La tesi di laurea si pone l’obiettivo di costruire una proposta per favorire l’integrazione tra la pianificazione urbanistica e il settore dell’attività estrattiva, in quanto assume rilevanza nei processi, e quindi negli atti, di governo del territorio. La tematica è stata affrontata assumendo un punto di vista non solo settoriale ma attraverso una lettura della materia, e della sua legislatura, mettendola in relazione al territorio, alle sue caratteristiche e alle sue trasformazioni, portando come esempio il caso della Provincia di Bergamo. La tesi si sviluppa attraverso due tipi di analisi: la prima di carattere teorico, la seconda di carattere pratico. Nella prima parte, i primi tre capitoli, si è approfondito il tema dell’attività estrattiva al fine di comprendere l’attuale disciplina legislativa e giungere alla comprensione dei limiti e delle lacune che necessitanno di un nuovo trattamento. Il quarto capitolo introduce un nuovo punto di vista per il trattamento della materia ipotizzando un nuovo approccio per il reinserimento dei siti di cava dismessi o residuali attraverso la scelta della scala provinciale. Un’ipotesi, applicata alla Provincia bergamasca che consente di assecondare i meccanismi di reinterpretazione di questi luoghi con rimandi territoriali e non strettamente locali. Nella seconda parte della tesi, nel quinto e sesto capitolo, l’idea di questo nuovo approccio viene tradotta in un nuovo strumento, l’Atlante, un elemento fondamentale per la costruzione della visione strategica futura della provincia. L’elaborazione dell’Atlante si costituisce di tre fasi: una fase analitica per lo studio degli elementi strutturanti il territorio, una fase interpretativa per la lettura critica del territorio individuando tre diversi contesti (Geografie); ed infine, una fase progettuale che detta gli indirizzi e le linee guida specifiche per orientare il recupero dei siti estrattivi in relazione ai caratteri fondamentali di ciascun contesto territoriale (Micro geografie), fornendo buone pratiche ed esempi innovativi per il loro reinserimento nelle strategie di trasformazione del territorio. Riconosciuta la necessità di un nuovo approccio territoriale, nel settimo ed ultimo capitolo, si traduce concretamente la proposta metodologica dell’Altlante attraverso un caso reale: il caso della cava di Monte Giglio, nel Comune di Calusco d’Adda, vuole infatti essere un esempio di applicazione degli indirizzi provinciali per mostrare come possono essere orientate le scelte di livello locale in coerenza con lo strumento urbanistico comunale (PGT).

Una proposta di Atlante per il recupero dei siti di cava nella provincia bergamasca

MILANESI, MICHELA;SALA, GIULIA;MANZONI, FRANCESCA
2010/2011

Abstract

La tesi di laurea si pone l’obiettivo di costruire una proposta per favorire l’integrazione tra la pianificazione urbanistica e il settore dell’attività estrattiva, in quanto assume rilevanza nei processi, e quindi negli atti, di governo del territorio. La tematica è stata affrontata assumendo un punto di vista non solo settoriale ma attraverso una lettura della materia, e della sua legislatura, mettendola in relazione al territorio, alle sue caratteristiche e alle sue trasformazioni, portando come esempio il caso della Provincia di Bergamo. La tesi si sviluppa attraverso due tipi di analisi: la prima di carattere teorico, la seconda di carattere pratico. Nella prima parte, i primi tre capitoli, si è approfondito il tema dell’attività estrattiva al fine di comprendere l’attuale disciplina legislativa e giungere alla comprensione dei limiti e delle lacune che necessitanno di un nuovo trattamento. Il quarto capitolo introduce un nuovo punto di vista per il trattamento della materia ipotizzando un nuovo approccio per il reinserimento dei siti di cava dismessi o residuali attraverso la scelta della scala provinciale. Un’ipotesi, applicata alla Provincia bergamasca che consente di assecondare i meccanismi di reinterpretazione di questi luoghi con rimandi territoriali e non strettamente locali. Nella seconda parte della tesi, nel quinto e sesto capitolo, l’idea di questo nuovo approccio viene tradotta in un nuovo strumento, l’Atlante, un elemento fondamentale per la costruzione della visione strategica futura della provincia. L’elaborazione dell’Atlante si costituisce di tre fasi: una fase analitica per lo studio degli elementi strutturanti il territorio, una fase interpretativa per la lettura critica del territorio individuando tre diversi contesti (Geografie); ed infine, una fase progettuale che detta gli indirizzi e le linee guida specifiche per orientare il recupero dei siti estrattivi in relazione ai caratteri fondamentali di ciascun contesto territoriale (Micro geografie), fornendo buone pratiche ed esempi innovativi per il loro reinserimento nelle strategie di trasformazione del territorio. Riconosciuta la necessità di un nuovo approccio territoriale, nel settimo ed ultimo capitolo, si traduce concretamente la proposta metodologica dell’Altlante attraverso un caso reale: il caso della cava di Monte Giglio, nel Comune di Calusco d’Adda, vuole infatti essere un esempio di applicazione degli indirizzi provinciali per mostrare come possono essere orientate le scelte di livello locale in coerenza con lo strumento urbanistico comunale (PGT).
FIOR, MARIKA
SALATA, STEFANO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
3-ott-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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