The present thesis deals with the large landslide which occurred on February 15, 2010 in Maierato, Southern Italy, after an exceptionally rainy period. Firstly, the thesis provides a synthesis of the results of the in situ surveys, field investigations and laboratory tests, arriving at the reconstruction of a conceptual model of the landslide. In particular, this study covers: (1) a detailed description of the landslide movement, (2) geology pertinent to the landslide development, based on the geomorphological, geological and hydrogeological in situ surveys, (3) the identification of the landslide mechanisms and causes. Concerning this, the principal pre-conditional factor of the landslide is the intrinsic weakness of the materials constituting the subsoil of the area, while the triggering factor must be attributed to a groundwater level rise. On the basis of this conceptual model, it was possible to develop a back analysis of the landslide movement using finite-difference modelling. The aim was to explain the triggering mechanism of this large landslide, identifying the hydrogeological conditions for which the phenomenon occurred. The results show how the failure probably developed in undrained conditions and the critical groundwater level, i.e. able to activate the mechanism, is about 284 m a.s.l., 14 m higher than current conditions; the failure evolved with a progressive crest retreat parallel to the slope, affecting its surface at first, then involving also the Miocene sandstone, at a depth of about 70 m.

Oggetto del presente studio di tesi è la grande frana di Maierato, innescatasi il 15 febbraio 2010 in seguito ad un periodo particolarmente piovoso. La tesi propone innanzitutto una sintesi del risultati ottenuti dai rilievi e dalle indagini di campo e di laboratorio condotte sull’area, giungendo così alla ricostruzione del modello concettuale della frana. In particolare, si forniscono: (1) una descrizione dettagliata dell’evento franoso, (2) la ricostruzione dell’assetto geologico della zona, basata su rilievi geomorfologico, geologico e idrogeologico eseguiti in sito, (3) l’identificazione dei meccanismi e delle cause del movimento franoso. A questo proposito, la principale causa predisponente della frana è rappresentata dalla debolezza intrinseca dei materiali costituenti il sottosuolo nell’area di interesse, mentre la causa scatenante è da attribuire ad un innalzamento del livello piezometrico. Sulla base di tale modello concettuale si è quindi sviluppata una back analysis dell’evento franoso tramite modellazione alle differenze finite. L’obiettivo è stato quello di spiegare il meccanismo di innesco di tale grande frana, individuando le condizioni idrogeologiche per cui si è attivato il movimento. I risultati ottenuti evidenziano che la rottura si è probabilmente sviluppata in condizioni non drenate e il livello piezometrico critico, in grado cioè di innescare il movimento, è pari a circa 284 m s.l.m., quindi 14 m più alto delle condizioni attuali; la rottura è evoluta con un progressivo arretramento della scarpata lungo lineazioni parallele al versante, interessando dapprima la parte più superficiale del pendio, per poi raggiungere lo strato di arenarie mioceniche posto a circa 70 m di profondità.

Studio geologico tecnico della frana di Maierato (VV)

SALA, ALESSANDRO
2010/2011

Abstract

The present thesis deals with the large landslide which occurred on February 15, 2010 in Maierato, Southern Italy, after an exceptionally rainy period. Firstly, the thesis provides a synthesis of the results of the in situ surveys, field investigations and laboratory tests, arriving at the reconstruction of a conceptual model of the landslide. In particular, this study covers: (1) a detailed description of the landslide movement, (2) geology pertinent to the landslide development, based on the geomorphological, geological and hydrogeological in situ surveys, (3) the identification of the landslide mechanisms and causes. Concerning this, the principal pre-conditional factor of the landslide is the intrinsic weakness of the materials constituting the subsoil of the area, while the triggering factor must be attributed to a groundwater level rise. On the basis of this conceptual model, it was possible to develop a back analysis of the landslide movement using finite-difference modelling. The aim was to explain the triggering mechanism of this large landslide, identifying the hydrogeological conditions for which the phenomenon occurred. The results show how the failure probably developed in undrained conditions and the critical groundwater level, i.e. able to activate the mechanism, is about 284 m a.s.l., 14 m higher than current conditions; the failure evolved with a progressive crest retreat parallel to the slope, affecting its surface at first, then involving also the Miocene sandstone, at a depth of about 70 m.
ING I - Scuola di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale
20-dic-2011
2010/2011
Oggetto del presente studio di tesi è la grande frana di Maierato, innescatasi il 15 febbraio 2010 in seguito ad un periodo particolarmente piovoso. La tesi propone innanzitutto una sintesi del risultati ottenuti dai rilievi e dalle indagini di campo e di laboratorio condotte sull’area, giungendo così alla ricostruzione del modello concettuale della frana. In particolare, si forniscono: (1) una descrizione dettagliata dell’evento franoso, (2) la ricostruzione dell’assetto geologico della zona, basata su rilievi geomorfologico, geologico e idrogeologico eseguiti in sito, (3) l’identificazione dei meccanismi e delle cause del movimento franoso. A questo proposito, la principale causa predisponente della frana è rappresentata dalla debolezza intrinseca dei materiali costituenti il sottosuolo nell’area di interesse, mentre la causa scatenante è da attribuire ad un innalzamento del livello piezometrico. Sulla base di tale modello concettuale si è quindi sviluppata una back analysis dell’evento franoso tramite modellazione alle differenze finite. L’obiettivo è stato quello di spiegare il meccanismo di innesco di tale grande frana, individuando le condizioni idrogeologiche per cui si è attivato il movimento. I risultati ottenuti evidenziano che la rottura si è probabilmente sviluppata in condizioni non drenate e il livello piezometrico critico, in grado cioè di innescare il movimento, è pari a circa 284 m s.l.m., quindi 14 m più alto delle condizioni attuali; la rottura è evoluta con un progressivo arretramento della scarpata lungo lineazioni parallele al versante, interessando dapprima la parte più superficiale del pendio, per poi raggiungere lo strato di arenarie mioceniche posto a circa 70 m di profondità.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/37761