L’attuale tema della sostenibilità ha messo in risalto i sistemi di certificazione ambientale degli edifici, strumenti che stanno sempre più prendendo piede nel mercato. L’obiettivo è dimostrare che queste certificazioni, oltre ad essere un punto di arrivo nell’attestazione della qualità edilizia, possano diventare strumento di stimolo e guida nelle fasi della progettazione. L’idea è stata quella di sviscerare i protocolli attualmente presenti sul mercato per frammentare la qualità in diversi livelli, ottenendo degli indicatori assimilabili a requisiti che possano essere alla base per sviluppare un Disciplinare tecnico o mezzi di valutazione di un Documento Preliminare alla Progettazione. Questo è avvenuto prendendo in esame il caso del consorzio Casedoq di Treviglio e il Documento legato ad “Abitare a Milano2”. L’output del lavoro è una check-list di indicatori di differente natura che sono i parametri utilizzati per valutare il livello di performance dell’edificio. Il risultato porta positivamente a capire che un Disciplinare specifica al proprio interno dei requisiti identificati con gli indicatori ricavati, che permettono di tenere tracciabilità delle informazioni prodotte dal processo edilizio, che servono da garanzia rispetto al soddisfacimento di una serie di specifiche e garantiscono trasparenza nelle operazioni e nella trasmissione delle informazioni. Inoltre può essere considerato come un“codice di comportamento”che orienta gli attori in questione, omogeneizzando i comportamenti da mantenere. Inoltre riusciamo a capire come, facendo costante riferimento alla check-list ricavata, si possa leggere correttamente un D.P.P, valutandolo secondo aspetti presenti o mancanti; essa in questo modo funge da guida nella progettazione.

Le certificazioni ambientali. Dall'attestazione della qualità edilizia a strumento guida nel processo progettuale

TURRINI, ROBERTA;CRUGNOLA, VERONICA
2010/2011

Abstract

L’attuale tema della sostenibilità ha messo in risalto i sistemi di certificazione ambientale degli edifici, strumenti che stanno sempre più prendendo piede nel mercato. L’obiettivo è dimostrare che queste certificazioni, oltre ad essere un punto di arrivo nell’attestazione della qualità edilizia, possano diventare strumento di stimolo e guida nelle fasi della progettazione. L’idea è stata quella di sviscerare i protocolli attualmente presenti sul mercato per frammentare la qualità in diversi livelli, ottenendo degli indicatori assimilabili a requisiti che possano essere alla base per sviluppare un Disciplinare tecnico o mezzi di valutazione di un Documento Preliminare alla Progettazione. Questo è avvenuto prendendo in esame il caso del consorzio Casedoq di Treviglio e il Documento legato ad “Abitare a Milano2”. L’output del lavoro è una check-list di indicatori di differente natura che sono i parametri utilizzati per valutare il livello di performance dell’edificio. Il risultato porta positivamente a capire che un Disciplinare specifica al proprio interno dei requisiti identificati con gli indicatori ricavati, che permettono di tenere tracciabilità delle informazioni prodotte dal processo edilizio, che servono da garanzia rispetto al soddisfacimento di una serie di specifiche e garantiscono trasparenza nelle operazioni e nella trasmissione delle informazioni. Inoltre può essere considerato come un“codice di comportamento”che orienta gli attori in questione, omogeneizzando i comportamenti da mantenere. Inoltre riusciamo a capire come, facendo costante riferimento alla check-list ricavata, si possa leggere correttamente un D.P.P, valutandolo secondo aspetti presenti o mancanti; essa in questo modo funge da guida nella progettazione.
MIGLIORE, MARCO
ING VI - Scuola di Ingegneria Edile-Architettura
20-dic-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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