A seguito del sisma del 6 aprile 2009 L’Aquila è rimasta gravemente colpita. La perdita di molte vite umane si è affiancata ai danni subiti dalla città: crollata, danneggiata, inagibile. Il fatto che si sia provveduto in tempi relativamente brevi a restituire una casa a chi l’aveva perduta, non è stato tuttavia sufficiente a mantenere vive le consuetudini e le abitudini che legano un popolo ad un luogo. Una disposizione disordinata e puntiforme di piccoli agglomerati urbani privi di significazione, si è infatti affiancata a quello che era il centro, sia dal punto di vista geografico che di senso; l’abitato storico è adesso rimpiazzato dalla deserta e vietata Zona Rossa. Non potendo tornare ad una situazione pre-catastrofe, il progetto si propone di inserirsi nella città con interventi temporanei, andando a riempire fruibili interstizi e passaggi. Verranno suturate, non tanto le ferite fisiche, quanto quelle che hanno portato a fratture complesse nella socialità, nei servizi e nei riti. Saranno riattivate quindi, quelle abitudini che caratterizzavano la vita cittadina prima del terremoto, e che sono legate alla cultura, al culto, alla convivialità e al commercio. Per fare questo si è guardato alla storia e alla memoria de L’Aquila, ai suoi simboli, agli archetipi architettonici, formali e sociali. Un allestimento temporaneo ed effimero, ma che, allo stesso tempo, dialoghi col contesto, ricreando senso.
In site. Colonizzazione temporanea de L'Aquila post sisma
ACETTI, MARTINA;BAROSI, DANIELE;BEGHI, ELISA
2010/2011
Abstract
A seguito del sisma del 6 aprile 2009 L’Aquila è rimasta gravemente colpita. La perdita di molte vite umane si è affiancata ai danni subiti dalla città: crollata, danneggiata, inagibile. Il fatto che si sia provveduto in tempi relativamente brevi a restituire una casa a chi l’aveva perduta, non è stato tuttavia sufficiente a mantenere vive le consuetudini e le abitudini che legano un popolo ad un luogo. Una disposizione disordinata e puntiforme di piccoli agglomerati urbani privi di significazione, si è infatti affiancata a quello che era il centro, sia dal punto di vista geografico che di senso; l’abitato storico è adesso rimpiazzato dalla deserta e vietata Zona Rossa. Non potendo tornare ad una situazione pre-catastrofe, il progetto si propone di inserirsi nella città con interventi temporanei, andando a riempire fruibili interstizi e passaggi. Verranno suturate, non tanto le ferite fisiche, quanto quelle che hanno portato a fratture complesse nella socialità, nei servizi e nei riti. Saranno riattivate quindi, quelle abitudini che caratterizzavano la vita cittadina prima del terremoto, e che sono legate alla cultura, al culto, alla convivialità e al commercio. Per fare questo si è guardato alla storia e alla memoria de L’Aquila, ai suoi simboli, agli archetipi architettonici, formali e sociali. Un allestimento temporaneo ed effimero, ma che, allo stesso tempo, dialoghi col contesto, ricreando senso.File | Dimensione | Formato | |
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