Il progetto di conservazione è un attività interdisciplinare la cui finalità è l’acquisizione di informazioni necessarie a trasmettere ai posteri l’integrità materiale del costruito. Il primo passo verso la conservazione è la conoscenza dell’oggetto dell’intervento, conoscenza che si attua attraverso il rilievo oggettivo dello stato di fatto. Questo, non solo permette la rappresentazione della geometria, ma fornisce anche uno strumento necessario alla conoscenza dei materiali, delle strutture e del loro stato di conservazione a fini diagnostici. Da queste considerazioni nasce il lavoro di tesi, svolto nell’area archeologica del Santuario di Nemi, Roma. Quest’area, importante nell’antichità per la presenza del Santuario di Diana, è divenuta ancora più importante negli anni ‘30 del novecento per il recupero, attraverso lo svaso del lago, di due imponenti navi romane; navi che, posizionate all’interno di un museo appositamente costruito, andarono distrutte in un incendio nel 1944. Da allora la Soprintendenza del Beni Archeologici del Lazio ha cercato il modo di collegare questo enorme contenitore privato del suo contenuto con i numerosissimi reperti dell’area circostante. La tesi è divisa in tre parti: nella prima parte si presenta la storia dell’area, da come e perché fu scelta dagli antichi come sede della Lega Latina e del Santuario, passando dalla grandiosa opera di recupero della navi e alla loro distruzione, fino ad arrivare alla presentazione del museo e del suo stato di conservazione. La seconda parte tratta il lavoro di rilievo e di riproduzione, diviso per le quattro tipologie: rilievo topografico, rilievo fotogrammetrico, rilievo laser scanner e rilievo materico e del degrado. Per ogni parte vengono presentati i passaggi svolti per il rilievo e quelli svolti per la riproduzione del’oggetto, evidenziando quali sono state la problematiche riscontrate.. Nella terza parte di presentano le nuove tecnologie applicate ai Beni Culturali e come queste, soprattutto la realtà virtuale, possano contribuire a migliorare la conoscenza e la fruizione dei beni culturali stessi, attribuendo alla conoscenza e diffusione il primo gradino della strada che porta alla conservazione dei BC.

Virtual cultural heritage : strategie per la conoscenza e per la comunicazione. Applicazioni per l’area archeologica di Nemi

GIRARDI, ILARIA
2010/2011

Abstract

Il progetto di conservazione è un attività interdisciplinare la cui finalità è l’acquisizione di informazioni necessarie a trasmettere ai posteri l’integrità materiale del costruito. Il primo passo verso la conservazione è la conoscenza dell’oggetto dell’intervento, conoscenza che si attua attraverso il rilievo oggettivo dello stato di fatto. Questo, non solo permette la rappresentazione della geometria, ma fornisce anche uno strumento necessario alla conoscenza dei materiali, delle strutture e del loro stato di conservazione a fini diagnostici. Da queste considerazioni nasce il lavoro di tesi, svolto nell’area archeologica del Santuario di Nemi, Roma. Quest’area, importante nell’antichità per la presenza del Santuario di Diana, è divenuta ancora più importante negli anni ‘30 del novecento per il recupero, attraverso lo svaso del lago, di due imponenti navi romane; navi che, posizionate all’interno di un museo appositamente costruito, andarono distrutte in un incendio nel 1944. Da allora la Soprintendenza del Beni Archeologici del Lazio ha cercato il modo di collegare questo enorme contenitore privato del suo contenuto con i numerosissimi reperti dell’area circostante. La tesi è divisa in tre parti: nella prima parte si presenta la storia dell’area, da come e perché fu scelta dagli antichi come sede della Lega Latina e del Santuario, passando dalla grandiosa opera di recupero della navi e alla loro distruzione, fino ad arrivare alla presentazione del museo e del suo stato di conservazione. La seconda parte tratta il lavoro di rilievo e di riproduzione, diviso per le quattro tipologie: rilievo topografico, rilievo fotogrammetrico, rilievo laser scanner e rilievo materico e del degrado. Per ogni parte vengono presentati i passaggi svolti per il rilievo e quelli svolti per la riproduzione del’oggetto, evidenziando quali sono state la problematiche riscontrate.. Nella terza parte di presentano le nuove tecnologie applicate ai Beni Culturali e come queste, soprattutto la realtà virtuale, possano contribuire a migliorare la conoscenza e la fruizione dei beni culturali stessi, attribuendo alla conoscenza e diffusione il primo gradino della strada che porta alla conservazione dei BC.
LOMBARDINI, NORA
ARC I - Scuola di Architettura e Società
21-dic-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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