La tesi di laurea ha come tema un concorso progettuale per il recupero di un’area dismessa sita a Bernate Ticino, di proprietà privata della famiglia Negri che ha venduto l’intero terreno alla società KIRSHE S.p.a., in cui era insediata una ex cava di sabbia. Il programma integrato di intervento proposto dallo studio di Architettura Palmieri dove ho collaborato per la sua redazione, ha l’obiettivo di trasformare l’area in un centro di Residenze Sanitarie Assistenziali e alloggi protetti per anziani mediante la valorizzazione di alcune architetture preesistenti, la sistemazione dell’area verde che compone l’area di riqualificazione e realizzazione di nuovi edifici a carattere sanitario. Il modello di riqualificazione che si è proposto alla proprietà, che non ha dettato particolari imposizioni sul tipo di nuova destinazione che dovrà avere l’intera area, parte dal ragionamento che, la società dei prossimi anni non potrà essere definita solo in termini demografici, economici, funzionalistici e sociali di pesante invecchiamento, di forte peso delle forze improduttive, di soggetti non autosufficienti, di necessità di corposi interventi assistenziali, ma come una società con un più elevato livello culturale, con un tenore di vita medio superiore a quello odierno, con una conoscenza dei propri diritti, della propria autonomia e della propria indipendenza e anche della propria salute rivendicando quindi i valori e i susseguenti bisogni di relazione, di comunicazione e, più in generale, di senso di appartenenza, mentre parallelamente, si propagherà una cultura diffusa della salute e della mente. Crescerà quindi da parte della maggioranza degli anziani una domanda di sapere e di cultura, di luoghi di incontro e di socializzazione, di occasione di presenze attive e produttive, di ruoli ridisegnanti all’interno sia del mondo economico, che di quello civile, politico e sociale. Il programma di Intervento ha quindi, come finalità, il trovare un’alternativa alla semplice “rifunzionalizzazione” di un complesso ex cava, carico di valenza storica e architettonica, in una struttura sanitaria per anziani/ disabili all’interno di un’area parco, aperto al pubblico, dove sarà possibile l’interazione tra diverse utenze. L’idea progettuale dell’intervento di riqualificazione è di dividere l’area in due parti, una con una connotazione “privata”, in quanto fortemente caratterizzata dall’interrelazione con una struttura sanitaria di residenza, cura e riabilitazione, l’altra “pubblica”, strutturata a partire dagli stessi input, ma formalmente destinata allo svago e riposo di tutta la popolazione residente o in visita. L’intenzione del lavoro di progettazione di aree destinate alla cura del disagio è di ridisegnare luoghi per le persone, spazi ergonomici, che come tali, favoriscano l’attivazione di funzioni terapeutiche. L’enfasi verso una necessaria “schema d’identità progettuale sensoriale- percettivo” degli spazi fisici, sociali, culturali delle Strutture Sanitarie, porta a ripensare completamente l’organizzazione dei servizi sanitari, ponendo l’utente (paziente, visitatore/parente, personale medico e paramedico) al centro del sistema, al fine di incrementare “l’usabilità” (efficienza, efficacia, sicurezza) e la “piacevolezza ” delle funzioni operative ed informative di sua competenza. Con la conseguenza di porre in primo piano l’importanza del giusto rapporto tra utente e spazio (fisico/mentale) e della qualità ambientale, nella sua accezione più estesa di ambiente fisico, relazionale ed operativo, che in quanto oggetto della percezione, condiziona lo spirito dell’utente ed influisce sul processo di guarigione dei pazienti ed operativo del personale sanitario.

Struttura socio assistenziale e parco pubblico nell'area di una cava dismessa

MILANI, FABRIZIO
2010/2011

Abstract

La tesi di laurea ha come tema un concorso progettuale per il recupero di un’area dismessa sita a Bernate Ticino, di proprietà privata della famiglia Negri che ha venduto l’intero terreno alla società KIRSHE S.p.a., in cui era insediata una ex cava di sabbia. Il programma integrato di intervento proposto dallo studio di Architettura Palmieri dove ho collaborato per la sua redazione, ha l’obiettivo di trasformare l’area in un centro di Residenze Sanitarie Assistenziali e alloggi protetti per anziani mediante la valorizzazione di alcune architetture preesistenti, la sistemazione dell’area verde che compone l’area di riqualificazione e realizzazione di nuovi edifici a carattere sanitario. Il modello di riqualificazione che si è proposto alla proprietà, che non ha dettato particolari imposizioni sul tipo di nuova destinazione che dovrà avere l’intera area, parte dal ragionamento che, la società dei prossimi anni non potrà essere definita solo in termini demografici, economici, funzionalistici e sociali di pesante invecchiamento, di forte peso delle forze improduttive, di soggetti non autosufficienti, di necessità di corposi interventi assistenziali, ma come una società con un più elevato livello culturale, con un tenore di vita medio superiore a quello odierno, con una conoscenza dei propri diritti, della propria autonomia e della propria indipendenza e anche della propria salute rivendicando quindi i valori e i susseguenti bisogni di relazione, di comunicazione e, più in generale, di senso di appartenenza, mentre parallelamente, si propagherà una cultura diffusa della salute e della mente. Crescerà quindi da parte della maggioranza degli anziani una domanda di sapere e di cultura, di luoghi di incontro e di socializzazione, di occasione di presenze attive e produttive, di ruoli ridisegnanti all’interno sia del mondo economico, che di quello civile, politico e sociale. Il programma di Intervento ha quindi, come finalità, il trovare un’alternativa alla semplice “rifunzionalizzazione” di un complesso ex cava, carico di valenza storica e architettonica, in una struttura sanitaria per anziani/ disabili all’interno di un’area parco, aperto al pubblico, dove sarà possibile l’interazione tra diverse utenze. L’idea progettuale dell’intervento di riqualificazione è di dividere l’area in due parti, una con una connotazione “privata”, in quanto fortemente caratterizzata dall’interrelazione con una struttura sanitaria di residenza, cura e riabilitazione, l’altra “pubblica”, strutturata a partire dagli stessi input, ma formalmente destinata allo svago e riposo di tutta la popolazione residente o in visita. L’intenzione del lavoro di progettazione di aree destinate alla cura del disagio è di ridisegnare luoghi per le persone, spazi ergonomici, che come tali, favoriscano l’attivazione di funzioni terapeutiche. L’enfasi verso una necessaria “schema d’identità progettuale sensoriale- percettivo” degli spazi fisici, sociali, culturali delle Strutture Sanitarie, porta a ripensare completamente l’organizzazione dei servizi sanitari, ponendo l’utente (paziente, visitatore/parente, personale medico e paramedico) al centro del sistema, al fine di incrementare “l’usabilità” (efficienza, efficacia, sicurezza) e la “piacevolezza ” delle funzioni operative ed informative di sua competenza. Con la conseguenza di porre in primo piano l’importanza del giusto rapporto tra utente e spazio (fisico/mentale) e della qualità ambientale, nella sua accezione più estesa di ambiente fisico, relazionale ed operativo, che in quanto oggetto della percezione, condiziona lo spirito dell’utente ed influisce sul processo di guarigione dei pazienti ed operativo del personale sanitario.
ING VI - Scuola di Ingegneria Edile-Architettura
20-dic-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/32261