The fictional gaze: un framework operativo per la fase ideativa

In contemporary contexts, where design is increasingly reduced to an aesthetic formalism and reified as objects of consumption, design fiction positions itself as a paradigm capable of broadening the horizons of design, reframing it as a critical endeavor. This practice is not confined to envisioning alternative futures; it rather delves into the construction of the present, intertwining the “how the world might be” with the “how the world is,” and embracing uncertainty and contingency as constitutive elements of both reality and the design process. At the core of this perspective lies narrative, a foundational dimension of both design and design fiction. As a matter of fact, the value attributed to an artifact does not stem exclusively from its form or function, but rather from the discursive framework that sustains and legitimizes it. In a similar vein, design fiction mobilizes narrative as a means of destabilizing established paradigms and problematizing the taken-for-grantedness of reality, extending design thinking beyond familiar boundaries. To make this orientation operational, this thesis develops a framework aimed at embedding design fiction’s principles into design practices, thereby restoring design’s speculative, critical, and transformative dimension. Thus, design ceases to be understood as a static entity, a mere noun, and is rather conceived as a generative act, an intentional and interrogative process with the capacity to intervene in and shape reality.

In un'epoca in cui il design è sempre più frequentemente ridotto a un mero esercizio estetico e reificato in oggetti di consumo, il design fiction si propone come paradigma capace di estendere il campo del- la progettazione, riconfigurandolo come processo critico. Tale pratica non si limita a ipotizzare scenari alternativi, bensì si interroga attivamente sulla costruzione del presente, integrando il "come il mondo potrebbe essere" con il "come il mondo è", accogliendo l’incertezza e la contingenza come elementi fondamentali della realtà e, altrettanto, della progettazione. Elemento cardine di questa prospettiva è la narrazione, componente imprescindibile tanto nel design quanto nel design fiction. L’attribuzione del valore progettuale a un artefatto infatti, non dipende unicamente dalla sua forma o funzione, ma dal discorso narrativo che lo struttura e lo legittima. Analogamente, il design fiction impiega la narrazione come strumento per decostruire paradigmi consolidati e mettere in discussione l’apparente ovvietà del reale, proiettando il pensiero progettuale oltre i confini di ciò che risulta ormai scontato. Affinché sia possibile rendere operativo questo approccio, la presente tesi propone l’elaborazione di un framework in grado di integrare il design fiction all’interno dei processi progettuali, restituendo al design la sua dimensione speculativa, critica e trasformativa. In tal senso, il design non è più concepito come un’entità statica, un mero sostantivo, bensì come un atto generativo, un processo interrogativo ed intenzionale in grado di incidere sul reale.