L’offshoring entra nell’orbita delle strategie aziendali dagli anni ’60 e coinvolge inizialmente i processi manifatturieri, standardizzati e a basso valore aggiunto, che vengono trasferiti verso i cosiddetti paesi low cost. Ma, come mostra la figura 1, trent’anni dopo il fenomeno cambia natura: le imprese non affidano più in offshoring solo i meri processi manifatturieri, ma anche i servizi di business cominciano ad essere oggetto dei progetti di internazionalizzazione. Il cambiamento profondo riguarda una moltitudine di servizi e processi di business, dalle attività di back-office ai call center, dai servizi finanziari e contabili alle sviluppo di software, fino ad arrivare alle attività core, poco standardizzate, innovative e ad alto valore aggiunto, che diventano le protagoniste dei più recenti progetti di offshoring. E’ fiorita pertanto una ricca letteratura focalizzata sugli aspetti principali relativi alle scelte di offshoring, che ha approfondito la conoscenza dei temi relativi ai driver e rischi associati alle decisioni, al ruolo dei fattori di localizzazione, alla definizione del modello di governance ottimale e alle performance scaturite dall’implementazione dei progetti. Tuttavia, ancora manca un framework concettuale che consenta di capire come e con quali effetti questi aspetti decisionali interagiscono tra loro, e proprio questo è l’obiettivo su cui si concentra questo lavoro di ricerca e analisi. In particolare, nella letteratura empirica si ritrovano poche indicazioni sul se, ed eventualmente come, le caratteristiche del paese di destinazione (bassi costi locali, disponibilità di risorse ad alto valore aggiunto, prossimità culturale e presenza di interessi locali e di mercato) possono influenzare le performance.
Governance e fattori di localizzazione nei processi di offshoring dei servizi. Un’analisi empirica
SCALERA, VITTORIA GIADA
2010/2011
Abstract
L’offshoring entra nell’orbita delle strategie aziendali dagli anni ’60 e coinvolge inizialmente i processi manifatturieri, standardizzati e a basso valore aggiunto, che vengono trasferiti verso i cosiddetti paesi low cost. Ma, come mostra la figura 1, trent’anni dopo il fenomeno cambia natura: le imprese non affidano più in offshoring solo i meri processi manifatturieri, ma anche i servizi di business cominciano ad essere oggetto dei progetti di internazionalizzazione. Il cambiamento profondo riguarda una moltitudine di servizi e processi di business, dalle attività di back-office ai call center, dai servizi finanziari e contabili alle sviluppo di software, fino ad arrivare alle attività core, poco standardizzate, innovative e ad alto valore aggiunto, che diventano le protagoniste dei più recenti progetti di offshoring. E’ fiorita pertanto una ricca letteratura focalizzata sugli aspetti principali relativi alle scelte di offshoring, che ha approfondito la conoscenza dei temi relativi ai driver e rischi associati alle decisioni, al ruolo dei fattori di localizzazione, alla definizione del modello di governance ottimale e alle performance scaturite dall’implementazione dei progetti. Tuttavia, ancora manca un framework concettuale che consenta di capire come e con quali effetti questi aspetti decisionali interagiscono tra loro, e proprio questo è l’obiettivo su cui si concentra questo lavoro di ricerca e analisi. In particolare, nella letteratura empirica si ritrovano poche indicazioni sul se, ed eventualmente come, le caratteristiche del paese di destinazione (bassi costi locali, disponibilità di risorse ad alto valore aggiunto, prossimità culturale e presenza di interessi locali e di mercato) possono influenzare le performance.File | Dimensione | Formato | |
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