dell’interfaccia. In essi si manifesta la dimensione più sottile e relazionale della comunicazione, dove l’interfaccia non solo reagisce, ma dialoga, interpreta, anticipa, accompagna. Questa prospettiva viene esplorata anche attraverso casi studio ed esempi concreti, nei quali l’interfaccia viene letta come narrazione implicita, capace di orientare comportamenti e costruire fiducia. In un’epoca in cui la GUI tende a diventare invisibile, fondendosi con l’esperienza e adattandosi al contesto d’uso, è fondamentale riconoscerne la funzione discorsiva e il suo ruolo nella costruzione di senso. Comprendere le GUI in questa chiave significa non solo migliorare l’interazione, ma ripensare il digitale come spazio di relazione.

Dialoghi digitali : il ruolo comunicativo delle interfacce grafiche digitali

Roveda, Filippo
2024/2025

Abstract

Graphical User Interfaces (GUIs) represent the point of contact between human beings and digital machines: a set of elements that enables interaction and determines its quality, clarity, and effectiveness. In today’s increasingly technology-driven environment, GUIs are no longer merely tools for accessing functions, but complex communicative environments where the meaning of the digital experience is constructed. From icons to buttons, animations to microcopy, every element contributes to shaping a relationship between user and machine that goes beyond the execution of commands. This thesis aims to investigate GUIs not only in their functional dimension but as systems capable of structuring communication, guiding actions, and influencing user perception. Following a historical overview of the evolution of interfaces, the research examines the major conceptual transformations that have redefined the role of the interface: from operational surface to multimedia language, from functional support to relational partner. At the core of the study lies an analysis of the elements that constitute the most common interfaces, based on globally recognized and shared design patterns. Each component is examined in relation to its communicative function, the type of interaction it enables, and the feedback it provides. The goal is not only descriptive but analytical: to understand how design choices influence perception and shape the relationship between people and machines. Special attention is given to micro-interactions: minimal, often overlooked feedback and behaviors that define the tone, rhythm, and personality of the interface. It is in these elements that the most subtle and relational aspects of communication emerge—where the interface not only reacts but engages in dialogue, interprets, anticipates, and supports. This perspective is further explored through case studies and concrete examples, in which the interface is interpreted as an implicit narrative capable of guiding behavior and building trust. In an era where the GUI tends to become invisible—seamlessly integrating with the experience and adapting to context—it becomes essential to recognize its discursive function and its role in meaning-making. Understanding GUIs from this perspective means not only improving interaction but reimagining the digital realm as a space for relationship-building.
ARC III - Scuola del Design
22-lug-2025
2024/2025
Le interfacce grafiche utente (GUI) rappresentano il punto d’incontro tra l’essere umano e la macchina digitale: l’insieme degli elementi che rende possibile l’interazione e ne determina la qualità, la comprensibilità e l’efficacia. All’interno del panorama corrente, in un contesto sempre più pervaso dalla tecnologia, le GUI non sono tuttavia esclusivamente strumenti per accedere a funzioni, ma veri e propri ambienti comunicativi complessi in cui si costruisce il significato dell’esperienza digitale. Dalle icone ai pulsanti, dalle animazioni ai microtesti, ogni elemento concorre a generare una relazione tra utente e macchina che va oltre l’esecuzione di comandi. La presente tesi si propone di indagare le GUI non solo nella loro dimensione funzionale, ma come sistemi, in grado di strutturare la comunicazione, guidare le azioni e influenzare la percezione dell’utente. Dopo una ricostruzione storica dell’evoluzione delle interfacce il lavoro analizza le principali trasformazioni concettuali che hanno ridefinito il ruolo dell’interfaccia: da superficie operativa a linguaggio multimediale, da supporto funzionale a partner relazionale. Al centro dell’elaborato si colloca un’analisi degli elementi che compongono le più comuni interfacce, basata sui pattern riconosciuti e condivisi a livello globale. Ogni componente viene esaminato in relazione alla sua funzione comunicativa, al tipo di interazione che abilita e al feedback che restituisce. L’obiettivo non è solo descrittivo, ma analitico: comprendere come scelte progettuali influenzino la percezione e il rapporto che si instaura tra le persone e le macchine. Particolare attenzione viene dedicata alle micro-interazioni: feedback e comportamenti minimi, spesso trascurati, che definiscono il tono, il ritmo e la personalità dell’interfaccia. In essi si manifesta la dimensione più sottile e relazionale della comunicazione, dove l’interfaccia non solo reagisce, ma dialoga, interpreta, anticipa, accompagna. Questa prospettiva viene esplorata anche attraverso casi studio ed esempi concreti, nei quali l’interfaccia viene letta come narrazione implicita, capace di orientare comportamenti e costruire fiducia. In un’epoca in cui la GUI tende a diventare invisibile, fondendosi con l’esperienza e adattandosi al contesto d’uso, è fondamentale riconoscerne la funzione discorsiva e il suo ruolo nella costruzione di senso. Comprendere le GUI in questa chiave significa non solo migliorare l’interazione, ma ripensare il digitale come spazio di relazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/240943