Durante le estati del 2008 e del 2010 mi sono recata in Canada, a Vancouver, città costiera della provincia canadese della Columbia Britannica (British Columbia), per svolgere un’esperienza lavorativa in uno studio d’architettura. Nel 2010 ho collaborato alle fase iniziale della costruzione di un nuovo grattacielo, localizzato al 211 di Howe St. Da questa esperienza è nata la decisione di portare avanti e completare il progetto come tesi di Laurea. Ho trovato il tema di grande interesse perché il sito è alle porte di downtown Vancouver; il lotto è localizzato sotto il Granville Bridge, per cui un’ attenzione speciale è stata posta nel far risaltare il collegamento tra il mare, il ponte e il grattacielo. Il progetto, come avrò modo di illustrare, risente molto dell’influenza del feng shui sia nell’orientamento della torre che nel rapporto con l’ambiente naturale. A Vancouver, circa metà della popolazione ha origine asiatica e la componente cinese mantiene la tradizione di applicare i principi del feng shui alle proprie abitazioni moderne. Per questa caratteristica la città viene spesso soprannominata "Hong Kouver", dato che qui si sono stabiliti molti facoltosi cinesi fuggiti da Hong Kong, prima che questa fosse restituita alla Cina comunista nel 1997. Il feng shui pone particolare attenzione all’inserimento di zone verdi, specchi d’acqua e pietre nelle abitazioni e nelle aree della città. E’ importante capire come in questo ambiente, ricco di molteplici identità culturali,la popolazione originaria canadese abbia saputo inglobare la sensibilità orientale riconoscendo nell’ incontaminato patrimonio naturale l’elemento comune di appartenenza. Il progetto cerca di porre particolare attenzione al tema della relazione tra un grattacielo moderno, nel cuore di una città caratterizzata da alte torri densamente abitate e la natura circostante, creando nuovi orizzonti percepibili all’interno e all’esterno della torre. Negli anni’70,a Vancouver, le famiglie della medio alta borghesia preferirono lo stile di vita suburbano e scelsero, come tipologia residenziale, la villetta con il giardino. Si verificò,quindi,un incontrollato “sprawl” o dispersione urbana che creò immensi sobborghi. Solo a partire dalla fine degli anni ’90 sono state istituite leggi che hanno rigidamente controllato la crescita orizzontale della città, determinando un forte rialzo nel prezzo delle abitazioni già costruite. L’idea di questo progetto è quella di portare nel centro della città, attraverso lo sviluppo verticale , una tipologia abitativa che riproduca le caratteristiche degli edifici a bassa densità dei sobborghi, in parte dei piani. Osservando da lontano la torre, essa non bloccherà la visuale delle montagne sullo sfondo, ma si inserirà nel paesaggio naturale veicolando attraverso le sue vetrate lo skyline della città e delle montagne circostanti. Frampton riflettendo sul nesso tra edifici alti e paesaggio disse: “as an element in which due to its size, content and direction have the capacity to inflect the surrounding landscape and give it a particular orientation and identity!”.

Un nuovo orizzonte verticale. Progetto di un edificio alto Vancouver

BRESOLIN, LUISA SILVIA
2010/2011

Abstract

Durante le estati del 2008 e del 2010 mi sono recata in Canada, a Vancouver, città costiera della provincia canadese della Columbia Britannica (British Columbia), per svolgere un’esperienza lavorativa in uno studio d’architettura. Nel 2010 ho collaborato alle fase iniziale della costruzione di un nuovo grattacielo, localizzato al 211 di Howe St. Da questa esperienza è nata la decisione di portare avanti e completare il progetto come tesi di Laurea. Ho trovato il tema di grande interesse perché il sito è alle porte di downtown Vancouver; il lotto è localizzato sotto il Granville Bridge, per cui un’ attenzione speciale è stata posta nel far risaltare il collegamento tra il mare, il ponte e il grattacielo. Il progetto, come avrò modo di illustrare, risente molto dell’influenza del feng shui sia nell’orientamento della torre che nel rapporto con l’ambiente naturale. A Vancouver, circa metà della popolazione ha origine asiatica e la componente cinese mantiene la tradizione di applicare i principi del feng shui alle proprie abitazioni moderne. Per questa caratteristica la città viene spesso soprannominata "Hong Kouver", dato che qui si sono stabiliti molti facoltosi cinesi fuggiti da Hong Kong, prima che questa fosse restituita alla Cina comunista nel 1997. Il feng shui pone particolare attenzione all’inserimento di zone verdi, specchi d’acqua e pietre nelle abitazioni e nelle aree della città. E’ importante capire come in questo ambiente, ricco di molteplici identità culturali,la popolazione originaria canadese abbia saputo inglobare la sensibilità orientale riconoscendo nell’ incontaminato patrimonio naturale l’elemento comune di appartenenza. Il progetto cerca di porre particolare attenzione al tema della relazione tra un grattacielo moderno, nel cuore di una città caratterizzata da alte torri densamente abitate e la natura circostante, creando nuovi orizzonti percepibili all’interno e all’esterno della torre. Negli anni’70,a Vancouver, le famiglie della medio alta borghesia preferirono lo stile di vita suburbano e scelsero, come tipologia residenziale, la villetta con il giardino. Si verificò,quindi,un incontrollato “sprawl” o dispersione urbana che creò immensi sobborghi. Solo a partire dalla fine degli anni ’90 sono state istituite leggi che hanno rigidamente controllato la crescita orizzontale della città, determinando un forte rialzo nel prezzo delle abitazioni già costruite. L’idea di questo progetto è quella di portare nel centro della città, attraverso lo sviluppo verticale , una tipologia abitativa che riproduca le caratteristiche degli edifici a bassa densità dei sobborghi, in parte dei piani. Osservando da lontano la torre, essa non bloccherà la visuale delle montagne sullo sfondo, ma si inserirà nel paesaggio naturale veicolando attraverso le sue vetrate lo skyline della città e delle montagne circostanti. Frampton riflettendo sul nesso tra edifici alti e paesaggio disse: “as an element in which due to its size, content and direction have the capacity to inflect the surrounding landscape and give it a particular orientation and identity!”.
CHEN, JUHNO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
21-dic-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/34221