Background The Caorso Nuclear Power Plant, once the largest nuclear facility in Italy, is currently undergoing a decommissioning process following Italy’s long-standing policy shift away from nuclear energy. Located along the Po River, the site holds layered significance across technological, ecological, and territorial dimensions. As the physical dismantling progresses, the site presents a critical opportunity to reinterpret and recontextualize the cultural memory of nuclear energy within the broader discourse of ecological transition and landscape transformation. Problem While the physical structure of the nuclear facility is being disassembled, the intangible narratives—of technological ambition, environmental disruption, and territorial reshaping—risk fading into oblivion. Moreover, the surrounding landscape bears ecological scars and fragmented habitats caused by the facility’s original construction and operation. There is a pressing need to address both spatial memory and ecological continuity in the site’s future transformation. Objective This project proposes the adaptive reuse of the Caorso Nuclear Power Plant into a narrative museum that spatially articulates three intertwined storylines: (1) the energy transition and the plant’s historical evolution, (2) the changes in local habitats along the Po River corridor, and (3) the hydrogeological history of the Po Plain. The aim is to create an experiential environment where architecture and landscape work in tandem to foster ecological awareness, historical reflection, and speculative futures. Strategy The design adopts a narrative-driven spatial strategy, allocating each storyline to a distinct zone within the site. These zones integrate renovated and newly constructed architectural volumes with curated landscape sequences, transforming the site into a multi-scalar palimpsest of energy, ecology, and territory. The project foregrounds the concept of layered perception—allowing visitors to engage with overlapping temporalities of technological legacy, ecological succession, and geomorphological shifts. Action Each narrative zone is designed as a hybrid of architectural and landscape spaces, where indoor exhibition and outdoor experience are interwoven to form a continuous narrative environment. Exhibition spaces may be adapted from existing nuclear infrastructures or introduced through new architectural interventions, while the surrounding landscapes are conceived as immersive and interpretive settings. Across the site, demolition materials such as steel and concrete from decommissioned facilities are reclaimed and repurposed, reinforcing a sense of historical continuity while advancing sustainable design. The Energy Transition Zone reactivates the former control room and the cooling tower as spaces for historical archives and multimedia storytelling. The surrounding landscape is articulated through three experiential energy plazas, each corresponding to a distinct energy form—nuclear, wind, and solar—offering visitors a spatial and sensory journey through past and future energy imaginaries. The Habitat Change Zone introduces three newly constructed pavilions, each representing a specific stage of ecological transformation (Stage 1–3). These are set within a large-scale habitat garden, which constitutes Stage 4—a space not representing a new ecological condition per se, but rather offering a spatialized perception of the entire transformation process. Visitors experience the temporal evolution of habitat integrity, disruption, and recovery through spatial cues and landscape transitions. Recycled steel elements from the original site are repurposed into animal silhouettes and interpretive signage, emphasizing material memory and environmental storytelling. The Hydrogeology Zone integrates landscape interventions such as hydrological mappings, embedded flow channels, and terrain reconstruction to illustrate the long-term evolution of the Po River and the surrounding plain. These features make visible the natural and anthropogenic forces that have shaped the territory across millennia. Together, these architectural-landscape ensembles do not merely preserve spatial memory; they actively regenerate ecological continuity, promote material circularity, and cultivate new imaginaries of post-industrial futures.

Contesto La Centrale Nucleare di Caorso, un tempo il più grande impianto nucleare d’Italia, è attualmente in fase di smantellamento a seguito della storica scelta politica del Paese di abbandonare l’energia nucleare. Situato lungo il fiume Po, il sito possiede una stratificazione di significati tecnologici, ecologici e territoriali. Con l’avanzare dello smantellamento fisico, il sito offre un’opportunità cruciale per reinterpretare e ricontestualizzare la memoria culturale dell’energia nucleare all’interno del più ampio discorso sulla transizione ecologica e sulla trasformazione del paesaggio. Problema Mentre la struttura fisica dell’impianto nucleare viene progressivamente smantellata, le narrazioni immateriali—di ambizione tecnologica, di alterazione ambientale e di ridefinizione territoriale—rischiano di svanire. Inoltre, il paesaggio circostante porta i segni ecologici e gli habitat frammentati derivanti dalla costruzione e dal funzionamento originario dell’impianto. È quindi urgente affrontare sia la dimensione della memoria spaziale sia quella della continuità ecologica nella futura trasformazione del sito. Obiettivo Il progetto propone il riuso adattivo della Centrale Nucleare di Caorso come museo narrativo, articolato attorno a tre linee intrecciate: (1) la transizione energetica e l’evoluzione storica dell’impianto, (2) i cambiamenti negli habitat locali lungo il corridoio del Po, e (3) la storia idrogeologica della Pianura Padana. L’obiettivo è creare un ambiente esperienziale in cui architettura e paesaggio collaborino per stimolare consapevolezza ecologica, riflessione storica e visioni speculative per il futuro. Strategia Il progetto adotta una strategia spaziale basata sulla narrazione, assegnando a ciascun tema una zona distinta del sito. Queste zone integrano volumi architettonici rinnovati e di nuova costruzione con sequenze paesaggistiche curate, trasformando l’area in un palinsesto multiscalare di energia, ecologia e territorio. Il concetto di percezione stratificata è centrale: i visitatori possono così confrontarsi con temporalità sovrapposte di eredità tecnologica, successione ecologica e mutamenti geomorfologici. Azioni Ogni zona narrativa è concepita come un ibrido di spazi architettonici e paesaggistici, in cui esposizione interna ed esperienza esterna si intrecciano a formare un ambiente narrativo continuo. Gli spazi espositivi derivano dalla riconversione delle infrastrutture nucleari esistenti o da nuove architetture, mentre i paesaggi circostanti sono concepiti come scenari immersivi e interpretativi. In tutto il sito, materiali di demolizione come acciaio e cemento vengono recuperati e riutilizzati, rafforzando il senso di continuità storica e promuovendo un design sostenibile. La Zona della Transizione Energetica riattiva l’ex sala di controllo e la torre di raffreddamento come spazi per archivi storici e narrazioni multimediali. Il paesaggio circostante si articola attraverso tre piazze tematiche, ognuna legata a una forma di energia—nucleare, eolica e solare—che offrono al visitatore un viaggio spaziale e sensoriale tra immaginari energetici passati e futuri. La Zona del Cambiamento degli Habitat introduce tre nuovi padiglioni, ognuno rappresentante una fase specifica della trasformazione ecologica (Fasi 1–3). Questi si inseriscono in un grande giardino dell’habitat, che costituisce la Fase 4—uno spazio che non rappresenta una nuova condizione ecologica in sé, ma offre piuttosto una percezione spaziale dell’intero processo di trasformazione. I visitatori sperimentano l’evoluzione temporale dell’integrità, della perturbazione e del recupero degli habitat attraverso segnali spaziali e transizioni paesaggistiche. Elementi in acciaio riciclato dal sito originale vengono riutilizzati come sagome animali e segnaletica interpretativa, sottolineando la memoria materiale e la narrazione ambientale. La Zona dell’Idrogeologia integra interventi paesaggistici come mappature idrologiche, canali d’acqua e ricostruzioni morfologiche per illustrare l’evoluzione a lungo termine del fiume Po e della pianura circostante. Questi dispositivi rendono visibili le forze naturali e antropiche che hanno modellato il territorio nel corso dei millenni. Insieme, questi complessi architettonico-paesaggistici non si limitano a preservare la memoria spaziale: essi rigenerano attivamente la continuità ecologica, promuovono la circolarità dei materiali e coltivano nuovi immaginari per futuri post-industriali.

Caorso nuclear power plant : from power to memory: reimagining Caorso’s nuclear

Liu, Zizi;Zhou, Siqi;Cao, Zihan
2024/2025

Abstract

Background The Caorso Nuclear Power Plant, once the largest nuclear facility in Italy, is currently undergoing a decommissioning process following Italy’s long-standing policy shift away from nuclear energy. Located along the Po River, the site holds layered significance across technological, ecological, and territorial dimensions. As the physical dismantling progresses, the site presents a critical opportunity to reinterpret and recontextualize the cultural memory of nuclear energy within the broader discourse of ecological transition and landscape transformation. Problem While the physical structure of the nuclear facility is being disassembled, the intangible narratives—of technological ambition, environmental disruption, and territorial reshaping—risk fading into oblivion. Moreover, the surrounding landscape bears ecological scars and fragmented habitats caused by the facility’s original construction and operation. There is a pressing need to address both spatial memory and ecological continuity in the site’s future transformation. Objective This project proposes the adaptive reuse of the Caorso Nuclear Power Plant into a narrative museum that spatially articulates three intertwined storylines: (1) the energy transition and the plant’s historical evolution, (2) the changes in local habitats along the Po River corridor, and (3) the hydrogeological history of the Po Plain. The aim is to create an experiential environment where architecture and landscape work in tandem to foster ecological awareness, historical reflection, and speculative futures. Strategy The design adopts a narrative-driven spatial strategy, allocating each storyline to a distinct zone within the site. These zones integrate renovated and newly constructed architectural volumes with curated landscape sequences, transforming the site into a multi-scalar palimpsest of energy, ecology, and territory. The project foregrounds the concept of layered perception—allowing visitors to engage with overlapping temporalities of technological legacy, ecological succession, and geomorphological shifts. Action Each narrative zone is designed as a hybrid of architectural and landscape spaces, where indoor exhibition and outdoor experience are interwoven to form a continuous narrative environment. Exhibition spaces may be adapted from existing nuclear infrastructures or introduced through new architectural interventions, while the surrounding landscapes are conceived as immersive and interpretive settings. Across the site, demolition materials such as steel and concrete from decommissioned facilities are reclaimed and repurposed, reinforcing a sense of historical continuity while advancing sustainable design. The Energy Transition Zone reactivates the former control room and the cooling tower as spaces for historical archives and multimedia storytelling. The surrounding landscape is articulated through three experiential energy plazas, each corresponding to a distinct energy form—nuclear, wind, and solar—offering visitors a spatial and sensory journey through past and future energy imaginaries. The Habitat Change Zone introduces three newly constructed pavilions, each representing a specific stage of ecological transformation (Stage 1–3). These are set within a large-scale habitat garden, which constitutes Stage 4—a space not representing a new ecological condition per se, but rather offering a spatialized perception of the entire transformation process. Visitors experience the temporal evolution of habitat integrity, disruption, and recovery through spatial cues and landscape transitions. Recycled steel elements from the original site are repurposed into animal silhouettes and interpretive signage, emphasizing material memory and environmental storytelling. The Hydrogeology Zone integrates landscape interventions such as hydrological mappings, embedded flow channels, and terrain reconstruction to illustrate the long-term evolution of the Po River and the surrounding plain. These features make visible the natural and anthropogenic forces that have shaped the territory across millennia. Together, these architectural-landscape ensembles do not merely preserve spatial memory; they actively regenerate ecological continuity, promote material circularity, and cultivate new imaginaries of post-industrial futures.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
21-ott-2025
2024/2025
Contesto La Centrale Nucleare di Caorso, un tempo il più grande impianto nucleare d’Italia, è attualmente in fase di smantellamento a seguito della storica scelta politica del Paese di abbandonare l’energia nucleare. Situato lungo il fiume Po, il sito possiede una stratificazione di significati tecnologici, ecologici e territoriali. Con l’avanzare dello smantellamento fisico, il sito offre un’opportunità cruciale per reinterpretare e ricontestualizzare la memoria culturale dell’energia nucleare all’interno del più ampio discorso sulla transizione ecologica e sulla trasformazione del paesaggio. Problema Mentre la struttura fisica dell’impianto nucleare viene progressivamente smantellata, le narrazioni immateriali—di ambizione tecnologica, di alterazione ambientale e di ridefinizione territoriale—rischiano di svanire. Inoltre, il paesaggio circostante porta i segni ecologici e gli habitat frammentati derivanti dalla costruzione e dal funzionamento originario dell’impianto. È quindi urgente affrontare sia la dimensione della memoria spaziale sia quella della continuità ecologica nella futura trasformazione del sito. Obiettivo Il progetto propone il riuso adattivo della Centrale Nucleare di Caorso come museo narrativo, articolato attorno a tre linee intrecciate: (1) la transizione energetica e l’evoluzione storica dell’impianto, (2) i cambiamenti negli habitat locali lungo il corridoio del Po, e (3) la storia idrogeologica della Pianura Padana. L’obiettivo è creare un ambiente esperienziale in cui architettura e paesaggio collaborino per stimolare consapevolezza ecologica, riflessione storica e visioni speculative per il futuro. Strategia Il progetto adotta una strategia spaziale basata sulla narrazione, assegnando a ciascun tema una zona distinta del sito. Queste zone integrano volumi architettonici rinnovati e di nuova costruzione con sequenze paesaggistiche curate, trasformando l’area in un palinsesto multiscalare di energia, ecologia e territorio. Il concetto di percezione stratificata è centrale: i visitatori possono così confrontarsi con temporalità sovrapposte di eredità tecnologica, successione ecologica e mutamenti geomorfologici. Azioni Ogni zona narrativa è concepita come un ibrido di spazi architettonici e paesaggistici, in cui esposizione interna ed esperienza esterna si intrecciano a formare un ambiente narrativo continuo. Gli spazi espositivi derivano dalla riconversione delle infrastrutture nucleari esistenti o da nuove architetture, mentre i paesaggi circostanti sono concepiti come scenari immersivi e interpretativi. In tutto il sito, materiali di demolizione come acciaio e cemento vengono recuperati e riutilizzati, rafforzando il senso di continuità storica e promuovendo un design sostenibile. La Zona della Transizione Energetica riattiva l’ex sala di controllo e la torre di raffreddamento come spazi per archivi storici e narrazioni multimediali. Il paesaggio circostante si articola attraverso tre piazze tematiche, ognuna legata a una forma di energia—nucleare, eolica e solare—che offrono al visitatore un viaggio spaziale e sensoriale tra immaginari energetici passati e futuri. La Zona del Cambiamento degli Habitat introduce tre nuovi padiglioni, ognuno rappresentante una fase specifica della trasformazione ecologica (Fasi 1–3). Questi si inseriscono in un grande giardino dell’habitat, che costituisce la Fase 4—uno spazio che non rappresenta una nuova condizione ecologica in sé, ma offre piuttosto una percezione spaziale dell’intero processo di trasformazione. I visitatori sperimentano l’evoluzione temporale dell’integrità, della perturbazione e del recupero degli habitat attraverso segnali spaziali e transizioni paesaggistiche. Elementi in acciaio riciclato dal sito originale vengono riutilizzati come sagome animali e segnaletica interpretativa, sottolineando la memoria materiale e la narrazione ambientale. La Zona dell’Idrogeologia integra interventi paesaggistici come mappature idrologiche, canali d’acqua e ricostruzioni morfologiche per illustrare l’evoluzione a lungo termine del fiume Po e della pianura circostante. Questi dispositivi rendono visibili le forze naturali e antropiche che hanno modellato il territorio nel corso dei millenni. Insieme, questi complessi architettonico-paesaggistici non si limitano a preservare la memoria spaziale: essi rigenerano attivamente la continuità ecologica, promuovono la circolarità dei materiali e coltivano nuovi immaginari per futuri post-industriali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/243001