PORTO (Portogallo). La città, oggetto di questo breve trattato, rappresenta una rarità nel panorama europeo. E’ una città timida, fin dalla sua localizzazione, arretrata rispetto alla costa atlantica; è una città nascosta dietro “la facciata”. Situata a nord del Portogallo, si affaccia sul fiume Douro, a poche centinaia di metri dalla stessa foce, che la città non ha avuto il coraggio di colonizzare. É spiaggia delle onde americane che lasciano i detriti e i riverberi delle nuove tendenze della cultura occidentale. É la seconda città della nazione eppure mantiene peculiarità tipiche di un paese. Il centro storico è abitato dal popolo che con il tempo si è adattato e ancorato alla complessa morfologia del paesaggio naturale e edificato. E’ una città che sopravvive grazie alle energie delle sue contraddizioni. Nonostante ciò la vitalità dell’habitat urbano sta soffocando sotto il peso del fenomeno di abbandono urbano che sta avendo forti ripercussioni a livello architettonico e sociale. Il degrado, manifestato nell’assenza dei tetti, nelle finestre che si aprono sul vuoto, nelle porte che chiudono assenze, è lo specchio della depressione che caratterizza l’umore delle vie del centro. Porto è una vecchia signora che siede al tavolino di un caffè aspettando che la malinconia soffochi anche l’ultimo barlume di domani. Tutti la stanno guardando sensibili al suo fascino e alla sua eleganza, ma in pochi hanno il coraggio di avvicinarsi. Con questo lavoro si è cercato proprio di pensare ad un possibile approccio alla città. Dovrà essere sensibile e attento per non violentare la fragilità della sua condizione, dovrà essere un contatto leggero che possa risvegliarla senza spaventarla. Il fenomeno, per quanto antico, è di recentissimo interesse, per questo il contributo maggiore è stato fornito dal contatto diretto con chi se ne occupa. Le dense conversazioni con gli osservatori e gli investigatori, i dialoghi con gli attori e i critici, qui riportati in prosa, sono il supporto "ideografico" alla strategia che verrà presentata in seguito. Il tempo necessario alla sedimentazione di parole, opinioni, idee ha dato corpo ad un manifesto i cui articoli si susseguono ordinati con l’intento di fornire le istruzioni per una possibile strategia che aiuti a sottrarre questa città all’abbandono.

ReTornável. Colóquios sobre impressões : Vuoto a rendere. Conversazioni per una strategia di impronta

SONZOGNI, CHIARA
2009/2010

Abstract

PORTO (Portogallo). La città, oggetto di questo breve trattato, rappresenta una rarità nel panorama europeo. E’ una città timida, fin dalla sua localizzazione, arretrata rispetto alla costa atlantica; è una città nascosta dietro “la facciata”. Situata a nord del Portogallo, si affaccia sul fiume Douro, a poche centinaia di metri dalla stessa foce, che la città non ha avuto il coraggio di colonizzare. É spiaggia delle onde americane che lasciano i detriti e i riverberi delle nuove tendenze della cultura occidentale. É la seconda città della nazione eppure mantiene peculiarità tipiche di un paese. Il centro storico è abitato dal popolo che con il tempo si è adattato e ancorato alla complessa morfologia del paesaggio naturale e edificato. E’ una città che sopravvive grazie alle energie delle sue contraddizioni. Nonostante ciò la vitalità dell’habitat urbano sta soffocando sotto il peso del fenomeno di abbandono urbano che sta avendo forti ripercussioni a livello architettonico e sociale. Il degrado, manifestato nell’assenza dei tetti, nelle finestre che si aprono sul vuoto, nelle porte che chiudono assenze, è lo specchio della depressione che caratterizza l’umore delle vie del centro. Porto è una vecchia signora che siede al tavolino di un caffè aspettando che la malinconia soffochi anche l’ultimo barlume di domani. Tutti la stanno guardando sensibili al suo fascino e alla sua eleganza, ma in pochi hanno il coraggio di avvicinarsi. Con questo lavoro si è cercato proprio di pensare ad un possibile approccio alla città. Dovrà essere sensibile e attento per non violentare la fragilità della sua condizione, dovrà essere un contatto leggero che possa risvegliarla senza spaventarla. Il fenomeno, per quanto antico, è di recentissimo interesse, per questo il contributo maggiore è stato fornito dal contatto diretto con chi se ne occupa. Le dense conversazioni con gli osservatori e gli investigatori, i dialoghi con gli attori e i critici, qui riportati in prosa, sono il supporto "ideografico" alla strategia che verrà presentata in seguito. Il tempo necessario alla sedimentazione di parole, opinioni, idee ha dato corpo ad un manifesto i cui articoli si susseguono ordinati con l’intento di fornire le istruzioni per una possibile strategia che aiuti a sottrarre questa città all’abbandono.
LEITE RODRIGUES GRANDE, NUNO ALBERTO
ARC I - Facolta' di Architettura e Società
21-ott-2010
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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