Milano Sport City: the flat roof case

On the table, an open map: an extremely dense and compact urban fabric, Milan. Very few voids within the entire metropolis! Why is that? Simple: it is Milan’s response to the ever-growing demand for work and housing, the city has greatly expanded, it has grown enormously. But at the expense of whom and of what? Of the citizens and of shared spaces. Sharing spaces, having places for socialization: a shared need! A fact: today, in the Milanese territory, these very places intended for socialization and sharing are missing, there is a shortage of accessible and informal spaces where citizens can meet and carry out collective activities. Instead, one should go in the opposite direction: increase the number of these convivial places. But how? The answer comes almost spontaneously: use the only vacant areas left in the built fabric, or create new ones, as well as the environments nowadays dedicated to citizens. A solution to be discarded because this would mean demolishing and/or cementing Milan even further. Another solution: new interventions in parks, squares, or green areas, the only shared spaces left to the population? Feasible, but something better can be found. The solution? An optimal re-functionalization of available and underused roof surfaces present in the city. If, as claimed by Chipperfield, once the commercial spaces of the city represented a meeting point and conviviality for the citizens, a role that in today’s territorial planning has been lost, then, why not intervene on the roofs of Milanese commercial buildings, such as supermarkets or shops, with the intention of uniting in a single vision the commercial space and that of society? Why not install public sports infrastructures within these shared spaces of the metropolis? Sport thus becomes the means to experience the city, a means capable of breaking down the boundaries between inside and outside, between private space and public space. But how to integrate these structures, simple to manage and to activate, within existing infrastructures, such as supermarkets, giving them back an active role in the urban fabric and contributing to the construction of new forms of sociability? Our thesis aims to be an answer: a repertoire of light and small-scale design solutions, conceived for the creation of social and sports spaces within the city of Milan. Our objective? To enhance the flat roofs of already existing commercial buildings in the Milanese urban fabric, transforming them into places of public gathering. To give back to the citizens the urban spaces from which they have been deprived within the territory they inhabit. To promote new forms of sociability, sport, and inclusion. How? Through the use of temporary and reversible infrastructures. That’s it! With minimal interventions, it is possible to change the landscape of the city of Milan and at the same time rethink, in parallel, commerce, not only with an economic function, but as an urban component, thus fostering the integration between market, urban planning, and social life.

Sul tavolo una mappa aperta: un tessuto urbano fittissimo ed estremamente denso, Milano. Davvero pochi i vuoti all’interno dell’intera metropoli! Come mai? Semplice: è la risposta di Milano alla sempre crescente richiesta di lavoro e alloggio, la città si è notevolmente espansa, è cresciuta a dismisura. Ma a discapito di chi e di che cosa? Dei cittadini e degli spazi condivisi. Certo, la maggior parte dei non numerosi spazi vuoti della mappa è occupata da parchi, piazze, aree verdi, unici spazi condivisi rimasti alla popolazione. Ben poco! Condividere spazi, avere luoghi destinati alla socializzazione: un bisogno condiviso! È certo: oggi, nel territorio milanese, mancano proprio questi luoghi destinati alla socializzazione e alla condivisione, c’è carenza di spazi accessibili e informali dove i cittadini possono incontrarsi e svolgere delle attività collettive. Si dovrebbe invece andare nella direzione opposta: incrementare il numero di questi luoghi di convivialità. Ma come? Quasi spontanea la risposta: utilizzare le uniche aree vuote rimaste nel tessuto edilizio o crearne di nuove, nonché gli ambienti oggigiorno dedicati ai cittadini. Soluzione da scartare perché ciò significherebbe abbattere e/o cementificare ulteriormente Milano. Altra soluzione: nuovi interventi in parchi, piazze o aree verdi, gli unici spazi condivisi rimasti alla popolazione? Fattibile, ma si può trovare di meglio. La soluzione? Una rifunzionalizzazione ottimale di superfici di copertura disponibili e sottoutilizzate presenti nella città. Se, come sostenuto da Chipperfield, un tempo gli spazi commerciali della città rappresentavano un punto di incontro e convivialità per i cittadini, un ruolo che, nella progettazione territoriale odierna, è andato perduto, allora perché non intervenire sui tetti degli edifici commerciali milanesi, quali supermercati o negozi, con l’intento di riunire in un’unica visione lo spazio commerciale e quello della società? Perché non installare infrastrutture sportive pubbliche all’interno di questi spazi condivisi della metropoli? Lo sport diventa così il mezzo per vivere la città, mezzo capace di abbattere i confini tra dentro e fuori, tra spazio privato e spazio pubblico. Ma come integrare queste strutture, semplici da gestire e da attivare all’interno di infrastrutture esistenti, come i supermercati, restituendo loro un ruolo attivo nel tessuto urbano e contribuendo alla costruzione di nuove forme di socialità? Qui la risposta: un repertorio di soluzioni progettuali leggere e di piccola scala, pensate per la realizzazione di spazi sociali e sportivi all’interno della città di Milano. Il nostro obiettivo? Valorizzare le coperture piane di edifici commerciali già esistenti nel tessuto urbano milanese, trasformandole in luoghi di aggregazione pubblica. Restituire ai cittadini gli spazi urbani di cui sono stati privati all’interno del territorio in cui abitano. Promuovere nuove forme di socialità, sport e inclusione. Come? Attraverso l’uso di infrastrutture temporanee e reversibili. Qui sta la chiave del progetto! Con interventi minimi è possibile cambiare il panorama della città di Milano e nello stesso tempo ripensare, in parallelo, il commercio, non solo con funzione economica, ma come componente urbana, favorendo in tal modo l’integrazione tra mercato, pianificazione urbana e vita sociale.