Lo studio qui presentato ha come oggetto il complesso edilizio dell’ex convento di S. Lucia, poi “Orfanotrofio de’ Maschi” della città, sito in Mantova al n. 28 di via P. Frattini. Da un punto di vista metodologico, i diversi strumenti utilizzati durante il percorso sono quelli che la disciplina del restauro ha messo a punto da tempo, ai quali si affiancano tipi di indagine e di “letture” derivate da contesti disciplinari molteplici: da un lato le fonti materiali, dalle quali è stato possibile reperire informazioni dirette analizzando il manufatto; dall’altro le fonti documentarie, che hanno fornito in questo caso essenziali dati “indiretti” attraverso la lettura e l’interpretazione di documenti conservati in diversi fondi archivistici. Per quanto riguarda la prima tipologia di dati, la raccolta è avvenuta in due fasi: inizialmente è stato eseguito un rilievo dettagliato di ogni singolo ambiente, ponendo attenzione all’aspetto geometrico e stratigrafico, senza tralasciare le informazioni relative allo stato di conservazione; successivamente sono state individuate ed analizzate in dettaglio quelle aree del complesso ritenute fondamentali per ricostruire le diverse fasi della storia costruttiva; tale selezione è stata condotta a partire dalle informazioni desunte dal dato materiale e verificate alla luce delle fonti documentarie. Per quanto riguarda queste ultime, a partire da numerosi contributi bibliografici, sono stati raccolti, trascritti e catalogati una serie di documenti inediti, i più antichi dei quali risalgono alla fine del XIV secolo, epoca che corrisponde alla fondazione del primo complesso claustrale. Sono quindi stati distinti in due categorie: i primi, preziosissimi ai fini della ricerca, e in parte pubblicati, sono i documenti iconografici, ovvero tavole di rilievo e di progetto, redatte a fine Settecento da grandi architetti operanti in Mantova e spesso corredati da una legenda delle destinazioni d’uso dei diversi ambienti. La soluzione progettuale proposta è frutto di questo complesso processo conoscitivo, un modo per dimostrare come un’accurata indagine storico-documentaria, pur basandosi principalmente su conoscenze che affiorano dal passato, sia di fondamentale utilità per l’ideazione di un progetto di architettura capace di rispondere alle esigenze contemporanee.

Il convento di S. Lucia in Mantova. Indagini e proposte

RONCAGLIA, GIULIA
2010/2011

Abstract

Lo studio qui presentato ha come oggetto il complesso edilizio dell’ex convento di S. Lucia, poi “Orfanotrofio de’ Maschi” della città, sito in Mantova al n. 28 di via P. Frattini. Da un punto di vista metodologico, i diversi strumenti utilizzati durante il percorso sono quelli che la disciplina del restauro ha messo a punto da tempo, ai quali si affiancano tipi di indagine e di “letture” derivate da contesti disciplinari molteplici: da un lato le fonti materiali, dalle quali è stato possibile reperire informazioni dirette analizzando il manufatto; dall’altro le fonti documentarie, che hanno fornito in questo caso essenziali dati “indiretti” attraverso la lettura e l’interpretazione di documenti conservati in diversi fondi archivistici. Per quanto riguarda la prima tipologia di dati, la raccolta è avvenuta in due fasi: inizialmente è stato eseguito un rilievo dettagliato di ogni singolo ambiente, ponendo attenzione all’aspetto geometrico e stratigrafico, senza tralasciare le informazioni relative allo stato di conservazione; successivamente sono state individuate ed analizzate in dettaglio quelle aree del complesso ritenute fondamentali per ricostruire le diverse fasi della storia costruttiva; tale selezione è stata condotta a partire dalle informazioni desunte dal dato materiale e verificate alla luce delle fonti documentarie. Per quanto riguarda queste ultime, a partire da numerosi contributi bibliografici, sono stati raccolti, trascritti e catalogati una serie di documenti inediti, i più antichi dei quali risalgono alla fine del XIV secolo, epoca che corrisponde alla fondazione del primo complesso claustrale. Sono quindi stati distinti in due categorie: i primi, preziosissimi ai fini della ricerca, e in parte pubblicati, sono i documenti iconografici, ovvero tavole di rilievo e di progetto, redatte a fine Settecento da grandi architetti operanti in Mantova e spesso corredati da una legenda delle destinazioni d’uso dei diversi ambienti. La soluzione progettuale proposta è frutto di questo complesso processo conoscitivo, un modo per dimostrare come un’accurata indagine storico-documentaria, pur basandosi principalmente su conoscenze che affiorano dal passato, sia di fondamentale utilità per l’ideazione di un progetto di architettura capace di rispondere alle esigenze contemporanee.
TERENZONI, STEFANIA
ARC I - Scuola di Architettura e Società
4-ott-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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