Una casa per i giovani: housing sociale in autocostruzione con componenti e tecnologie alternative

Le tecniche e i materiali dell’architettura possono sensibilmente influenzare il linguaggio e il pensiero architettonico se particolarmente orientate verso sperimentazioni ed innovazioni tecnologiche. Molte scelte si spingono oltre le soluzioni e le tecniche tradizionali, ponendosi l’obiettivo di raggiungere un equilibrio tra comfort ambientale, risparmio energetico e giusto rapporto costi-benefici. Come l’architettura high-tech negli anni settanta, che manifestava all’esterno la tecnologia come linguaggio architettonico, così si assiste oggi alla sperimentazione di progetti low-tech, nei quali si cerca di usare intelligentemente i mezzi esistenti e i prodotti disponibili in maniera semplice e veloce, contenendo gli sprechi. E’ questa la filosofia che ha guidato lo sviluppo della seguente ricerca e del progetto: cercare di risolvere il problema del disagio abitativo giovanile con abitazioni realizzate con materiali alternativi e/o riciclati inseriti in tecnologie tradizionali. Partendo dal social housing, modello diffuso nel Nord Europa e che fonda le sue radici nell’esigenza di dare risposta al disagio abitativo, è stata proposta l’autocostruzione come ulteriore aiuto per i giovani che fanno fatica ad uscire dalla casa paterna per mancanza di indipendenza economica. L’autocostruzione permette un risparmio sui costi di realizzazione dell’opera e la necessità di progettare particolari semplici, di facile intuizione e montaggio; in più l’utilizzo di componenti e tecnologie alternative rappresenta un’ulteriore soluzione adottata nel progetto. L’obiettivo finale è quello della progettazione di un edificio che corrisponda alle esigenze dei futuri e giovani inquilini, con uno sguardo rivolto alle problematiche ambientali, del risparmio energetico ed economico.