La società contemporanea, con i suoi ritmi di vita congestionati, conduce ad una continua alterazione delle abitudini e dei modi di vivere la realtà urbana e i suoi spazi, negando quei meccanismi di convivialità e socialità che stanno alla base di ogni comunità cittadina. Questo ha influenzato soprattutto le abitudini alimentari che, in un paese tradizionalista come l’Italia, sono state per lungo tempo un esempio di stabilità e resistenza al cambiamento. Il progetto di Food Republic si pone l’obiettivo di creare nuove dinamiche sociali, utilizzando il cibo come connettore all’interno di uno spazio di consumo alimentare dal carattere libero e comunitario. L’input progettuale dell’elaborato di tesi ha avuto origine dal Laboratorio di Sintesi Finale, che prevedeva la progettazione di un intervento che potesse stimolare nuovi modi di consumo alimentare all’interno delle stazioni suburbane di Milano; nello specifico presso il nodo d’interscambio metropolitano di Repubblica (M3 e Passante Ferroviario). Il processo progettuale ha portato ad un ribaltamento di tale visuale, ricercando attraverso il cibo e la sua condivisione nuovi modi di convivialità . Proprio il senso di comunità è richiamato da una società contemporanea che vive di tempi individualistici, che non si basano più su un ordine collettivo ma secondo esigenze, preferenze e necessità di ogni singolo individuo. Il cibo e il suo consumo comunitario assumono significati particolari per l’individuo, il gruppo, la società. Per sua natura esso racchiude un significato simbolico e relazionale, che va oltre il valore nutritivo e la necessità fisica di alimentarsi, tramutandosi in un vero e proprio connettore sociale. Il fatto di inserirsi in un contesto di grande mobilità e dinamicità come una stazione metropolitana, inoltre, rimanda al concetto di “nonluoghi” già individuato da Marc Augé. La volontà quindi è quella di ridare un carattere identitario e relazionale alla fermata di Repubblica, modificandone lo spazio interno ed esterno attraverso la creazione di un luogo che possa rappresentare un punto di sosta, ritrovo e incontro per i cittadini milanesi e per tutti coloro che ogni giorno si muovono all’interno della città. Si è intervenuti secondo due logiche progettuali principali: la trasparenza del processo di preparazione del cibo e la convivialità che da sempre l’atto alimentare rappresenta. Il cibo, preparato all’interno di un spazio completamente vetrato, posto al centro di Piazza Repubblica, funge da elemento di richiamo per la città. Un sistema automatizzato collega idealmente la piazza in superficie con il mezzanino della stazione, luogo esclusivamente di passaggio dei flussi cittadini. Qui, una serie di piattaforme curvilinee su più livelli crea un’ideale “Agorà”, un centro di aggregazione democratico e informale, aperto alle necessità di ognuno e di tutti. Una piazza che riporta la comunicazione tra persone su un piano reale, e che possa servire da supporto alla nuova socialità on-line, in una città dove gli spazi pubblici sono sempre più ridotti e si tende a perdere il senso di comunità e appartenenza.
Food republic. Una piazza ipogea per Milano
GUATTA CESCONE, RICCARDO;FOSSATI, ILENIA CHANTAL
2010/2011
Abstract
La società contemporanea, con i suoi ritmi di vita congestionati, conduce ad una continua alterazione delle abitudini e dei modi di vivere la realtà urbana e i suoi spazi, negando quei meccanismi di convivialità e socialità che stanno alla base di ogni comunità cittadina. Questo ha influenzato soprattutto le abitudini alimentari che, in un paese tradizionalista come l’Italia, sono state per lungo tempo un esempio di stabilità e resistenza al cambiamento. Il progetto di Food Republic si pone l’obiettivo di creare nuove dinamiche sociali, utilizzando il cibo come connettore all’interno di uno spazio di consumo alimentare dal carattere libero e comunitario. L’input progettuale dell’elaborato di tesi ha avuto origine dal Laboratorio di Sintesi Finale, che prevedeva la progettazione di un intervento che potesse stimolare nuovi modi di consumo alimentare all’interno delle stazioni suburbane di Milano; nello specifico presso il nodo d’interscambio metropolitano di Repubblica (M3 e Passante Ferroviario). Il processo progettuale ha portato ad un ribaltamento di tale visuale, ricercando attraverso il cibo e la sua condivisione nuovi modi di convivialità . Proprio il senso di comunità è richiamato da una società contemporanea che vive di tempi individualistici, che non si basano più su un ordine collettivo ma secondo esigenze, preferenze e necessità di ogni singolo individuo. Il cibo e il suo consumo comunitario assumono significati particolari per l’individuo, il gruppo, la società. Per sua natura esso racchiude un significato simbolico e relazionale, che va oltre il valore nutritivo e la necessità fisica di alimentarsi, tramutandosi in un vero e proprio connettore sociale. Il fatto di inserirsi in un contesto di grande mobilità e dinamicità come una stazione metropolitana, inoltre, rimanda al concetto di “nonluoghi” già individuato da Marc Augé. La volontà quindi è quella di ridare un carattere identitario e relazionale alla fermata di Repubblica, modificandone lo spazio interno ed esterno attraverso la creazione di un luogo che possa rappresentare un punto di sosta, ritrovo e incontro per i cittadini milanesi e per tutti coloro che ogni giorno si muovono all’interno della città. Si è intervenuti secondo due logiche progettuali principali: la trasparenza del processo di preparazione del cibo e la convivialità che da sempre l’atto alimentare rappresenta. Il cibo, preparato all’interno di un spazio completamente vetrato, posto al centro di Piazza Repubblica, funge da elemento di richiamo per la città. Un sistema automatizzato collega idealmente la piazza in superficie con il mezzanino della stazione, luogo esclusivamente di passaggio dei flussi cittadini. Qui, una serie di piattaforme curvilinee su più livelli crea un’ideale “Agorà”, un centro di aggregazione democratico e informale, aperto alle necessità di ognuno e di tutti. Una piazza che riporta la comunicazione tra persone su un piano reale, e che possa servire da supporto alla nuova socialità on-line, in una città dove gli spazi pubblici sono sempre più ridotti e si tende a perdere il senso di comunità e appartenenza.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/40361