"Il progetto di architettura- in quanto specifica forma della conoscenza della realtà- riscrive la storia, il contesto, i frammenti”. Angelo Torricelli Il progetto è sintesi interpretativa: esso si appropria dei luoghi, smonta le apparenti coincidenze, isola e riconosce le parti. L’analisi urbana, al di là di una banale descrizione dei fenomeni, vede e coglie la città in un processo di continuo decadimento in cui la realtà non appare tesa verso il realizzarsi di una configurazione univoca e unitaria ma come un mondo di rovine, tracce e frammenti. In questo senso la città non viene intesa come insieme compiuto “una volta per tutte” e intoccabile, ma fatto da frammenti che appartengono indifferentemente alla città antica come alle espansioni più recenti che esprimono più idee di città. Essa la ritroviamo non solo negli oggetti costruiti, ma più in generale in quel corpus di opere e di progetti, realizzati e non, che costituiscono materiali del progetto, intesi nella loro profonda essenza di deposito nel tempo di fatti e idee. Se Milano non è la città delle occasioni perse, è pur vero che il non finito sembra costituirne un carattere dominante; quindi i frammenti di questo variegato disegno urbano anche se sembrano ricoprire un ruolo marginale, sono invece loro a dettare il passo ad una edificazione futura: in un certo senso per frammenti di piano si costruisce la città. Riappropriarsi di questo “materiale da costruzione” significa avere uno sguardo diverso sulla storia, non più come processo nel quale si susseguono eventi consequenziali e conclusi, ma come insieme di fatti possibili di diverse interpretazioni e riscritture. In questo senso il progetto di architettura non è l’elenco di quella sequenza lineare di eventi che fa la storia urbana, ma si appropria tendenziosamente dell’esperienza nel tempo della città. Compito del progetto è attingere deliberatamente da questa sorta di testo nascosto e, all’interno di questo, costruire nuove concatenazioni capaci di volta in volta di rivelare anche quelle potenzialità che la città non ha compiutamente concretizzato. Il progetto da noi proposto ricompone all’interno di una unità credibile un palinsesto di segni, permanenze e tracce in grado di contribuire in modo positivo alla memoria della città. Esso non si esaurisce quindi all’interno di un processo storicista o che pedissequamente e filologicamente ripropone le tracce del passato, ma guardando la storia nel suo susseguirsi, la indaga, seleziona e riscrive. “Omettere, spezzare, tralasciare e dimenticare sono azioni fondamentali di qualsiasi lettura, si legge proprio perché si trascura di vedere.” Il progetto quindi non si limita a “presentare se stesso” ma, quasi simulando un'azione drammatica, porta in scena il grande vuoto del parco in continua tensione tra frammenti di piano. Il tema in un certo senso è quello di abitare il limite tra due realtà da sempre in contrapposizione: quella cittadina e quella campestre, interpretata dal parco.
Scalo Farini. Trasformazioni urbane
OLTRASI, CHIARA;MENOZZI, GIORGIA;PORCARI, ELENA
2010/2011
Abstract
"Il progetto di architettura- in quanto specifica forma della conoscenza della realtà- riscrive la storia, il contesto, i frammenti”. Angelo Torricelli Il progetto è sintesi interpretativa: esso si appropria dei luoghi, smonta le apparenti coincidenze, isola e riconosce le parti. L’analisi urbana, al di là di una banale descrizione dei fenomeni, vede e coglie la città in un processo di continuo decadimento in cui la realtà non appare tesa verso il realizzarsi di una configurazione univoca e unitaria ma come un mondo di rovine, tracce e frammenti. In questo senso la città non viene intesa come insieme compiuto “una volta per tutte” e intoccabile, ma fatto da frammenti che appartengono indifferentemente alla città antica come alle espansioni più recenti che esprimono più idee di città. Essa la ritroviamo non solo negli oggetti costruiti, ma più in generale in quel corpus di opere e di progetti, realizzati e non, che costituiscono materiali del progetto, intesi nella loro profonda essenza di deposito nel tempo di fatti e idee. Se Milano non è la città delle occasioni perse, è pur vero che il non finito sembra costituirne un carattere dominante; quindi i frammenti di questo variegato disegno urbano anche se sembrano ricoprire un ruolo marginale, sono invece loro a dettare il passo ad una edificazione futura: in un certo senso per frammenti di piano si costruisce la città. Riappropriarsi di questo “materiale da costruzione” significa avere uno sguardo diverso sulla storia, non più come processo nel quale si susseguono eventi consequenziali e conclusi, ma come insieme di fatti possibili di diverse interpretazioni e riscritture. In questo senso il progetto di architettura non è l’elenco di quella sequenza lineare di eventi che fa la storia urbana, ma si appropria tendenziosamente dell’esperienza nel tempo della città. Compito del progetto è attingere deliberatamente da questa sorta di testo nascosto e, all’interno di questo, costruire nuove concatenazioni capaci di volta in volta di rivelare anche quelle potenzialità che la città non ha compiutamente concretizzato. Il progetto da noi proposto ricompone all’interno di una unità credibile un palinsesto di segni, permanenze e tracce in grado di contribuire in modo positivo alla memoria della città. Esso non si esaurisce quindi all’interno di un processo storicista o che pedissequamente e filologicamente ripropone le tracce del passato, ma guardando la storia nel suo susseguirsi, la indaga, seleziona e riscrive. “Omettere, spezzare, tralasciare e dimenticare sono azioni fondamentali di qualsiasi lettura, si legge proprio perché si trascura di vedere.” Il progetto quindi non si limita a “presentare se stesso” ma, quasi simulando un'azione drammatica, porta in scena il grande vuoto del parco in continua tensione tra frammenti di piano. Il tema in un certo senso è quello di abitare il limite tra due realtà da sempre in contrapposizione: quella cittadina e quella campestre, interpretata dal parco.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/28701