L‟esperimento messo in atto prende luogo in uno spazio di dimensioni extralarge, l‟Oasi de Pinedo, importante oasi faunistica in prossimità del fiume Po e della città di Piacenza. La zona interessata è quella del piccolo comune di Caorso, noto ai più per la Centrale Nucleare situata al suo interno. All‟interno di questo contesto ambientale e naturalistico, causa prima della possibilità evolutiva di questo territorio, si colloca la centrale di produzione elettronucleare. Questo pachiderma architettonico è fautore dell‟immobilismo che ha preservato l‟area da interventi antropici radicalipermettendo alla natura di svilupparsi ed esibire un‟area con una biodiversità unica nella pianura padana. Il cortocircuito che si è creato è sconcertante: la presenza della centrale nucleare ha permesso al territorio di tornare a sviluppare caratteri ormai scomparsi nel resto della pianura padana. Spenta nel 1986 oramai obsoleta e non utilizzata sta subendo un piano di smantellamento che prevede la sua totale eliminazione e la restituzione del sito alla cittadinanza in completa libertà da ogni emergenza verticale e radiologica. Questo lavoro si fonda sulla processualità come convinzione profonda, ormai radicata nel nostro pensiero: spesso l‟architettura viene indicata come risolutrice di problematiche che richiedono una risposta breve ed immediata. Molto spesso l‟architettura costituisce al contrario uno strumento obsoleto, non in grado di ovviare hic et nunc a tali problematiche: l‟incapacità di cambiare e mutare in tempi ristretti rivela un limite troppo consistente dell‟architettura tout court. La processualità sviluppata in ambito progettuale costituisce l‟embrione del nostro approccio architettonico e rappresenta il procedimento cardine che permette di pensare e produrre un progetto anticipatorio continuo. La processualità diventa la chiave di lettura del territorio, dell‟ambiente e del contesto umano. Il progetto si innesta su un periodo di quasi trent‟anni a cavallo del processo di decommisioning della centrale facendo dialogare ritmi antropici e naturale e basandosi su una percezione dell‟architettura come elemento transiente e non eterno.
Progetti possibili per una nuova attivazione della centrale nucleare di Caorso
FRESCAROLI, LUCIA;LEONI, STEFANO
2010/2011
Abstract
L‟esperimento messo in atto prende luogo in uno spazio di dimensioni extralarge, l‟Oasi de Pinedo, importante oasi faunistica in prossimità del fiume Po e della città di Piacenza. La zona interessata è quella del piccolo comune di Caorso, noto ai più per la Centrale Nucleare situata al suo interno. All‟interno di questo contesto ambientale e naturalistico, causa prima della possibilità evolutiva di questo territorio, si colloca la centrale di produzione elettronucleare. Questo pachiderma architettonico è fautore dell‟immobilismo che ha preservato l‟area da interventi antropici radicalipermettendo alla natura di svilupparsi ed esibire un‟area con una biodiversità unica nella pianura padana. Il cortocircuito che si è creato è sconcertante: la presenza della centrale nucleare ha permesso al territorio di tornare a sviluppare caratteri ormai scomparsi nel resto della pianura padana. Spenta nel 1986 oramai obsoleta e non utilizzata sta subendo un piano di smantellamento che prevede la sua totale eliminazione e la restituzione del sito alla cittadinanza in completa libertà da ogni emergenza verticale e radiologica. Questo lavoro si fonda sulla processualità come convinzione profonda, ormai radicata nel nostro pensiero: spesso l‟architettura viene indicata come risolutrice di problematiche che richiedono una risposta breve ed immediata. Molto spesso l‟architettura costituisce al contrario uno strumento obsoleto, non in grado di ovviare hic et nunc a tali problematiche: l‟incapacità di cambiare e mutare in tempi ristretti rivela un limite troppo consistente dell‟architettura tout court. La processualità sviluppata in ambito progettuale costituisce l‟embrione del nostro approccio architettonico e rappresenta il procedimento cardine che permette di pensare e produrre un progetto anticipatorio continuo. La processualità diventa la chiave di lettura del territorio, dell‟ambiente e del contesto umano. Il progetto si innesta su un periodo di quasi trent‟anni a cavallo del processo di decommisioning della centrale facendo dialogare ritmi antropici e naturale e basandosi su una percezione dell‟architettura come elemento transiente e non eterno.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/40961