RA-RE, RAvenna REconnected : reclaming land and water infrastructures

Infrastructure is the fundamental backbone upon which cities develop. Current challenges - from the fight against climate change to the growing need for public spaces, from the promotion of alternative mobility to social equity and the reduction of inequalities—require systemic approaches to which infrastructure, by its nature widespread and connected, can make a decisive contribution. Unlocking its potential means rethinking and reprogramming existing structures, transforming them into public spaces suited to contemporary needs. Urban infrastructure is divided into various categories: basic ones include mobility, service networks (water, electricity, gas, sewerage), and data distribution platforms; in some contexts, waterways are also considered. This thesis analyzes the potential of infrastructure using Ravenna, a city in central Italy’s Emilia-Romagna region, as an example. While in Roman times Ravenna was a city directly connected to the sea and crisscrossed by canals, today it is located eleven kilometers from the coast and its only direct connection to the sea is the Candiano Canal, which for decades served an industrial function, separated from the historic and residential part of the city. The research is based on the hypothesis that the Candiano Canal, appropriately redesigned, could reactivate the physical and social connection between Ravenna and the sea. While preserving its original function, this waterway infrastructure could respond to social, environmental, and economic needs, promoting connection, inclusion, and resilience for the local community. Furthermore, it would represent an innovative alternative to the traditional dualism between cultural and seaside tourism, enhancing the “middle landscape”—an area that integrates productive activities and naturalistic value—through new forms of slow and experiential tourism. Through a multilevel investigation, based on the analysis of various legislative frameworks (European, national, and local), the limitations and potential of current planning were identified. This led to the development of a proposal in which infrastructure, especially water-related infrastructure, plays a central role in enhancing the area. The project addresses three levels: the master plan scale, the existing canal network, and, finally, the specific role of the Candiano Canal. The final thesis argues that infrastructural spaces, redesigned in synergy with the surrounding contexts, can be revitalized as flexible public spaces. From this perspective, infrastructure ceases to be hidden from view and becomes a central feature of everyday life, actively contributing to the quality of living, resilience, and economic revitalization of the areas.

Le infrastrutture costituiscono l’ossatura fondamentale su cui si sviluppano le città. Le sfide attuali — dalla lotta al cambiamento climatico al crescente fabbisogno di spazi pubblici, dalla promozione della mobilità alternativa all’equità sociale e alla riduzione delle disuguaglianze — richiedono approcci sistemici a cui le infrastrutture, per loro natura capillari e connesse, possono offrire un contributo decisivo. Sbloccare il loro potenziale significa ripensare e riprogrammare le strutture esistenti, trasformandole in spazi pubblici adeguati alle esigenze contemporanee. Le infrastrutture urbane si articolano in diverse categorie: quelle di base includono la mobilità, le reti di servizi (acqua, elettricità, gas, fognature) e le piattaforme di distribuzione dati; in alcuni contesti si considerano anche le vie d’acqua. Il presente lavoro di tesi analizza il potenziale delle infrastrutture prendendo come esempio Ravenna, città emiliana del centro Italia. Se in epoca romana Ravenna era una città collegata direttamente al mare e attraversata da canali, oggi si trova a undici chilometri dalla costa e il suo unico collegamento diretto con il mare è il Canale Candiano, che per decenni ha svolto una funzione industriale, separata dalla parte storica e abitata della città. La ricerca si fonda sull’ipotesi che il Canale Candiano, opportunamente ripensato, possa riattivare il legame fisico e sociale tra Ravenna e il mare. Conservando la sua funzione originaria, questa infrastruttura d’acqua potrebbe rispondere a bisogni sociali, ambientali ed economici, promuovendo connessione, inclusione e resilienza per la comunità locale. Inoltre, si configurerebbe come un’alternativa innovativa al tradizionale dualismo tra turismo culturale e balneare, valorizzando il “paesaggio di mezzo” — un territorio che integra attività produttive e pregio naturalistico — attraverso nuove forme di turismo lento ed esperienziale. Attraverso un’indagine multilivello, basata sull’analisi di diversi quadri legislativi (europeo, nazionale e locale), sono stati individuati limiti e potenzialità dell’attuale pianificazione, che hanno permesso di elaborare una proposta di sviluppo in cui le infrastrutture, soprattutto quelle legate all’acqua, assumono un ruolo centrale nella valorizzazione del territorio. Il progetto interviene su tre livelli: la scala del masterplan, la rete dei canali esistenti e, infine, il ruolo specifico del Canale Candiano. La tesi conclusiva sostiene che gli spazi infrastrutturali, riprogettati in modo sinergico con i contesti circostanti, possano essere riattivati come spazi pubblici flessibili. In questa prospettiva, le infrastrutture smettono di essere nascoste alla vista per diventare protagoniste della vita quotidiana, contribuendo attivamente alla qualità dell’abitare, alla resilienza e al rilancio economico dei territori.