Sin da piccola mi ha sempre affascinato la capacità di alcune donne di creare qualcosa di tridimensionale da un semplice filo, che con pazienza e rigore sapevano combinare l’ingegno con il gusto e la creatività, attraverso un ritmico movimento delle mani, all’apparenza sempre uguale, come quello dello “sferruzzare” con l’uncinetto. Un’immagine viva nella mia mente è quella di mia nonna sempre impegnata a “tramare” qualcosa, e il gruppetto di signore anziane che fuori dall’uscio della porta di casa tra le strette vie di Otranto, nell’estate del 2011, sedute su una sedia di legno pieghevole, creavano maglioni per l’inverno e piccole maglie per i nuovi arrivati in paese, chiacchierando e commentando i passanti, o come ci definirono loro “gli straniere”. È da qui che ho deciso di intraprendere la mia ricerca sul mondo dei pizzi e dei merletti, un mondo che potrebbe portare i designer e i progettisti a ritrovare l’antico valore degli oggetti fatti a mano, che vivono della passione della persona che li creano, con l’obiettivo di tornare a vedere negli oggetti l’antica relazione tra persona/artigiano e oggetto, e tra oggetto e persona/colui che lo sceglie e lo utilizza. Per questo ho esplorata l’antica figura dell’artigiano e delle merlettaie, figure che con appassionata abitudine e occhio esperto per secoli hanno saputo riconoscere una novità in qualcosa che sembra sempre uguale, portando evoluzione ed innovazione. Il mondo dei pizzi e dei merletti è un arte antica che nasce dalla combinazione di nodi con diversi fili che vanno a creare una trama, un tessuto, una metafora del progettare, del saper mettere ordine al caos, dare senso e figurare una matassa di fili. Trovando nel nodo l’archetipo di questa arte mi sono immersa nel mondo della nautica e dei marinai, che nel tempo libero creavano per gioco diversi nodi ornamentali che attualmente vengono usati nella creazione di raffinati merletti. Con l’obiettivo di riuscire a valorizzare e a trasmettere al pubblico contemporaneo le antiche sapienze e una tradizione italiana, ho scelto di trasferire la mia ricerca nella progettazione di una sedia a dondolo che possa inserirsi nell’ambiente domestico contemporaneo. Nel ricercare le connessioni esistenti tra il mondo del design e il mondo del merletto si riconoscono potenziali contaminazioni in chi ha fatto del nodo e del filo il proprio modello su cui tessere i propri oggetti, progetti, la propria storia. E appunto io voglio raccontare la storia di un antico “saper fare”, dell’arte di saper muovere le mani intrecciano dei fili, creando una sedia a dondolo che ha come principio portante e strutturale il nodo come unione e il filo come anima, un dondolo dove è intrinseca la percezione del senso del tempo, ritmando il passaggio dei ferri sul filo, ricordando il ticchettio dello “sferruzzare”.
Il filare del tempo : intrecci tra artigianato e design. La riscoperta del merletto nella progettazione dell'arredo domestico
FONTANA, LUCIA
2010/2011
Abstract
Sin da piccola mi ha sempre affascinato la capacità di alcune donne di creare qualcosa di tridimensionale da un semplice filo, che con pazienza e rigore sapevano combinare l’ingegno con il gusto e la creatività, attraverso un ritmico movimento delle mani, all’apparenza sempre uguale, come quello dello “sferruzzare” con l’uncinetto. Un’immagine viva nella mia mente è quella di mia nonna sempre impegnata a “tramare” qualcosa, e il gruppetto di signore anziane che fuori dall’uscio della porta di casa tra le strette vie di Otranto, nell’estate del 2011, sedute su una sedia di legno pieghevole, creavano maglioni per l’inverno e piccole maglie per i nuovi arrivati in paese, chiacchierando e commentando i passanti, o come ci definirono loro “gli straniere”. È da qui che ho deciso di intraprendere la mia ricerca sul mondo dei pizzi e dei merletti, un mondo che potrebbe portare i designer e i progettisti a ritrovare l’antico valore degli oggetti fatti a mano, che vivono della passione della persona che li creano, con l’obiettivo di tornare a vedere negli oggetti l’antica relazione tra persona/artigiano e oggetto, e tra oggetto e persona/colui che lo sceglie e lo utilizza. Per questo ho esplorata l’antica figura dell’artigiano e delle merlettaie, figure che con appassionata abitudine e occhio esperto per secoli hanno saputo riconoscere una novità in qualcosa che sembra sempre uguale, portando evoluzione ed innovazione. Il mondo dei pizzi e dei merletti è un arte antica che nasce dalla combinazione di nodi con diversi fili che vanno a creare una trama, un tessuto, una metafora del progettare, del saper mettere ordine al caos, dare senso e figurare una matassa di fili. Trovando nel nodo l’archetipo di questa arte mi sono immersa nel mondo della nautica e dei marinai, che nel tempo libero creavano per gioco diversi nodi ornamentali che attualmente vengono usati nella creazione di raffinati merletti. Con l’obiettivo di riuscire a valorizzare e a trasmettere al pubblico contemporaneo le antiche sapienze e una tradizione italiana, ho scelto di trasferire la mia ricerca nella progettazione di una sedia a dondolo che possa inserirsi nell’ambiente domestico contemporaneo. Nel ricercare le connessioni esistenti tra il mondo del design e il mondo del merletto si riconoscono potenziali contaminazioni in chi ha fatto del nodo e del filo il proprio modello su cui tessere i propri oggetti, progetti, la propria storia. E appunto io voglio raccontare la storia di un antico “saper fare”, dell’arte di saper muovere le mani intrecciano dei fili, creando una sedia a dondolo che ha come principio portante e strutturale il nodo come unione e il filo come anima, un dondolo dove è intrinseca la percezione del senso del tempo, ritmando il passaggio dei ferri sul filo, ricordando il ticchettio dello “sferruzzare”.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/36961