The rapid technological transformation of the financial sector, widely known as FinTech, presents a profound challenge to established regulatory paradigms. Authorities face a significant “pacing problem”, necessitating an adaptive shift from a reactive, risk-based approach toward a proactive, opportunity-based strategy aimed at fostering innovation while maintaining market stability and consumer protection. To bridge the knowledge and speed gap between dynamic innovators and public authorities, regulators are increasingly utilising innovation facilitators: regulatory sandboxes, innovation hubs, and informal dialogue channels. Although the literature acknowledges the vital role of continuous dialogue, a qualitative understanding of its daily practice and the rationale governing the choice of specific tools remains elusive. This thesis addresses this gap by examining how the regulator-innovator dialogue is shaped. It adopts a qualitative methodology, employing a multiple-case study approach focused on the unique institutional context of Italy, characterised by the necessary coordination between the Bank of Italy, CONSOB, and IVASS. Data collection relies on four interviews with representatives of FinTech entities (Cases A, B, C, D) and extensive institutional documentation and reports (Case E) concerning Italy’s key facilitators: the Regulatory Sandbox, Milano Hub, and Canale FinTech. By analysing case studies and comparing them with the findings from the literature review, this thesis identifies the main motivations for engagement and the modalities of interaction that guide innovators in selecting the appropriate tools for dialogue with regulators. It further shows that, while such facilitators are essential, it is difficult to overcome the “post-validation inertia” of traditional financial institutions, which often resist adopting validated technologies. The study concludes that realising FinTech’s full potential requires not only regulatory adaptation but also a broader cultural transformation, sustained by coordinated efforts across all stakeholders.

La rapida trasformazione tecnologica del settore finanziario, nota come FinTech, rappresenta una sfida significativa per i paradigmi regolatori consolidati. Le autorità si trovano a fronteggiare un vero e proprio “problema di ritmo”, che richiede un passaggio da un approccio reattivo e basato sul rischio a una strategia proattiva, orientata alle opportunità, volta a promuovere l’innovazione mantenendo al contempo la stabilità del mercato e la tutela dei consumatori. Per colmare il divario di conoscenze e velocità tra innovatori dinamici e autorità pubbliche, i regolatori stanno sempre più ricorrendo a facilitatori dell’innovazione, come sandbox regolatori, hub di innovazione e canali di dialogo informali. Sebbene la letteratura riconosca l’importanza del dialogo continuo, manca ancora una comprensione qualitativa della sua pratica quotidiana e dei criteri che guidano la scelta degli strumenti specifici. Questa tesi si propone di colmare questa lacuna, analizzando come si struttura il dialogo tra regolatori e innovatori. La ricerca adotta una metodologia qualitativa basata su uno studio di casi multipli, concentrandosi sul contesto istituzionale unico dell’Italia, caratterizzato dalla necessaria coordinazione tra Banca d’Italia, CONSOB e IVASS. La raccolta dei dati si è basata su quattro interviste con rappresentanti di enti FinTech (Casi A, B, C, D) e su un’ampia documentazione istituzionale e rapporti (Caso E) riguardanti i principali facilitatori italiani: il Regulatory Sandbox, il Milano Hub e il Canale FinTech. Attraverso l’analisi dei casi e il confronto con i risultati della letteratura, la tesi identifica le principali motivazioni che spingono gli innovatori a interagire con i regolatori e le modalità con cui scelgono gli strumenti più appropriati per il dialogo. Inoltre, emerge che, sebbene tali facilitatori siano essenziali, rimane difficile superare la cosiddetta “inerzia post-validazione” delle istituzioni finanziarie tradizionali, che spesso resistono all’adozione di tecnologie già validate. Lo studio conclude che per realizzare appieno il potenziale del FinTech non è sufficiente un adattamento regolatorio, ma è necessaria anche una trasformazione culturale più ampia, supportata da uno sforzo coordinato tra tutti gli stakeholder.

The dynamics of regulator-innovator dialogue in the italian FinTech sector: an explorative analysis of the players involved

Garofalo, Giovanni;Frigerio, Alice
2024/2025

Abstract

The rapid technological transformation of the financial sector, widely known as FinTech, presents a profound challenge to established regulatory paradigms. Authorities face a significant “pacing problem”, necessitating an adaptive shift from a reactive, risk-based approach toward a proactive, opportunity-based strategy aimed at fostering innovation while maintaining market stability and consumer protection. To bridge the knowledge and speed gap between dynamic innovators and public authorities, regulators are increasingly utilising innovation facilitators: regulatory sandboxes, innovation hubs, and informal dialogue channels. Although the literature acknowledges the vital role of continuous dialogue, a qualitative understanding of its daily practice and the rationale governing the choice of specific tools remains elusive. This thesis addresses this gap by examining how the regulator-innovator dialogue is shaped. It adopts a qualitative methodology, employing a multiple-case study approach focused on the unique institutional context of Italy, characterised by the necessary coordination between the Bank of Italy, CONSOB, and IVASS. Data collection relies on four interviews with representatives of FinTech entities (Cases A, B, C, D) and extensive institutional documentation and reports (Case E) concerning Italy’s key facilitators: the Regulatory Sandbox, Milano Hub, and Canale FinTech. By analysing case studies and comparing them with the findings from the literature review, this thesis identifies the main motivations for engagement and the modalities of interaction that guide innovators in selecting the appropriate tools for dialogue with regulators. It further shows that, while such facilitators are essential, it is difficult to overcome the “post-validation inertia” of traditional financial institutions, which often resist adopting validated technologies. The study concludes that realising FinTech’s full potential requires not only regulatory adaptation but also a broader cultural transformation, sustained by coordinated efforts across all stakeholders.
CARRAI, LUCA
SPIRITO, RICCARDO
ING - Scuola di Ingegneria Industriale e dell'Informazione
23-ott-2025
2024/2025
La rapida trasformazione tecnologica del settore finanziario, nota come FinTech, rappresenta una sfida significativa per i paradigmi regolatori consolidati. Le autorità si trovano a fronteggiare un vero e proprio “problema di ritmo”, che richiede un passaggio da un approccio reattivo e basato sul rischio a una strategia proattiva, orientata alle opportunità, volta a promuovere l’innovazione mantenendo al contempo la stabilità del mercato e la tutela dei consumatori. Per colmare il divario di conoscenze e velocità tra innovatori dinamici e autorità pubbliche, i regolatori stanno sempre più ricorrendo a facilitatori dell’innovazione, come sandbox regolatori, hub di innovazione e canali di dialogo informali. Sebbene la letteratura riconosca l’importanza del dialogo continuo, manca ancora una comprensione qualitativa della sua pratica quotidiana e dei criteri che guidano la scelta degli strumenti specifici. Questa tesi si propone di colmare questa lacuna, analizzando come si struttura il dialogo tra regolatori e innovatori. La ricerca adotta una metodologia qualitativa basata su uno studio di casi multipli, concentrandosi sul contesto istituzionale unico dell’Italia, caratterizzato dalla necessaria coordinazione tra Banca d’Italia, CONSOB e IVASS. La raccolta dei dati si è basata su quattro interviste con rappresentanti di enti FinTech (Casi A, B, C, D) e su un’ampia documentazione istituzionale e rapporti (Caso E) riguardanti i principali facilitatori italiani: il Regulatory Sandbox, il Milano Hub e il Canale FinTech. Attraverso l’analisi dei casi e il confronto con i risultati della letteratura, la tesi identifica le principali motivazioni che spingono gli innovatori a interagire con i regolatori e le modalità con cui scelgono gli strumenti più appropriati per il dialogo. Inoltre, emerge che, sebbene tali facilitatori siano essenziali, rimane difficile superare la cosiddetta “inerzia post-validazione” delle istituzioni finanziarie tradizionali, che spesso resistono all’adozione di tecnologie già validate. Lo studio conclude che per realizzare appieno il potenziale del FinTech non è sufficiente un adattamento regolatorio, ma è necessaria anche una trasformazione culturale più ampia, supportata da uno sforzo coordinato tra tutti gli stakeholder.
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