La casa «non è soltanto lo spazio in cui si vive, in cui l’uomo trova riparo e risposta alle sue esigenze materiali, ma è anche lo spazio in cui sono ambientate le sue pulsioni interiori, sono ambientati i suoi pensieri, sono ambientati i suoi sogni» . Oltre agli evidenti mutamenti sociali ai quali abbiamo assistito dall’inizio del secolo scorso ad oggi – nuove tipologie di utenti portate dall’immigrazione, dalla grande affluenza nelle Università, dall’emergere di nuove categorie di lavoratori – ed al conseguente accentuarsi del problema della “casa per tutti”, si assiste ora ad un cambiamento che riguarda forse lo stesso “vivere insieme” all’interno della società: dal mutato rapporto fra i conviventi all’interno di una stessa abitazione alla conseguente situazione di svuotamento degli spazi pubblici. Le cause sono riscontrabili sia nella situazione domestica individuale o famigliare, che spinge ad una certa reclusione all’interno delle mura (provocata, ad esempio, dalla comparsa di macchine e sistemi in grado di sostituire nel senso proprio del termine l’interazione diretta fra le persone), sia dalla questione economica. La progettazione contemporanea attinge in qualche modo agli studi sociali per produrre un’infinità di “modelli dell’abitare”, sorta di macchine standardizzate e rigide, costose, che dall’assenza di ricerca in questo settore portano verso una sempre più crescente inaccessibilità al costruito da parte di un sempre maggior numero di possibili utenti. Se non è possibile creare una casa o un alloggio differente per ognuno è comunque possibile pensare e progettare spazi flessibili, modificabili nel tempo a secon- da delle diverse esigenze, atti a risparmiare risorse e tec-nologicamente sostenibili ma immersi in contesti urbani ed attivi, che impediscano i fenomeni ancora oggi pro-blematici legati alla marginalità sociale.
La casa ideale. Una sfida per l'edilizia economica
FUSELLI, ANNA
2010/2011
Abstract
La casa «non è soltanto lo spazio in cui si vive, in cui l’uomo trova riparo e risposta alle sue esigenze materiali, ma è anche lo spazio in cui sono ambientate le sue pulsioni interiori, sono ambientati i suoi pensieri, sono ambientati i suoi sogni» . Oltre agli evidenti mutamenti sociali ai quali abbiamo assistito dall’inizio del secolo scorso ad oggi – nuove tipologie di utenti portate dall’immigrazione, dalla grande affluenza nelle Università, dall’emergere di nuove categorie di lavoratori – ed al conseguente accentuarsi del problema della “casa per tutti”, si assiste ora ad un cambiamento che riguarda forse lo stesso “vivere insieme” all’interno della società: dal mutato rapporto fra i conviventi all’interno di una stessa abitazione alla conseguente situazione di svuotamento degli spazi pubblici. Le cause sono riscontrabili sia nella situazione domestica individuale o famigliare, che spinge ad una certa reclusione all’interno delle mura (provocata, ad esempio, dalla comparsa di macchine e sistemi in grado di sostituire nel senso proprio del termine l’interazione diretta fra le persone), sia dalla questione economica. La progettazione contemporanea attinge in qualche modo agli studi sociali per produrre un’infinità di “modelli dell’abitare”, sorta di macchine standardizzate e rigide, costose, che dall’assenza di ricerca in questo settore portano verso una sempre più crescente inaccessibilità al costruito da parte di un sempre maggior numero di possibili utenti. Se non è possibile creare una casa o un alloggio differente per ognuno è comunque possibile pensare e progettare spazi flessibili, modificabili nel tempo a secon- da delle diverse esigenze, atti a risparmiare risorse e tec-nologicamente sostenibili ma immersi in contesti urbani ed attivi, che impediscano i fenomeni ancora oggi pro-blematici legati alla marginalità sociale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/32242