Davanti al sempre più evidente sconvolgimento dello spazio urbano, l’uomo si ritrova nomade in un luogo che non può più considerare “proprio”, poiché dimentico del centro intimo della progettazione urbanistica (l’individuo stesso). Egli è ormai estraneo al suo ambiente e vittima della frammentarietà e della mancanza di identità che contraddistinguono gli spazi che abita: si sente inevitabilmente perso, smarrito. Neanche la segnaletica tradizionale sembra poter sollevare l’individuo dalla preoccupazione circa l’orientamento: al contrario essa, in quanto basata quasi esclusivamente sul senso della vista, contribuisce ad aumentare la distanza tra soggetto ambiente. La segnaletica, vede lo spazio come uno sfondo, un termine contro il quale “combattere”, al fine di spiccare a livello visivo. Oggi si è schiavi di frecce, scritte, colori, che arrivano al singolo quasi più come imposizioni che come dispositivi ausiliari, e che non considerano l’ambiente concreto come effettiva parte integrante dello spazio costruito. Il sistema di segnaletica della Settimana della Moda di Milano ne è un esempio: gli apparati grafici utilizzati certamente comunicano, ma non diventano un mezzo per mettere in relazione il visitatore con lo spazio circostante. Il progetto si configura come una sorta di percorso polisensoriale che collega i due nuclei principali attorno ai quali si muove il mondo della moda durante quei sette giorni: il Quadrilatero e i luoghi delle sfilate. In particolare, tale tragitto è stato semplificato in una successione di tre tappe essenziali che costituiscono i cardini del sistema (la città-vetrina, la sosta urbana, e la città-monumento) e che sono tra loro connesse tramite Via A. Manzoni e Via S. Margherita. In ogni allestimento si è cercato di intervenire non solo con lo scopo di orientare il visitatore ma di marcare proprio le caratteristiche che costituiscono lo spazio urbano dei diversi tratti. Il risultato sono degli ambienti altamente connotati, che si nutrono della città stessa per definire le proprie individualità. Il visitatore ritorna così ad essere protagonista del luogo che percorre ed è invitato ad apprezzare le peculiarità proprie del centro città milanese.

Un sistema di segnaletica polisensoriale : dal Quadrilatero alle location della Fashion Week. Tavole di progetto

BENELLI, ANNA
2010/2011

Abstract

Davanti al sempre più evidente sconvolgimento dello spazio urbano, l’uomo si ritrova nomade in un luogo che non può più considerare “proprio”, poiché dimentico del centro intimo della progettazione urbanistica (l’individuo stesso). Egli è ormai estraneo al suo ambiente e vittima della frammentarietà e della mancanza di identità che contraddistinguono gli spazi che abita: si sente inevitabilmente perso, smarrito. Neanche la segnaletica tradizionale sembra poter sollevare l’individuo dalla preoccupazione circa l’orientamento: al contrario essa, in quanto basata quasi esclusivamente sul senso della vista, contribuisce ad aumentare la distanza tra soggetto ambiente. La segnaletica, vede lo spazio come uno sfondo, un termine contro il quale “combattere”, al fine di spiccare a livello visivo. Oggi si è schiavi di frecce, scritte, colori, che arrivano al singolo quasi più come imposizioni che come dispositivi ausiliari, e che non considerano l’ambiente concreto come effettiva parte integrante dello spazio costruito. Il sistema di segnaletica della Settimana della Moda di Milano ne è un esempio: gli apparati grafici utilizzati certamente comunicano, ma non diventano un mezzo per mettere in relazione il visitatore con lo spazio circostante. Il progetto si configura come una sorta di percorso polisensoriale che collega i due nuclei principali attorno ai quali si muove il mondo della moda durante quei sette giorni: il Quadrilatero e i luoghi delle sfilate. In particolare, tale tragitto è stato semplificato in una successione di tre tappe essenziali che costituiscono i cardini del sistema (la città-vetrina, la sosta urbana, e la città-monumento) e che sono tra loro connesse tramite Via A. Manzoni e Via S. Margherita. In ogni allestimento si è cercato di intervenire non solo con lo scopo di orientare il visitatore ma di marcare proprio le caratteristiche che costituiscono lo spazio urbano dei diversi tratti. Il risultato sono degli ambienti altamente connotati, che si nutrono della città stessa per definire le proprie individualità. Il visitatore ritorna così ad essere protagonista del luogo che percorre ed è invitato ad apprezzare le peculiarità proprie del centro città milanese.
GALBIATI, MARCELLO
ARC III - Scuola del Design
3-ott-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/26981