Lo studio delle modalità di entrata delle multinazionali in mercati esteri ha suscitato un crescente interesse da parte di molti studiosi con l’affermarsi del fenomeno di internazionalizzazione. Ci si è qui soffermati sulla decisione della modalità di entrata, intesa come scelta tra forme di entrata collaborative (joint venture) o individuali (wholly owned). Tale decisione sembra avere un evidente impatto sulla struttura proprietaria dall’impresa target, così come sulla quantità di risorse che la MNE intende investire e sui rischi ad esse connessi. Questa fase dell’investimento diretto estero sembra essere particolarmente critica e decisiva nel determinare la buona riuscita dell’acquisizione, ed in seguito la sua sopravvivenza. In questo lavoro verrà in particolare considerato il caso italiano: è stato infatti analizzato il volume di acquisizioni da parte di multinazionali straniere avvenute in Italia nell’ultimo decennio. Il focus di questo lavoro, pur essendo incentrato sull’analisi di risorse e competenze coerentemente con la resource based view, si distingue dai contributi letterari precedenti in virtù di una forte connotazione territoriale. E’ stato infatti posto l’accento sul ruolo del contesto territoriale e della localizzazione geografica sul territorio, come variabile determinante nella scelta della tipologia di entrata da adottare. La distinzione tra aree distrettuali e non ha assunto quindi particolare importanza in questo lavoro, in quanto variabile utile per spiegare le differenti tipologie di insediamento nel contesto italiano. La cosiddetta “atmosfera distrettuale”, che caratterizza gli insediamenti in tali aree, consentirebbe alle imprese entranti di avere accesso a competenze diffuse nell’ambiente. Il distretto rappresenta infatti un terreno fertile per l’insorgere di un sistema reticolare di imprese, in virtù dell’integrata rete di relazioni di cooperazione informale di lungo periodo che si instaura tra le imprese che ne fanno parte. E’ stato sviluppato un modello concettuale al fine di valutare la modalità di entrata di una multinazionale in un mercato estero sulla base delle competenze di cui essa necessita e di quelle acquisibili tramite investimenti diretti esteri in un ottica resource based. Si è poi discusso come la possibilità di avere accesso a risorse complementari influenzi le decisioni in merito all’assetto proprietario della società target. Si è inoltre evidenziato come l’accesso a competenze possa avvenire in diverse modalità: la letteratura ha sottolineato come queste possano essere acquisite grazie al supporto di un partner locale. A tale modalità si aggiunge inoltre la possibilità di assorbire le competenze insite nel contesto territoriale nel quale ci si insedia. Alcune aree geografiche permetterebbero infatti un maggior accesso a risorse e competenze rispetto ad altre. Le analisi condotte hanno evidenziato proprio come la possibilità di ottenere accesso a competenze, rese disponibili da un partner locale, faccia propendere verso modalità di entrata collaborative: è stato infatti ipotizzato ed in seguito verificato nel modello econometrico, come all’aumentare della specializzazione settoriale aumenti il ricorso a joint ventures. Il principale contributo innovativo emerso dalle analisi si riferisce al caso in cui vi sia una doppia possibilità di accesso a competenze: la prima legata al supporto di un partner locale, mentre la seconda sarebbe invece legata all’opportunità di insediamento in distretti industriali. All’interno di tali aree le MNE estere avrebbero la possibilità di attingere allo stock di conoscenze accumulate e godere quindi delle economie esterne locali, come ad esempio l’elevata specializzazione del mercato del lavoro e l’esistenza di fornitori altamente competenti. Qualora entrambe queste condizioni sussistano (elevata specializzazione settoriale ed insediamento distrettuale) si è supposto che la tendenza a ricorrere a forme di entrata collaborative venga attenuata. Si è infatti ipotizzato che all’interno di distretti industriali le MNE estere possano ottenere le competenze di cui necessitano tramite modalità alternative, riducendo così la probabilità di ricorso ad una joint venture. In particolare è stata individuata una sorta di complementarietà tra le due tipologie di competenze: qualora infatti la MNE sia intenzionata ad insediarsi all’interno di un distretto industriale, potrebbe fare a meno di ricorrere ad una joint venture dato che sarebbe già in grado di “catturare” le competenze diffuse localmente.
Il ruolo delle caratteristiche territoriali nella decisione di entrata delle multinazionali
TENCATI, VALERIA
2010/2011
Abstract
Lo studio delle modalità di entrata delle multinazionali in mercati esteri ha suscitato un crescente interesse da parte di molti studiosi con l’affermarsi del fenomeno di internazionalizzazione. Ci si è qui soffermati sulla decisione della modalità di entrata, intesa come scelta tra forme di entrata collaborative (joint venture) o individuali (wholly owned). Tale decisione sembra avere un evidente impatto sulla struttura proprietaria dall’impresa target, così come sulla quantità di risorse che la MNE intende investire e sui rischi ad esse connessi. Questa fase dell’investimento diretto estero sembra essere particolarmente critica e decisiva nel determinare la buona riuscita dell’acquisizione, ed in seguito la sua sopravvivenza. In questo lavoro verrà in particolare considerato il caso italiano: è stato infatti analizzato il volume di acquisizioni da parte di multinazionali straniere avvenute in Italia nell’ultimo decennio. Il focus di questo lavoro, pur essendo incentrato sull’analisi di risorse e competenze coerentemente con la resource based view, si distingue dai contributi letterari precedenti in virtù di una forte connotazione territoriale. E’ stato infatti posto l’accento sul ruolo del contesto territoriale e della localizzazione geografica sul territorio, come variabile determinante nella scelta della tipologia di entrata da adottare. La distinzione tra aree distrettuali e non ha assunto quindi particolare importanza in questo lavoro, in quanto variabile utile per spiegare le differenti tipologie di insediamento nel contesto italiano. La cosiddetta “atmosfera distrettuale”, che caratterizza gli insediamenti in tali aree, consentirebbe alle imprese entranti di avere accesso a competenze diffuse nell’ambiente. Il distretto rappresenta infatti un terreno fertile per l’insorgere di un sistema reticolare di imprese, in virtù dell’integrata rete di relazioni di cooperazione informale di lungo periodo che si instaura tra le imprese che ne fanno parte. E’ stato sviluppato un modello concettuale al fine di valutare la modalità di entrata di una multinazionale in un mercato estero sulla base delle competenze di cui essa necessita e di quelle acquisibili tramite investimenti diretti esteri in un ottica resource based. Si è poi discusso come la possibilità di avere accesso a risorse complementari influenzi le decisioni in merito all’assetto proprietario della società target. Si è inoltre evidenziato come l’accesso a competenze possa avvenire in diverse modalità: la letteratura ha sottolineato come queste possano essere acquisite grazie al supporto di un partner locale. A tale modalità si aggiunge inoltre la possibilità di assorbire le competenze insite nel contesto territoriale nel quale ci si insedia. Alcune aree geografiche permetterebbero infatti un maggior accesso a risorse e competenze rispetto ad altre. Le analisi condotte hanno evidenziato proprio come la possibilità di ottenere accesso a competenze, rese disponibili da un partner locale, faccia propendere verso modalità di entrata collaborative: è stato infatti ipotizzato ed in seguito verificato nel modello econometrico, come all’aumentare della specializzazione settoriale aumenti il ricorso a joint ventures. Il principale contributo innovativo emerso dalle analisi si riferisce al caso in cui vi sia una doppia possibilità di accesso a competenze: la prima legata al supporto di un partner locale, mentre la seconda sarebbe invece legata all’opportunità di insediamento in distretti industriali. All’interno di tali aree le MNE estere avrebbero la possibilità di attingere allo stock di conoscenze accumulate e godere quindi delle economie esterne locali, come ad esempio l’elevata specializzazione del mercato del lavoro e l’esistenza di fornitori altamente competenti. Qualora entrambe queste condizioni sussistano (elevata specializzazione settoriale ed insediamento distrettuale) si è supposto che la tendenza a ricorrere a forme di entrata collaborative venga attenuata. Si è infatti ipotizzato che all’interno di distretti industriali le MNE estere possano ottenere le competenze di cui necessitano tramite modalità alternative, riducendo così la probabilità di ricorso ad una joint venture. In particolare è stata individuata una sorta di complementarietà tra le due tipologie di competenze: qualora infatti la MNE sia intenzionata ad insediarsi all’interno di un distretto industriale, potrebbe fare a meno di ricorrere ad una joint venture dato che sarebbe già in grado di “catturare” le competenze diffuse localmente.File | Dimensione | Formato | |
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