Gendered mobilities: how design, culture and institutions shape women's transport

Transport systems are not only technical infrastructures but also social systems that reflect and reproduce power relations, opportunities, and inequalities. In the era of smart cities and smart mobility, innovation discourses often focus on digitalization, efficiency, and environmental concerns, while paying little attention to the social dimensions of mobility. As a result, transport planning continues to privilege a normative model centered on the male car user, marginalizing the mobility needs of women, older adults, people with disabilities, and other social groups. The aim of this thesis is to demonstrate how integrating gender perspectives into urban mobility can transform both the design and the governance of transport systems. By focusing specifically on the gender differences between men and women, the thesis argues that smart mobility can become a driver of inclusion and innovation rather than merely a technological project. This requires recognizing that mobility is not experienced in the same way by everyone and acknowledging that design choices inevitably advantage some groups while disadvantaging others. The findings reveal that current smart mobility frameworks overwhelmingly prioritize technology, often overlooking human and social factors. The thesis highlights the risks of perpetuating inequalities through supposedly neutral innovations, while also identifying opportunities for more equitable and sustainable planning.

I sistemi di trasporto non sono solo infrastrutture tecniche, ma anche sistemi sociali che riflettono e riproducono rapporti di potere, opportunità e disuguaglianze. Nell’era delle smart cities e della smart mobility, i discorsi sull’innovazione si concentrano spesso sulla digitalizzazione, sull’efficienza e sulle questioni ambientali, prestando invece poca attenzione alle dimensioni sociali della mobilità. Di conseguenza, la pianificazione dei trasporti continua a privilegiare un modello normativo incentrato sull’utenza maschile e sulle automobili, marginalizzando i bisogni di mobilità delle donne, delle persone anziane, delle persone con disabilità e di altri gruppi sociali. L’obiettivo di questa tesi è dimostrare come l’integrazione delle prospettive di genere nella mobilità urbana possa trasformare sia la progettazione sia la gestione dei sistemi di trasporto. Concentrandosi in particolare sulle differenze di genere tra uomini e donne, la tesi sostiene che la smart mobility possa diventare un motore di inclusione e innovazione, piuttosto che un mero progetto tecnologico. Per fare ciò bisogna riconoscere che la mobilità non è vissuta allo stesso modo da tutti e che le scelte progettuali avvantaggiano alcuni gruppi a discapito di altri. La situazione attuale rivela che i sistemi di trasporto diano priorità a fattori tecnologici, trascurando spesso quelli umani e sociali. La tesi mette in evidenza i rischi di perpetuare disuguaglianze attraverso innovazioni apparentemente neutrali, individuando al contempo opportunità per una pianificazione più equa e sostenibile.