Negli ultimi anni i produttori vinicoli di tutto il mondo hanno investito considerevoli somme di denaro in nuovi stabilimenti enologici, commissionandone la realizzazione a progettisti di fama internazionale. Siza, Herzog & de Meuron, Calatrava, Piano, sono solo alcuni esempi delle grandi firme che hanno affrontato il tema, ognuno con un proprio stile, ma con il comune intento di stupire. La visibilità che le aziende vinicole ricercano, trova spiegazione nel fiorente mercato turistico legato al mondo del vino che ogni anno attira migliaia di visitatori, non unicamente esperti del settore. Eventi come “Cantine Aperte” o “Calici di Stelle” raccolgono ,di anno in anno , maggiori adesioni, promuovendo un turismo “slow” e intensificando la rete di connessioni tra produttori e consumatori. La logica di marketing porta immediatamente alla soluzione che la cantina vinicola è essenziale per la vendita, essa deve essere l’immagine dell’azienda fino a diventarne il simbolo. Agli ambienti funzionali di produzione, vengono affiancate strutture ricettive e di vendita. L’industria è anche museo dove il vino è l’opera d’arte indiscussa. Nel progetto della cantina vinicola in Monferrato, oggetto di studio, particolare attenzione è stata posta alla disposizione degli ambienti comunicanti fra loro e ai flussi di percorrenza relativi. I percorsi dinamici del ciclo produttivo propri dell’industria si intersecano con quelli statici dell’osservatore, il quale può assistere alle differenti fasi di lavorazione fino alla degustazione del prodotto finito, senza interferire con i vari processi lavorativi. Per una maggior integrazione con il paesaggio agreste e un migliore controllo delle temperature interne, gran parte dei volumi della cantina sono stati interrati, posizionando i corpi di fabbrica secondo le inclinazione del terreno e sfruttandone i suoi dislivelli. Il nucleo principale del progetto, a sezione circolare, diventa il simbolo della cantina, il “landmark “ percepibile dall’esterno come una gigantesca botte in mattoni parzialmente interrata al cui interno trovano posto gli ambienti di invecchiamento del vino. Sotto l’aspetto tecnologico-impiantistico, il progetto prevede l’integrazione di tecnologie sostenibili quali il fotovoltaico per il funzionamento dei macchinari industriali e di un impianto di fitodepurazione per lo smaltimento dei reflui di cantina. Un corridoio impiantistico affianca tutti gli ambienti di lavoro, garantendo la ventilazione anche a quelli interrati.

Progetto di una cantina vinicola nel Monferrato

FERRARIO, MATTEO
2010/2011

Abstract

Negli ultimi anni i produttori vinicoli di tutto il mondo hanno investito considerevoli somme di denaro in nuovi stabilimenti enologici, commissionandone la realizzazione a progettisti di fama internazionale. Siza, Herzog & de Meuron, Calatrava, Piano, sono solo alcuni esempi delle grandi firme che hanno affrontato il tema, ognuno con un proprio stile, ma con il comune intento di stupire. La visibilità che le aziende vinicole ricercano, trova spiegazione nel fiorente mercato turistico legato al mondo del vino che ogni anno attira migliaia di visitatori, non unicamente esperti del settore. Eventi come “Cantine Aperte” o “Calici di Stelle” raccolgono ,di anno in anno , maggiori adesioni, promuovendo un turismo “slow” e intensificando la rete di connessioni tra produttori e consumatori. La logica di marketing porta immediatamente alla soluzione che la cantina vinicola è essenziale per la vendita, essa deve essere l’immagine dell’azienda fino a diventarne il simbolo. Agli ambienti funzionali di produzione, vengono affiancate strutture ricettive e di vendita. L’industria è anche museo dove il vino è l’opera d’arte indiscussa. Nel progetto della cantina vinicola in Monferrato, oggetto di studio, particolare attenzione è stata posta alla disposizione degli ambienti comunicanti fra loro e ai flussi di percorrenza relativi. I percorsi dinamici del ciclo produttivo propri dell’industria si intersecano con quelli statici dell’osservatore, il quale può assistere alle differenti fasi di lavorazione fino alla degustazione del prodotto finito, senza interferire con i vari processi lavorativi. Per una maggior integrazione con il paesaggio agreste e un migliore controllo delle temperature interne, gran parte dei volumi della cantina sono stati interrati, posizionando i corpi di fabbrica secondo le inclinazione del terreno e sfruttandone i suoi dislivelli. Il nucleo principale del progetto, a sezione circolare, diventa il simbolo della cantina, il “landmark “ percepibile dall’esterno come una gigantesca botte in mattoni parzialmente interrata al cui interno trovano posto gli ambienti di invecchiamento del vino. Sotto l’aspetto tecnologico-impiantistico, il progetto prevede l’integrazione di tecnologie sostenibili quali il fotovoltaico per il funzionamento dei macchinari industriali e di un impianto di fitodepurazione per lo smaltimento dei reflui di cantina. Un corridoio impiantistico affianca tutti gli ambienti di lavoro, garantendo la ventilazione anche a quelli interrati.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
3-ott-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/26521