L’etimologia del termine assurdo fa risalire l’origine della parola al latino surdus, letteralmente sordo, ma anche sconosciuto, ignorato. Nel corso del tempo, il significato di questa parola è andato modificandosi, allontanandosi progressivamente dalla sua originale accezione. Assurdo è un qualcosa di poco comprensibile che però, dopo la dovuta spiegazione, risulta chiaro e condivisibile. Il progettista deve sfruttare a suo favore questo strumento: deve usare l’Assurdo come mezzo per la comprensione del nuovo, offrendogli una nuova positività. L’allestimento per il MusA è l’esempio perfetto di come si possa applicare l’Assurdo all’attività progettuale. Grazie all’impegno costante di questa progettista nel proporre un percorso espositivo che trasmetta al visitatore il proprio valore e il proprio messaggio, con l’aiuto di allestimenti e organizzazioni spaziali mirate a offrire un punto di vista alternativo al visitatore, il MusA si pone come un museo di nicchia, indubbiamente diverso dai grandi musei contemporanei, maestosi e imponenti. La dimensione della collezione e dell’edificio a lei dedicato offrono uno spazio accogliente e mai sovradimensionato, in cui ogni opera ha esattamente la sua precisa e ponderata collocazione. Le macchine espositive, delle quali è disseminato l’intero percorso, sono progettate a una a una per offrire al visitatore lo strumento sufficiente e necessario alla comprensione dell’arte contemporanea qui esposta, spesso snobbata e bistrattata dal visitatore medio perchè non compresa e poco familiare. Grazie a queste macchine, l’osservatore viene predisposto all’atteggiamento giusto nei confronti dell’arte contemporanea, permettendogli di essere ricettivo e bendisposto anche verso le opere che non hanno una macchina dedicata, cosi che il visitatore sia libero di formulare critiche e analisi personali. Il percorso espositivo presenta un racconto vario e mai banale, sempre mirato ad offrire al visitatore un insegnamento, a regalargli un’emozione, a porgli una domanda che lo farà uscire dal MusA convinto di essersi arricchito interiormente.

La dimostrazione dell'assurdo. Progetto di allestimento per il MusA ( Museo dell'Assurdo )

TERUZZI, FRANCESCA
2010/2011

Abstract

L’etimologia del termine assurdo fa risalire l’origine della parola al latino surdus, letteralmente sordo, ma anche sconosciuto, ignorato. Nel corso del tempo, il significato di questa parola è andato modificandosi, allontanandosi progressivamente dalla sua originale accezione. Assurdo è un qualcosa di poco comprensibile che però, dopo la dovuta spiegazione, risulta chiaro e condivisibile. Il progettista deve sfruttare a suo favore questo strumento: deve usare l’Assurdo come mezzo per la comprensione del nuovo, offrendogli una nuova positività. L’allestimento per il MusA è l’esempio perfetto di come si possa applicare l’Assurdo all’attività progettuale. Grazie all’impegno costante di questa progettista nel proporre un percorso espositivo che trasmetta al visitatore il proprio valore e il proprio messaggio, con l’aiuto di allestimenti e organizzazioni spaziali mirate a offrire un punto di vista alternativo al visitatore, il MusA si pone come un museo di nicchia, indubbiamente diverso dai grandi musei contemporanei, maestosi e imponenti. La dimensione della collezione e dell’edificio a lei dedicato offrono uno spazio accogliente e mai sovradimensionato, in cui ogni opera ha esattamente la sua precisa e ponderata collocazione. Le macchine espositive, delle quali è disseminato l’intero percorso, sono progettate a una a una per offrire al visitatore lo strumento sufficiente e necessario alla comprensione dell’arte contemporanea qui esposta, spesso snobbata e bistrattata dal visitatore medio perchè non compresa e poco familiare. Grazie a queste macchine, l’osservatore viene predisposto all’atteggiamento giusto nei confronti dell’arte contemporanea, permettendogli di essere ricettivo e bendisposto anche verso le opere che non hanno una macchina dedicata, cosi che il visitatore sia libero di formulare critiche e analisi personali. Il percorso espositivo presenta un racconto vario e mai banale, sempre mirato ad offrire al visitatore un insegnamento, a regalargli un’emozione, a porgli una domanda che lo farà uscire dal MusA convinto di essersi arricchito interiormente.
ARC III - Scuola del Design
3-ott-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
File allegati
File Dimensione Formato  
2011_10_Teruzzi.pdf

solo utenti autorizzati dal 18/09/2014

Descrizione: Book di tesi
Dimensione 30.1 MB
Formato Adobe PDF
30.1 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/24422