“Gridaro tucti insieme la città facciamo bella | che nulla nello regame possa confrontarsi ad essa.” Buccio di Ranallo, Cronaca aquilana L’Aquila: la città dei 99 castelli, delle 99 chiese e delle 99 fontane. E’ una delle più grandi imprese urbanistiche dell’Europa Medievale, nata secondo un disegno armonico senza precedenti nella storia dell’architettura urbana, per il volere di un’intera comunità rurale che qui scelse di ricostruire la società d’origine in un nuovo spazio urbano. Le potenzialità del territorio naturale che la circonda si affiancano alle criticità della conformazione geologica della regione, causa prima dei terremoti che hanno segnato ripetutamente la storia della città nei secoli, anche con eventi estremamente distruttivi. Il lavoro di tesi parte da un’ampia analisi dell’organismo città-territorio, dal punto di vista storico, socio-economico, urbanistico ed architettonico, al fine di comprendere a fondo non solo i caratteri e le relazioni che la identificavano prima del 6 aprile 2009, ma anche le alterazioni e gli stravolgimenti che essi hanno subito a seguito del sisma e che hanno generato un nuovo assetto urbano. La verifica della congestione e dell’inefficienza del sistema della mobilità aquilana ha condotto alla redazione di una proposta per una rete di trasporto pubblico, il cui cardine è una linea metropolitana alla quale si integrano ulteriori interventi, che intersecandola in vari punti, connettono altre parti di città. La necessità di ridare vita a quel palinsesto di identità, relazioni e memoria storica che facevano de L’Aquila un “luogo” ha spinto infine all’individuazione e alla progettazione di alcune aree come ricuciture del tessuto urbano, per la ricostruzione della città e della sua corona di piccoli centri periferici. In particolare, sull’area retrostante l’ex ospedale a padiglioni che sorge vicino alla basilica di Collemaggio, è stato progettato un polo culturale che riassorbe alcune delle funzioni precedentemente presenti e dislocate a seguito del sisma, e introduce una nuova spina teatrale che possa dialogare con il sistema dei teatri urbani, costituirne un rafforzamento e rappresentare un segnale per la ripresa del centro.

Un nuovo scenario per L'Aquila : un sistema di interventi per il rilancio della città-territorio

FONTANA, SARA;GALLI, MARCO;BORSINI, ANNALISA
2010/2011

Abstract

“Gridaro tucti insieme la città facciamo bella | che nulla nello regame possa confrontarsi ad essa.” Buccio di Ranallo, Cronaca aquilana L’Aquila: la città dei 99 castelli, delle 99 chiese e delle 99 fontane. E’ una delle più grandi imprese urbanistiche dell’Europa Medievale, nata secondo un disegno armonico senza precedenti nella storia dell’architettura urbana, per il volere di un’intera comunità rurale che qui scelse di ricostruire la società d’origine in un nuovo spazio urbano. Le potenzialità del territorio naturale che la circonda si affiancano alle criticità della conformazione geologica della regione, causa prima dei terremoti che hanno segnato ripetutamente la storia della città nei secoli, anche con eventi estremamente distruttivi. Il lavoro di tesi parte da un’ampia analisi dell’organismo città-territorio, dal punto di vista storico, socio-economico, urbanistico ed architettonico, al fine di comprendere a fondo non solo i caratteri e le relazioni che la identificavano prima del 6 aprile 2009, ma anche le alterazioni e gli stravolgimenti che essi hanno subito a seguito del sisma e che hanno generato un nuovo assetto urbano. La verifica della congestione e dell’inefficienza del sistema della mobilità aquilana ha condotto alla redazione di una proposta per una rete di trasporto pubblico, il cui cardine è una linea metropolitana alla quale si integrano ulteriori interventi, che intersecandola in vari punti, connettono altre parti di città. La necessità di ridare vita a quel palinsesto di identità, relazioni e memoria storica che facevano de L’Aquila un “luogo” ha spinto infine all’individuazione e alla progettazione di alcune aree come ricuciture del tessuto urbano, per la ricostruzione della città e della sua corona di piccoli centri periferici. In particolare, sull’area retrostante l’ex ospedale a padiglioni che sorge vicino alla basilica di Collemaggio, è stato progettato un polo culturale che riassorbe alcune delle funzioni precedentemente presenti e dislocate a seguito del sisma, e introduce una nuova spina teatrale che possa dialogare con il sistema dei teatri urbani, costituirne un rafforzamento e rappresentare un segnale per la ripresa del centro.
PELLAVIO, MARCO
CASIROLI, FABIO
DONATO, VINCENZO
FAVINO, PIERO
GRASSI, GIANNI
MPAMPATSIKOS, VASSILIS
COSTA, EMILIA
ARC II - Scuola di Architettura Civile
3-ott-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/29462