La tesi nasce da una riflessione su quali elementi sia costituita la riabilitazione nel periodo detentivo all’interno delle case circondariali. Il sistema carcerario italiano è infatti in crisi, una crisi dovuta al sovraffollamento degli edifici penitenziari, dove ciclicamente vengono denunciati abusi dei diritti umani da parte della popolazione carceraria. Il progetto nasce dalla premessa che una possibile soluzione possa essere la delocalizzazione di detenuti che hanno commesso reati minori e ne analizza la fattibilità. Lo scopo è immaginare uno spazio dove i detenuti possano lavorare con l’obiettivo del totale impiego della popolazione reclusa. Nel 1962 Mario Bagno acquista tutte le case di Consonno, piccolo paese sul Monte Brianza. Le abitazioni vengono rase al suolo, con la promessa di trasformare il borgo in un centro agroturistico, ma quello che nasce è un centro di divertimento. La progettazione grossolana della strada modificherà in breve tempo l’equilibrio idrogeologico del terreno, mettendone in crisi la stabilità. La tesi quindi inquadra Consonno in un tema più vasto, quello del recupero dei paesaggi in abbandono, con la perdita dell’importante funzione che hanno nelle dinamiche ambientali, all’interno di un contesto come quello della regione Lombardia. Queste le direttrici del lavoro di tesi: il lavoro avviene in un contesto di forte valenza paesaggistica e tramite il riuso di architetture esistenti, ha come scopo eliminare le tensioni e rappresentare un’idea per una nuova comunità. Finalità collegate sono un possibile risveglio e rilancio dell’economia locale, l’assorbimento lavorativo della popolazione carceraria e un potenziale riprese dell’attività agricola nella zona. Il proposito è quindi quello di elaborare una tesi sul recupero e il riuso a fini di una nuova dimensione carceraria dell’edificato di Consonno.
La cella e il territorio. Un carcere a Consonno
SCICCHITANO, FEDERICO
2010/2011
Abstract
La tesi nasce da una riflessione su quali elementi sia costituita la riabilitazione nel periodo detentivo all’interno delle case circondariali. Il sistema carcerario italiano è infatti in crisi, una crisi dovuta al sovraffollamento degli edifici penitenziari, dove ciclicamente vengono denunciati abusi dei diritti umani da parte della popolazione carceraria. Il progetto nasce dalla premessa che una possibile soluzione possa essere la delocalizzazione di detenuti che hanno commesso reati minori e ne analizza la fattibilità. Lo scopo è immaginare uno spazio dove i detenuti possano lavorare con l’obiettivo del totale impiego della popolazione reclusa. Nel 1962 Mario Bagno acquista tutte le case di Consonno, piccolo paese sul Monte Brianza. Le abitazioni vengono rase al suolo, con la promessa di trasformare il borgo in un centro agroturistico, ma quello che nasce è un centro di divertimento. La progettazione grossolana della strada modificherà in breve tempo l’equilibrio idrogeologico del terreno, mettendone in crisi la stabilità. La tesi quindi inquadra Consonno in un tema più vasto, quello del recupero dei paesaggi in abbandono, con la perdita dell’importante funzione che hanno nelle dinamiche ambientali, all’interno di un contesto come quello della regione Lombardia. Queste le direttrici del lavoro di tesi: il lavoro avviene in un contesto di forte valenza paesaggistica e tramite il riuso di architetture esistenti, ha come scopo eliminare le tensioni e rappresentare un’idea per una nuova comunità. Finalità collegate sono un possibile risveglio e rilancio dell’economia locale, l’assorbimento lavorativo della popolazione carceraria e un potenziale riprese dell’attività agricola nella zona. Il proposito è quindi quello di elaborare una tesi sul recupero e il riuso a fini di una nuova dimensione carceraria dell’edificato di Consonno.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/40742