E' lecito chiedersi quale sia lo stato dell’arte della governance per le imprese italiane. Tutti gli studi si sono concentrati su imprese di tipo non finanziario, evidenziando la correlazione positiva cui si accennava prima. Ma per le imprese finanziarie e soprattutto per le banche, che svolgono un ruolo centrale all’interno dell’economia, soprattutto all’interno di quella italiana, caratterizzata da un mercato dei capitali non dinamico, qual è la situazione? Per svolgere con più consapevolezza l’analisi sulla Corporate Governance per le banche quotate italiane si è preferito partire, dopo un review della letteratura, con un’analisi del settore dalla quale sono emersi:  la tendenza ad uscire, almeno per le più grandi, dai mercati nazionali anche a causa della situazione in cui vige il Paese attraverso l’acquisizione di società estere;  l’ambiguità delle fondazioni bancarie, ancora azionisti rilevanti della quasi totalità delle banche analizzate, considerate da alcuni come causa dell’arretratezza del settore e da altri come supplenti di quegli investitori istituzionali così poco presenti nel nostro Paese;  la presenza forte di banche popolari che anche se quotate sembrano essere tagliate fuori dalla competizione domestica a causa della normative ad hoc cui sono soggette;  una politica della concorrenza svolta dall’Antirust che cerca di rendere più trasparenti i fenomeni dell’interlocking directorhip e delle partecipazioni incrociate;  una normativa in continua evoluzione e che sta modificando significativamente il settore, anche in termini di governance, che vede Banca d’Italia emanare Disposizioni attuative anche di ciò che viene deciso in sede di Comunità Europea. In questo contesto le banche stanno lavorando costantemente sia per ricercare una maggior efficienza per non veder ridurre ulteriormente i margini già non elevati, sia per adeguare la propria struttura interna alle richieste dell’Autorità di Vigilanza. Utilizzando come strumento di analisi il Corporate Governance Index, è emerso come le prestazioni siano molto diversificate. Le banche più piccole in termini di capitalizzazione hanno raggiunto prestazioni peggiori rispetto alle proprie concorrenti maggiori su tutte le dimensioni di analisi. Per le società più grandi, soprattutto per le popolari appaiono critiche le prestazioni riguardo i diritti degli azionisti. Nell’analisi qualitativa si è potuto apprezzare il grande sforzo in termini di investimenti che le banche stanno effettuando per cercare di migliorare il proprio sistema di controllo interno anche in vista di altre crisi future. Data l’elevata numerosità di soggetti che partecipano al governo societario molti sforzi si stanno compiendo anche in direzione di miglioramento dei flussi informativi.

Sistemi di valutazione della corporate governance : il caso del sistema bancario italiano

BUBBICO, ROSSANA
2011/2012

Abstract

E' lecito chiedersi quale sia lo stato dell’arte della governance per le imprese italiane. Tutti gli studi si sono concentrati su imprese di tipo non finanziario, evidenziando la correlazione positiva cui si accennava prima. Ma per le imprese finanziarie e soprattutto per le banche, che svolgono un ruolo centrale all’interno dell’economia, soprattutto all’interno di quella italiana, caratterizzata da un mercato dei capitali non dinamico, qual è la situazione? Per svolgere con più consapevolezza l’analisi sulla Corporate Governance per le banche quotate italiane si è preferito partire, dopo un review della letteratura, con un’analisi del settore dalla quale sono emersi:  la tendenza ad uscire, almeno per le più grandi, dai mercati nazionali anche a causa della situazione in cui vige il Paese attraverso l’acquisizione di società estere;  l’ambiguità delle fondazioni bancarie, ancora azionisti rilevanti della quasi totalità delle banche analizzate, considerate da alcuni come causa dell’arretratezza del settore e da altri come supplenti di quegli investitori istituzionali così poco presenti nel nostro Paese;  la presenza forte di banche popolari che anche se quotate sembrano essere tagliate fuori dalla competizione domestica a causa della normative ad hoc cui sono soggette;  una politica della concorrenza svolta dall’Antirust che cerca di rendere più trasparenti i fenomeni dell’interlocking directorhip e delle partecipazioni incrociate;  una normativa in continua evoluzione e che sta modificando significativamente il settore, anche in termini di governance, che vede Banca d’Italia emanare Disposizioni attuative anche di ciò che viene deciso in sede di Comunità Europea. In questo contesto le banche stanno lavorando costantemente sia per ricercare una maggior efficienza per non veder ridurre ulteriormente i margini già non elevati, sia per adeguare la propria struttura interna alle richieste dell’Autorità di Vigilanza. Utilizzando come strumento di analisi il Corporate Governance Index, è emerso come le prestazioni siano molto diversificate. Le banche più piccole in termini di capitalizzazione hanno raggiunto prestazioni peggiori rispetto alle proprie concorrenti maggiori su tutte le dimensioni di analisi. Per le società più grandi, soprattutto per le popolari appaiono critiche le prestazioni riguardo i diritti degli azionisti. Nell’analisi qualitativa si è potuto apprezzare il grande sforzo in termini di investimenti che le banche stanno effettuando per cercare di migliorare il proprio sistema di controllo interno anche in vista di altre crisi future. Data l’elevata numerosità di soggetti che partecipano al governo societario molti sforzi si stanno compiendo anche in direzione di miglioramento dei flussi informativi.
MONDA, BARBARA
ING II - Scuola di Ingegneria dei Sistemi
21-dic-2011
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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