Open Barrio. Riqualificazione del Barrio España : suburbio nelle periferia nord-est di Valladolid

The authonom community of Castilla y Leòn was established on March, 2nd, 1983. It’s the Spanish most extended community and the third in the European Community. It own 60% of the cultural and artistic heritage of Spain and it’s at the first place for what concerning renewable energies. In particular, the production of heolic energy in Spain covers 27% of the country needs and Castilla y Leon is the most productive region with its 4413 MW/yr. The main water supply is the Duero, which rises in Picos de Urbon, in the Soria county, and flows in Oporto, Portugal, covering 897Km. The main feeders are the Pisuerda and the Elsa. The community has a population of 2.553.301 distributed on the entire territory, mostly hill, with a density of 26,65/km2. Valladolid is the region Capital, headquarter of all the administrative and legal offices. It’s the biggest city of Castilla y Leon and has 317.743 inhabitants. During the ‘90s the need of a new coordinated regulation plan of the city and its suburban was born. Until then, infact, the planning based on sectorial and particular plans resulted inconclusive. The solution was found with the “plano de ordenaciòn y paisaje”, designed for a built-up area that is starting to be a small city-region. It’s a multicentered system of units of different dimensions. The image planned by Las Directrices consists of a complex territorial unit that looks like a mosaic, in which the urban is mixed with an productive agrarian environment. The project contemplates a set of diversified natural landscapes: mountains, bushes and riberas. The infrastructural links and services system structures the spaces, giving them accessibility and functional qualities. In the North Eastern part of the city there is the district studied, the Barrio Espana. It rapresents the access gate to the city as it’s the first built-up area met entering Valladolid from Avenida de Santander. The district is placed on one of the expansion guidelines of the city. Just a little outside the city, in the same direction, there is a new project of a residencial area, Valdechivillas. Despite the strategic location as for Valdechivillas and the city center, this district has been cut off from the new city planning, which has the goal of looking at the global development of Valladolid. The barrio is still tied to an ‘83 plan (PERI), that even then was found extraneous to the real growth dynamics of the district and therefore unfeasible. Since its birth the district had a bad reputation because of its social issues due to the presence of strangers and it remained and outsider. Even the architecture reveals this isolation. The district is mostly made up of one floor houses (molineras), self-built, with the entrances on the street and leaned to cahotic courtyard. There are not free spaces and aggregation spots and there are small shops. This makes the district not livable whereas it could be a human scale area. The access and the inside mobility is given from the tight driveways built without hierarchy. Furthermore, the streets become even smaller due to the residents cars parked everywhere. The job done has the target to reintegrate the district into the city, improving its features, giving it services suitable both on a district and on a city scale.

La comunità autonoma della Castiglia e Leòn, costituita il 2 marzo del 1983, è la più estesa di Spagna e la terza dell’Unione Europea. Vanta di possedere più del 60% del patrimonio culturale ed artistico esistente in tutta la Spagna. Si fa notare inoltre per la produzione di energie rinnovabili, in particolar modo per quella eolica. La Spagna, infatti, risulta essere al primo posto come stato produttore di questo tipo di energia, coprendo il 27% del fabbisogno, e la Castiglia e Leòn con i suoi 4.413 MW è la regione più produttiva. La risorsa idrica principale è rappresentata dal Duero, che sorge nei Picos de Urbión, in provincia di Soria, e sfocia ad Oporto (Portogallo) percorrendo 897 km. Gli affluenti con maggior portata sono il Pisuerda e l’Elsa. La comunità ha una popolazione di 2.553.301 distribuita su tutto il territorio, prevalentemente collinare, con una densità di 26,65 ab/kmq. Valladolid è il capoluogo regionale, sede delle funzioni amministrative e giuridiche. Con i suoi 317.743 abitanti rappresenta il nucleo di maggiori dimensioni della Castiglia e Leòn. Negli anni ‘90 sorge l’esigenza di una pianificazione omogenea e coordinata della città e della sua periferia, poichè fino ad allora la programmazione con piani settoriali e particolari si erano dimostrati non risolutivi. La soluzione è data dal “piano di ordenaciòn de paisaje”, pensato per un agglomerato urbano che sta cominciando ad essere una piccola città regione , quindi un sistema policentrico di nuclei di diversa dimensione, cessando di essere conseguenza della crescita di una città centrale. L’immagine che Las Directrices pianificano consiste in un’unità territoriale complessa simile a un mosaico dove l’urbano si mescola ad un paesaggio agrario produttivo, con un insieme di spazi naturali diversficati, montagne,boschi e riberas. Il sistema di reti infrastrutturali e di servizi articola i cosiddetti spazi, dotandoli di accessibilità e qualità funzionali. Nella zona nord est della città si trova il quartiere oggetto di studio, il barrio Espana, che rappresenta la porta di accesso alla città essendo il primo nucleo che si incontra entrando in Valladolid lungo l’avenida di Santander. Il barrio è posizionato su una delle direttrci di espansione della città. Poco fuori dalla città nella stessa direzione si trova infatti il nuovo progetto di un quartiere residenziale, Valdechivillas. Nonostante la sua posizione strategica rispetto al nuovo progetto e al centro città, questo quartiere sembra essere tagliato fuori da questa programmazionione urbanistica che si pone l’obiettivo di guardare allo sviluppo di Valladolid nel suo complesso, e dalle trasformazioni che la città sta subendo. Il barrio si presenta ancora oggi legato ad un piano particolareggiato dell’83 (PERI), che anche allora, si rivelò essere estraneo alle reali dinamiche di crescita del quartiere e pertanto inattuabile. E’ un quartiere che sin dalle origini ha avuto una brutta reputazione, con problematiche sociali legate alla presenza di stranieri, rimanendo così chiuso in sè stesso ed isolato. Anche l’architettura rivela questa sua emarginazione. La tipologia architettonica dominante è quella delle case ad un piano (molineras), di autocostruzione, che si distribuiscono a corte chiusa nella parcella, con ingresso su strada ed affaccio su caotici giardini interni. Scarsa presenza di spazi liberi, punti di aggregazione , piccoli negozi, rendono poco vivibile un quertiere che per le sue caratteristiche potrebbe considerarsi a “misura d’uomo”. L’accesso e la mobilità interna è data da strade strette e prive di gerarchia , tutte carrabili, la cui ampiezza è ulteriormente ridotta dalla sosta delle auto dei residenti. Il lavoro svolto si pone quindi l’obiettivo di reintegrare il quartiere nella città,valorizzandone le caratteristiche , dotandolo di servizi sia alla scala del quartiere che a quella cittadina.