L’area litoranea orientale di Cagliari è un ambito di notevole interesse paesaggistico, caratterizzato dalla spiaggia del Poetto che si estende ininterrotta per circa otto chilometri e alla quale fanno da sfondo due bacini saliniferi naturali, che ne delimitano il confine con l’edificato urbano. La storia del litorale si è incrociata solo recentemente con lo sviluppo della città: mentre la zona salinare era utilizzata sin dal XVIII secolo per l’attività estrattiva del sale, solo nell’ultimo secolo inizia la frequentazione del vicino arenile, che si configura progressivamente come una “città estiva”. Questa è andata consolidandosi, secondo il tracciato viabilistico del lungomare, in un insediamento balneare composto da strutture rimovibili in legno disposte sull’arenile secondo un rigido allineamento a griglia, a servizio dei bagnanti o utilizzate come colonie temporanee per l’infanzia. L’urbanizzazione costiera porta nei decenni successivi ad affiancare alle costruzioni temporanee alcuni edifici permanenti: in particolare è del 1936 la decisione del Podestà di dotare la spiaggia di una colonia permanente sull’arenile, sul modello delle realizzazioni condotte in quel periodo sulla costiera romagnola e toscana. La progettazione della Colonia Dux è affidata nel 1937 a Ubaldo Badas, personaggio di rilievo nel panorama architettonico cagliaritano: l’opera, realizzata solo parzialmente a causa del conflitto mondiale, subisce una conversione nel dopoguerra per accogliere la funzione di Ospedale Marino secondo un progetto difforme dall’originale, ed è infine dismessa nel 1992. La mancanza di un’adeguata pianificazione per lo sviluppo del litorale ha portato negli ultimi anni alla redazione di un programma di riqualificazione in chiave turistica dell’ambito del Poetto, di cui l’ex Ospedale Marino costituisce uno dei punti nodali ancora irrisolto. La lunga serie di trasformazioni che hanno interessato la storia dell’ex Ospedale Marino, a partire dai numerosi ripensamenti durante la fase di progettazione iniziale, lo hanno portato a subire delle modifiche in funzione dell’adattamento per la funzione ospedaliera, che ne hanno parzialmente snaturato l’immagine. L’edificio è in origine concepito come colonia marina permanente, in riferimento alle sperimentazioni condotte a livello nazionale sul tema delle colonie elioterapiche, ed è espressione delle ricerche sulla forma degli edifici in relazione alla luce, all’aria e allo spazio aperto. La genesi del progetto ha come origine la definizione di un volume primario curvo associato a un volume secondario dedicato ai servizi; il complesso, inizialmente rivolto con la concavità verso terra, è successivamente ruotato verso il mare, secondo un disegno che ne ridefinisce gli aspetti formali generando un volume curvo sorretto da pilotis in cemento armato. La realizzazione, interrotta durante la guerra, si limita alla parte strutturale del volume principale, e la flessibilità connessa all’uso di una struttura puntiforme ne permette il completamento come Ospedale Marino, compiuto nel 1947 in funzione delle mutate necessità sopraggiunte dopo il conflitto. L’intervento di trasformazione ha contribuito a cancellare alcuni tratti della proposta iniziale di Badas: il completamento segue infatti la scansione dei sostegni esistenti, mutuando il diaframma di chiusura a filo esterno a favore di una percorrenza esterna a ballatoio continuo, e riducendo così l’intensità dell’idea originale. L’intervento di recupero dell’architettura riguarda quindi la valorizzazione della preesistenza storica attraverso la sua ricomposizione e rifunzionalizzazione, valutandone la compatibilità con la nuova funzione ricettiva prevista dall’Amministrazione Comunale, nell’ottica di un rinnovato rapporto con il contesto ambientale. L’opera di Badas è inoltre riconosciuta di interesse culturale dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Cagliari e Oristano, per l’interesse formale e storico rappresentato in relazione alla produzione architettonica del XX secolo. L’obiettivo del progetto è instaurare un corretto rapporto tra l’edificio e il contesto attraverso la sua nuova definizione funzionale e, allo stesso modo, dare all’edificio un’immagine coerente con il suo valore rappresentativo di innovazione formale, in relazione alla produzione architettonica cagliaritana degli anni Trenta. Il progetto comprende l’inserimento di un nuovo volume che definisce nuove relazioni tra l’edificio principale e l’intorno, configurandosi come elemento di supporto per la nuova funzione ricettiva. Il programma funzionale prevede infatti che il complesso ricettivo sia integrato da destinazioni d’uso che ne permettano una frequentazione non limitata alla stagione turistica, quali la sala conferenze, l’area benessere e il ristorante. L’edificio storico costituisce il cardine dell’intervento: lo sviluppo radiale della struttura è l’elemento fondante sul quale si basa la definizione della nuova direzionalità trasversale di accesso, che caratterizza l’incastro dei due volumi. Il nuovo corpo si relaziona inoltre, per il suo orientamento, con l’altra preesistenza storica, una torre seicentesca di forma troncoconica, che allo stato attuale è semplicemente giustapposta con l’ex Ospedale Marino. Punto nodale dell’intero percorso progettuale è la definizione del rapporto tra preesistenze e aggiunte: questo si concretizza nella ridefinizione formale dell’edificio principale, che interpreta criticamente del progetto storico la definizione originaria della “scatola sospesa” su pilotis, e nello studio della relazione tra il volume principale curvilineo e il nuovo edificio secondario. La verifica delle scelte morfologiche e funzionali è condotta attraverso le diverse scale fino alla definizione dei dettagli costruttivi, essenziali nella costruzione del nuovo prospetto dell’edificio storico, che concorrono alla definizione complessiva dell’intervento nei suoi caratteri architettonici costitutivi.
Storia e progetto per la tutela dell'architettura moderna. L'ex Ospedale Marino di Ubaldo Badas a Cagliari
PALA, FEDERICA
2010/2011
Abstract
L’area litoranea orientale di Cagliari è un ambito di notevole interesse paesaggistico, caratterizzato dalla spiaggia del Poetto che si estende ininterrotta per circa otto chilometri e alla quale fanno da sfondo due bacini saliniferi naturali, che ne delimitano il confine con l’edificato urbano. La storia del litorale si è incrociata solo recentemente con lo sviluppo della città: mentre la zona salinare era utilizzata sin dal XVIII secolo per l’attività estrattiva del sale, solo nell’ultimo secolo inizia la frequentazione del vicino arenile, che si configura progressivamente come una “città estiva”. Questa è andata consolidandosi, secondo il tracciato viabilistico del lungomare, in un insediamento balneare composto da strutture rimovibili in legno disposte sull’arenile secondo un rigido allineamento a griglia, a servizio dei bagnanti o utilizzate come colonie temporanee per l’infanzia. L’urbanizzazione costiera porta nei decenni successivi ad affiancare alle costruzioni temporanee alcuni edifici permanenti: in particolare è del 1936 la decisione del Podestà di dotare la spiaggia di una colonia permanente sull’arenile, sul modello delle realizzazioni condotte in quel periodo sulla costiera romagnola e toscana. La progettazione della Colonia Dux è affidata nel 1937 a Ubaldo Badas, personaggio di rilievo nel panorama architettonico cagliaritano: l’opera, realizzata solo parzialmente a causa del conflitto mondiale, subisce una conversione nel dopoguerra per accogliere la funzione di Ospedale Marino secondo un progetto difforme dall’originale, ed è infine dismessa nel 1992. La mancanza di un’adeguata pianificazione per lo sviluppo del litorale ha portato negli ultimi anni alla redazione di un programma di riqualificazione in chiave turistica dell’ambito del Poetto, di cui l’ex Ospedale Marino costituisce uno dei punti nodali ancora irrisolto. La lunga serie di trasformazioni che hanno interessato la storia dell’ex Ospedale Marino, a partire dai numerosi ripensamenti durante la fase di progettazione iniziale, lo hanno portato a subire delle modifiche in funzione dell’adattamento per la funzione ospedaliera, che ne hanno parzialmente snaturato l’immagine. L’edificio è in origine concepito come colonia marina permanente, in riferimento alle sperimentazioni condotte a livello nazionale sul tema delle colonie elioterapiche, ed è espressione delle ricerche sulla forma degli edifici in relazione alla luce, all’aria e allo spazio aperto. La genesi del progetto ha come origine la definizione di un volume primario curvo associato a un volume secondario dedicato ai servizi; il complesso, inizialmente rivolto con la concavità verso terra, è successivamente ruotato verso il mare, secondo un disegno che ne ridefinisce gli aspetti formali generando un volume curvo sorretto da pilotis in cemento armato. La realizzazione, interrotta durante la guerra, si limita alla parte strutturale del volume principale, e la flessibilità connessa all’uso di una struttura puntiforme ne permette il completamento come Ospedale Marino, compiuto nel 1947 in funzione delle mutate necessità sopraggiunte dopo il conflitto. L’intervento di trasformazione ha contribuito a cancellare alcuni tratti della proposta iniziale di Badas: il completamento segue infatti la scansione dei sostegni esistenti, mutuando il diaframma di chiusura a filo esterno a favore di una percorrenza esterna a ballatoio continuo, e riducendo così l’intensità dell’idea originale. L’intervento di recupero dell’architettura riguarda quindi la valorizzazione della preesistenza storica attraverso la sua ricomposizione e rifunzionalizzazione, valutandone la compatibilità con la nuova funzione ricettiva prevista dall’Amministrazione Comunale, nell’ottica di un rinnovato rapporto con il contesto ambientale. L’opera di Badas è inoltre riconosciuta di interesse culturale dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Cagliari e Oristano, per l’interesse formale e storico rappresentato in relazione alla produzione architettonica del XX secolo. L’obiettivo del progetto è instaurare un corretto rapporto tra l’edificio e il contesto attraverso la sua nuova definizione funzionale e, allo stesso modo, dare all’edificio un’immagine coerente con il suo valore rappresentativo di innovazione formale, in relazione alla produzione architettonica cagliaritana degli anni Trenta. Il progetto comprende l’inserimento di un nuovo volume che definisce nuove relazioni tra l’edificio principale e l’intorno, configurandosi come elemento di supporto per la nuova funzione ricettiva. Il programma funzionale prevede infatti che il complesso ricettivo sia integrato da destinazioni d’uso che ne permettano una frequentazione non limitata alla stagione turistica, quali la sala conferenze, l’area benessere e il ristorante. L’edificio storico costituisce il cardine dell’intervento: lo sviluppo radiale della struttura è l’elemento fondante sul quale si basa la definizione della nuova direzionalità trasversale di accesso, che caratterizza l’incastro dei due volumi. Il nuovo corpo si relaziona inoltre, per il suo orientamento, con l’altra preesistenza storica, una torre seicentesca di forma troncoconica, che allo stato attuale è semplicemente giustapposta con l’ex Ospedale Marino. Punto nodale dell’intero percorso progettuale è la definizione del rapporto tra preesistenze e aggiunte: questo si concretizza nella ridefinizione formale dell’edificio principale, che interpreta criticamente del progetto storico la definizione originaria della “scatola sospesa” su pilotis, e nello studio della relazione tra il volume principale curvilineo e il nuovo edificio secondario. La verifica delle scelte morfologiche e funzionali è condotta attraverso le diverse scale fino alla definizione dei dettagli costruttivi, essenziali nella costruzione del nuovo prospetto dell’edificio storico, che concorrono alla definizione complessiva dell’intervento nei suoi caratteri architettonici costitutivi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/25141