Il degrado d’uso di un sistema edilizio è un parametro stimato per varie applicazioni, dalla programmazione della manutenzione ordinariaalla valutazione dello stato qualitativo di un fabbricato per fini assicurativi. Il degrado d’uso risulta essere di difficile valutazione a causa della complessità di fattori che lo influenzano, dell’aleatorietà dei fenomeni di degrado e, infine, della soggettività delle valutazioni da parte degli operatori. A causa di ciò la stima dell’indice di degrado avviene con un grado di approssimazione maggiore o minore a seconda degli impieghi in cui l’indice stesso è utilizzato. Sulla basedialcuni metodi di valutazione del degrado edilizio, presenti nella bibliografia tecnica che tratta temi a riguardo, è stato possibile individuare due parametri fondamentali per la stima di tale indice: la vita utile residua di un componente edilizio e le patologie che esso può presentare. Scomponendo un edificio in macro e sotto famiglie di componenti, si arriva ad identificare i singoli elementi di cui esso è costituito e proprio l’analisi del degrado di quest’ultimi porta all’identificazione del degrado d’uso dell’intero complesso. L’indice di degrado legato alla durata dei componenti viene valutato attraverso l’applicazione del “metodo fattoriale” previsto dalle norme della famiglia ISO 15686: tale metodo prevede l’identificazione di una “vita utile di riferimento”, cioè un valore di vita utile per ogni componente basata su condizioni standardizzate, che viene poi modificata, secondo le condizioni reali in cui il componente in esame si trova posto in opera, con sette fattori giungendo quindi all’ottenimento di una “vita utile stimata”. Sottraendo a tale valore di vita utile gli anni di effettivo esercizio del componente, si determina la vita utile residua che al componente rimane, prima che il proprio livello prestazionale scenda al di sotto del limite stabilito. La realizzazione di un’ampia banca dati di vite utili di riferimento per componenti edilizi, consente l’applicazione del metodo fattoriale per stimare, in fase di diagnosi di un qualsiasi fabbricato edilizio, qual è lo stato, in termini di vita utile residua, in cui tale edificio si trova. Inoltre la redazione, per ciascuno dei componenti individuati, di tabelle che definiscono le condizioni standard per i sette fattori del metodo fattoriale, permette l’applicazione del metodo per l’individuazione della vita utile stimata. Una volta tratta la vita utile residua di un componente, lo studio si concentra sul numero, sulla gravità e sull’estensione delle patologie che esso presenta al momento della diagnosi. L’identificazione di quante e di quali anomalie un componente può presentare, consente di evidenziare più correttamente il suo reale stato di salute, poiché il solo indice di degrado legato alla vita utile potrebbe risultare poco esaustivo. In questa tesi sono state infatti realizzate tabelle che evidenziano le possibili patologie che ciascuno dei componenti trattati può presentare nel corso degli anni di vita utile. Tali anomalie sono differenziate in base alla loro gravità, a seconda che esse coinvolgano solo l’aspetto estetico del componente oppure ne compromettano il completo utilizzo. Dallo studio del degrado legato alla vita utile e alle patologie, per ogni elemento edilizio, sono ricavati due indici di degrado compresi tra 0 e 1 e l’individuazione dell’indice finale di valutazione del degrado dell’intero complesso edilizio è perseguita attraverso il peso che ciascuna famiglia di componenti ricopre sul costo di costruzione totale, con l’ausilio del metodo Montecarlo, che consente lo sviluppo di simulazioni probabilistiche che si basano su un algoritmo volto a generare sequenze di numeri casuali, che seguono la distribuzione di probabilità che si suppone abbia il fenomeno da indagare. La presentazione di un caso di studio trattato alla fine del lavoro, consistente in una valutazione del degrado d’uso di un fabbricato ad uso industriale, per scopi assicurativi, permette di chiarire il metodo utilizzato e di paragonarlo con dati professionali.

Valutazione del degrado nelle costruzioni. Definizione di un indice di degrado basato su vita utile e patologie dei componenti edilizi e impiantistici

MARCON, FILIPPO
2010/2011

Abstract

Il degrado d’uso di un sistema edilizio è un parametro stimato per varie applicazioni, dalla programmazione della manutenzione ordinariaalla valutazione dello stato qualitativo di un fabbricato per fini assicurativi. Il degrado d’uso risulta essere di difficile valutazione a causa della complessità di fattori che lo influenzano, dell’aleatorietà dei fenomeni di degrado e, infine, della soggettività delle valutazioni da parte degli operatori. A causa di ciò la stima dell’indice di degrado avviene con un grado di approssimazione maggiore o minore a seconda degli impieghi in cui l’indice stesso è utilizzato. Sulla basedialcuni metodi di valutazione del degrado edilizio, presenti nella bibliografia tecnica che tratta temi a riguardo, è stato possibile individuare due parametri fondamentali per la stima di tale indice: la vita utile residua di un componente edilizio e le patologie che esso può presentare. Scomponendo un edificio in macro e sotto famiglie di componenti, si arriva ad identificare i singoli elementi di cui esso è costituito e proprio l’analisi del degrado di quest’ultimi porta all’identificazione del degrado d’uso dell’intero complesso. L’indice di degrado legato alla durata dei componenti viene valutato attraverso l’applicazione del “metodo fattoriale” previsto dalle norme della famiglia ISO 15686: tale metodo prevede l’identificazione di una “vita utile di riferimento”, cioè un valore di vita utile per ogni componente basata su condizioni standardizzate, che viene poi modificata, secondo le condizioni reali in cui il componente in esame si trova posto in opera, con sette fattori giungendo quindi all’ottenimento di una “vita utile stimata”. Sottraendo a tale valore di vita utile gli anni di effettivo esercizio del componente, si determina la vita utile residua che al componente rimane, prima che il proprio livello prestazionale scenda al di sotto del limite stabilito. La realizzazione di un’ampia banca dati di vite utili di riferimento per componenti edilizi, consente l’applicazione del metodo fattoriale per stimare, in fase di diagnosi di un qualsiasi fabbricato edilizio, qual è lo stato, in termini di vita utile residua, in cui tale edificio si trova. Inoltre la redazione, per ciascuno dei componenti individuati, di tabelle che definiscono le condizioni standard per i sette fattori del metodo fattoriale, permette l’applicazione del metodo per l’individuazione della vita utile stimata. Una volta tratta la vita utile residua di un componente, lo studio si concentra sul numero, sulla gravità e sull’estensione delle patologie che esso presenta al momento della diagnosi. L’identificazione di quante e di quali anomalie un componente può presentare, consente di evidenziare più correttamente il suo reale stato di salute, poiché il solo indice di degrado legato alla vita utile potrebbe risultare poco esaustivo. In questa tesi sono state infatti realizzate tabelle che evidenziano le possibili patologie che ciascuno dei componenti trattati può presentare nel corso degli anni di vita utile. Tali anomalie sono differenziate in base alla loro gravità, a seconda che esse coinvolgano solo l’aspetto estetico del componente oppure ne compromettano il completo utilizzo. Dallo studio del degrado legato alla vita utile e alle patologie, per ogni elemento edilizio, sono ricavati due indici di degrado compresi tra 0 e 1 e l’individuazione dell’indice finale di valutazione del degrado dell’intero complesso edilizio è perseguita attraverso il peso che ciascuna famiglia di componenti ricopre sul costo di costruzione totale, con l’ausilio del metodo Montecarlo, che consente lo sviluppo di simulazioni probabilistiche che si basano su un algoritmo volto a generare sequenze di numeri casuali, che seguono la distribuzione di probabilità che si suppone abbia il fenomeno da indagare. La presentazione di un caso di studio trattato alla fine del lavoro, consistente in una valutazione del degrado d’uso di un fabbricato ad uso industriale, per scopi assicurativi, permette di chiarire il metodo utilizzato e di paragonarlo con dati professionali.
ROSA BERNARDINS, MARCO
ING VI - Scuola di Ingegneria Edile-Architettura
20-dic-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/36603