L’abbandono delle località rurali non è certo una problematica sorta negli ultimi anni, è un fenomeno storico ricorrente in tutte le epoche, da quando le città hanno iniziato a rappresentare il miraggio di una vita più agiata in confronto alle dure condizioni intrinseche del modo di vivere contadino. Il territorio italiano si presenta quindi costellato di piccoli centri urbani, molte volte di fondazione medievale, che si trovano in uno stato di totale abbandono, costituendo da una parte una grave perdita per il patrimonio artistico – culturale del nostro paese, e dall’altra un potenziale pericolo sia dal punto di vista territoriale che dal punto di vista sociale, divenendo spesse volte dei luoghi di raccolta di quelle frange della popolazione che vivono ai margini della società. Spesso lo stato di abbandono di questi centri urbani, è dettato dalla indisponibilità di risorse economiche da parte delle amministrazioni locali, e dalla scarsa volontà di impiego delle risorse dei privati. La presente trattazione ha come obiettivo quello di fornire una metodologia di intervento che possa offrire uno stimolo per l’applicazione di nuove tecnologie ai centri rurali abbandonati, e di conseguenza farli diventare degli investimenti appetibili al fine di incentivare il loro recupero. La volontà primaria è quella di applicare delle tecnologie che possano essere anche eco – compatibili, arrivando ad ottenere un bilancio di CO2 pari a zero, al fine di installare degli impianti che funzionassero con un impatto ambientale nullo, e che si autoalimentassero per non dover più gravare a livello di costi sulla comunità. Il sistema che è apparso immediatamente più vantaggioso è rappresentato da una nuova tecnologia emergente, che utilizza l’idrogeno come combustibile al fine di produrre l’energia sia elettrica che sottoforma di acqua calda. L’integrazione ad un sistema di questo tipo è rappresentata dallo sfruttamento di sistemi più tradizionali che sfruttano le radiazioni solari al fine di produrre energia. Lo studio preciso del territorio tramite software che possono offrire delle simulazioni dei differenti comportamenti sia dell’insolazione che dell’inserimento delle nuove tecnologie per la produzione energetica, nonché la simulazione di verifica su un edificio recuperato, si sono rivelati strumenti imprescindibili al fine di ottenere delle risposte precise circa la bontà del progetto e delle scelte messe in campo. La presente trattazione, si pone quindi come una metodologia di intervento ripetibile nei casi di recupero dei borghi abbandonati, e anche come una proposta di innovazione tecnologica nel sempre più fitto mondo delle energie rinnovabili. Le risposte che sono state offerte sono sempre state ispirate da una parte dal contenimento delle emissioni di CO2 e dall’altra dalla volontà di portare delle innovazioni tecnologiche importanti, nonché di fornire una metodologia di intervento precisa per chiunque voglia affrontare una tematica complessa come la riattivazione energetica dei centri urbani abbandonati.
Riattivazione dei borghi abbandonati ad impatto zero : uso delle risorse del territorio e delle nuove tecnologie applicate al caso dell'albergo diffuso nella Riviera dei Fiori
FENILI, ALESSIA;RIZZI, MARCO
2010/2011
Abstract
L’abbandono delle località rurali non è certo una problematica sorta negli ultimi anni, è un fenomeno storico ricorrente in tutte le epoche, da quando le città hanno iniziato a rappresentare il miraggio di una vita più agiata in confronto alle dure condizioni intrinseche del modo di vivere contadino. Il territorio italiano si presenta quindi costellato di piccoli centri urbani, molte volte di fondazione medievale, che si trovano in uno stato di totale abbandono, costituendo da una parte una grave perdita per il patrimonio artistico – culturale del nostro paese, e dall’altra un potenziale pericolo sia dal punto di vista territoriale che dal punto di vista sociale, divenendo spesse volte dei luoghi di raccolta di quelle frange della popolazione che vivono ai margini della società. Spesso lo stato di abbandono di questi centri urbani, è dettato dalla indisponibilità di risorse economiche da parte delle amministrazioni locali, e dalla scarsa volontà di impiego delle risorse dei privati. La presente trattazione ha come obiettivo quello di fornire una metodologia di intervento che possa offrire uno stimolo per l’applicazione di nuove tecnologie ai centri rurali abbandonati, e di conseguenza farli diventare degli investimenti appetibili al fine di incentivare il loro recupero. La volontà primaria è quella di applicare delle tecnologie che possano essere anche eco – compatibili, arrivando ad ottenere un bilancio di CO2 pari a zero, al fine di installare degli impianti che funzionassero con un impatto ambientale nullo, e che si autoalimentassero per non dover più gravare a livello di costi sulla comunità. Il sistema che è apparso immediatamente più vantaggioso è rappresentato da una nuova tecnologia emergente, che utilizza l’idrogeno come combustibile al fine di produrre l’energia sia elettrica che sottoforma di acqua calda. L’integrazione ad un sistema di questo tipo è rappresentata dallo sfruttamento di sistemi più tradizionali che sfruttano le radiazioni solari al fine di produrre energia. Lo studio preciso del territorio tramite software che possono offrire delle simulazioni dei differenti comportamenti sia dell’insolazione che dell’inserimento delle nuove tecnologie per la produzione energetica, nonché la simulazione di verifica su un edificio recuperato, si sono rivelati strumenti imprescindibili al fine di ottenere delle risposte precise circa la bontà del progetto e delle scelte messe in campo. La presente trattazione, si pone quindi come una metodologia di intervento ripetibile nei casi di recupero dei borghi abbandonati, e anche come una proposta di innovazione tecnologica nel sempre più fitto mondo delle energie rinnovabili. Le risposte che sono state offerte sono sempre state ispirate da una parte dal contenimento delle emissioni di CO2 e dall’altra dalla volontà di portare delle innovazioni tecnologiche importanti, nonché di fornire una metodologia di intervento precisa per chiunque voglia affrontare una tematica complessa come la riattivazione energetica dei centri urbani abbandonati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/33984