UAH! Unconventional affordable housing! T4 : quartiere dei venti

The urban regeneration project for Barriera Vecchia aims to transform the neighborhood into an accessible, safe, and collaborative space. At the heart of the intervention is the creation of a slow mobility zone, with wide pedestrian areas (such as Via Vasari) and mixed-traffic streets (such as Via D’Azeglio and Via Pascoli), where it is easy to move between public and residential spaces. Temporary urban furniture elements—wooden “pop-ups” that can be transformed into benches or tables—and green flowerbeds will contribute to improving urban comfort and the quality of outdoor life. The redevelopment involves four pilot residential buildings, named after the typical winds of Trieste—Scirocco, Bora, Libeccio, and Maestrale—each of which also symbolically reflects the qualities of the wind it represents. The project promotes flexible living based on adaptive reuse, typological experimentation, and social innovation. The housing units, equipped with movable walls, modular furnishings, and transformable layouts, are complemented by shared spaces—communal kitchens, collective living rooms, terraces, courtyards—that foster solidarity and interaction among residents. The ground floors of the buildings open up to the neighborhood by hosting workshops, cultural and productive activities, strengthening the connection between residents and the urban context, and generating new local economies and participatory dynamics. The project welcomes a diverse population—students, migrants, the elderly, single-parent families, and workers in transition—offering an accessible and inclusive habitat, capable of adapting to different needs over time. Architecture becomes a tool for connecting private and public space, bridging domestic and urban scales, encouraging permeability and continuous transformation. The upper floors feature three main typological configurations that combine private units and common areas on each level, ensuring both flexibility and repeatability. Some spaces can be more privatized, catering to those who require greater privacy. On the top floor, terraces and shared spaces are designed not only for the building’s residents but also for the neighborhood’s inhabitants, encouraging encounters, socialization, and the reintegration of people in vulnerable situations into the community. All designed spaces—both indoor and outdoor—converge toward a common goal: to improve quality of life, foster inclusion, and reinterpret the concept of living as a collective, dynamic, and participatory practice. Ultimately, the project does more than address urgent housing needs; it proposes a contemporary vision of the city: a porous, relational architecture capable of engaging with the territory, its winds, its communities, and the evolving dynamics of urban life.

Il progetto di rigenerazione urbana per Barriera Vecchia mira a trasformare il quartiere in uno spazio accessibile, sicuro e collaborativo. Il cuore dell’intervento è la creazione di un’area a mobilità lenta, con ampie zone pedonali (come Via Vasari) e vie a circolazione mista (come Via D’Azeglio e Via Pascoli), dove sia possibile muoversi agevolmente tra spazi pubblici e residenziali. Elementi di arredo urbano temporaneo – “pop-up” in legno trasformabili in panchine o tavolini – e aiuole verdi contribuiranno a migliorare il comfort urbano e la qualità della vita all’aperto. La riqualificazione coinvolge quattro edifici residenziali pilota, intitolati ai venti tipici di Trieste – Scirocco, Bora, Libeccio e Maestrale – ciascuno dei quali interpreta, anche simbolicamente, le qualità del vento che lo rappresenta. Il progetto propone un abitare flessibile, basato su riuso adattivo, sperimentazione tipologica e innovazione sociale. Le unità abitative, dotate di pareti mobili, arredi modulari e layout trasformabili, si affiancano a spazi condivisi – cucine comuni, soggiorni collettivi, terrazze, cortili – che incentivano la solidarietà e l’interazione tra gli abitanti. I piani terra degli edifici si aprono al quartiere ospitando laboratori, attività culturali e produttive, che rafforzano il legame tra i residenti e il contesto urbano, generando nuove economie locali e dinamiche di partecipazione. Il progetto accoglie una popolazione eterogenea – studenti, migranti, anziani, famiglie monogenitoriali e lavoratori in transizione – offrendo un habitat accessibile e inclusivo, capace di adattarsi a bisogni differenti nel tempo. L’architettura diventa uno strumento di connessione tra spazio privato e pubblico, tra scala domestica e urbana, favorendo la permeabilità e la trasformazione continua. Ai piani superiori si sviluppano tre principali configurazioni tipologiche che combinano unità private e spazi comuni su ciascun livello, garantendo al tempo stesso flessibilità e ripetibilità. Alcuni ambienti possono essere più privatizzati, rispondendo a esigenze di maggiore riservatezza. All’ultimo piano, terrazze e spazi condivisi sono pensati non solo per i residenti degli edifici, ma anche per gli abitanti del quartiere, incentivando l’incontro, la socializzazione e il reinserimento in comunità di persone in situazione di fragilità. Tutti gli spazi progettati – interni ed esterni – convergono verso un obiettivo comune: migliorare la qualità della vita, favorire l’inclusione e reinterpretare il concetto di abitare come pratica collettiva, dinamica e partecipata. In definitiva, il progetto non si limita a rispondere a esigenze abitative urgenti, ma propone una visione contemporanea della città: un’architettura porosa, relazionale, capace di dialogare con il territorio, i suoi venti, le sue comunità e le trasformazioni del vivere urbano.